“Un traguardo importante ai fini della normazione di aree che, da oltre trent’anni, aspettavano di essere ridefinite da un punto di vista urbanistico". A dirlo l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, che ha così commentato la sospirata firma sul protocollo d’intesa tra il Comune e la Provincia dell’Aquila per la definizione della destinazione urbanistica delle cosiddette “aree bianche”, zone vincolate dal Piano regolatore generale del 1976 ad essere destinate a servizi, verde pubblico, parcheggi e attrezzature generali. Vincoli espropriativi decaduti e su cui il Comune dell'Aquila aveva colpevolmente tardato ad esprimersi nonostante le ripetute condanne del Tar Abruzzo per protratta “lacuna” legislativa.
L'intesa contiene anche la variante di salvaguardia per la cessione perequativa degli standard urbanistici che comporta, ha spiegato Di Stefano, "la fine dei commissariamenti disposti dal Tar che, oltre a costituire una spesa per l’ente comunale, andavano a fissare disparati indici edificatori, rischiando di invalidare e compromettere ogni futura pianificazione urbanistica da parte del Comune, che è competente per legge”.
In effetti, i ritardi dell'amministrazione hanno consentito negli anni ai proprietari dei terreni di ricorrere al giudice amministrativo che non ha potuto far altro che nominare commissari ad acta per emanare provvedimenti che avrebbe dovuto emettere l'Amministrazione inadempiente. I commissari, in altre parole, hanno normato le aree al posto delle istituzioni, con indici di edificabilità slegati da una visione urbanistica complessiva. “L’intesa con la Provincia - ha proseguito l’assessore - è il frutto di un percorso che abbiamo scelto di intraprendere, sostenuti dalla normativa vigente, allo scopo di accelerare la conclusione del processo che porterà a normare, finalmente, le aree bianche. Questo perché sono state riscontrate tutte le situazioni di potenziale contrasto con le disposizioni vigenti in materia”.
L’accordo è stata sottoscritto dal sindaco del capoluogo, Massimo Cialente, dallo stesso Pietro Di Stefano, dal presidente della Provincia Antonio Del Corvo, e dall’assessore provinciale all’Urbanistica Roberto Tinari. "Gli uffici comunali e provinciali hanno lavorato per mesi per giungere a questo risultato. Un impegno per il quale ringrazio tutti. Ora il documento dovrà essere sottoposto, per l’adozione, all’attenzione del Consiglio comunale - ha concluso l'assessore - e pertanto mi auguro che questa seconda fase del percorso possa andare avanti senza ostacoli e in tempi rapidi. Si tratta, infatti, di un passo importante ai fini della predisposizione del nuovo Piano regolatore generale al quale, una volta definita la questione delle cosiddette aree bianche, si procederà senz’altro con determinazione”.
Determinazione chiesta a gran voce dal presidente della provincia Del Corvo e dall'assessore Roberto Tinari: “L’intesa firmata in Comune non è risolutrice del problema - hanno dichiarato in una nota - ma è propedeutica alla stesura del nuovo piano regolatore generale della Città dell’Aquila; ricordiamo che l’ultimo Prg risale al 1976”.
“Siamo soddisfatti di aver costretto il Comune a firmare l’intesa - si legge ancora - ora veglieremo, quale organo di controllo, affinché il sindaco Cialente porti all’attenzione del Consiglio comunale della città il nuovo Piano regolatore, prima di Natale. In caso contrario ci vedremo costretti a denunciare le omissioni”.
La posizione della maggioranza in Provincia è chiara: l'intesa non è affatto condivisa, politicamente. La firma è un atto dovuto per l'ente, che ha un compito puramente tecnico: vigilare che le norme proposte siano conformi al Piano territoriale provinciale, approvato nel 2004. La vera battaglia si combatterà in Consiglio comunale, al momento di discutere del nuovo Piano regolatore. Anche perché, per la cattiva abitudine dei doppi incarichi, l'assessore provinciale all'Urbanistica, Roberto Tinari, e l'assessore provinciale alla viabilità, Guido Quintino Liris, siedono anche nei banchi dell'opposizione in assise consiliare. In altre parole, seppur in minoranza, potranno contribuire da consiglieri all'approvazione di un atto che, da assessori, dovranno poi valutare e controllare.
Intanto, un piccolo passo è stato fatto per risolvere una questione di fondamentale importanza per il futuro della città: le aree bianche da normare, infatti, sono più di 7 ettari. In un territorio come il nostro, massacrato da una cementificazione selvaggia in nome dell’emergenza, la decadenza dei vincoli su queste aree, per lo più verdi, le poneva a forte rischio di speculazione edilizia.
L'intesa, che dovrà essere ora sottoposta all'assise consiliare per l'adozione, stabilisce che sulle zone normate si potrà costruire con un indice di 0.08 metri cubi per metro quadrato. Un indice ben più largo di quello indicato dalla rete "Stop al consumo del territorio" che, nel novembre del 2011, aveva proposto una bozza di delibera per il Consiglio che si richiamava, espressamente, all’articolo 49 della legge regionale 70 del 1995 e che, “in caso di vincoli scaduti, ammette esclusivamente le ristrutturazioni edilizie degli edifici residenziali, o, gli interventi di cui all’articolo 4 della legge 10 del 1977, previsione introdotta dal legislatore proprio per normare il territorio anche in assenza o di decadenza del Prg". Il comitato aveva proposto, invano, l’adozione immediata di una 'variante di salvaguardia' che concedesse la realizzazione di interventi progettuali con un indice di utilizzazione fondiaria di 0.03 metri cubi per metro quadrato sul 50% dell’area, riservandosi la disponibilità del restante 50% nell’interesse della collettività per la realizzazione di aree verdi e servizi.
Proposte che non sono state accolte: si è posto comunque un freno all'attività dei commissari, arrivati fino allo 0.65. Gli interventi saranno in ‘comparti’ di minimo un ettaro, 10 mila metri quadrati e, soprattutto, attraverso una perequazione, in parole povere uno scambio tra il Comune e i proprietari. Insomma, si potrà costruire dentro un’area cedendone un pezzo al Comune nelle proporzioni di 70-30. Una proposta che non piace affatto alla maggioranza di centro destra in provincia e alla minoranza di riferimento in Consiglio.
Staremo a vedere cosa succederà al momento dell'adozione dell'intesa. In attesa della ben più infuocata discussione sul Piano regolatore. Se, finalmente, la Giunta deciderà di predisporlo.