Martedì, 12 Luglio 2016 21:46

Pezzopane, Lolli e Cialente: la "triade" e le prossime elezioni

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A margine del 'Festival della Partecipazione', l'ex ministro Fabrizio Barca - già delegato alla ricostruzione del cratere - dimessosi nei giorni scorsi dalla Commissione per la riforma del Partito Democratico a seguito della relazione del premier segretario Matteo Renzi in Direzione, non ha mancato di rispondere ad alcune domande sul Pd aquilano.

Parole chiare, quelle di Barca. Destinate a far discutere. "Non vedo un grande processo, un grande dibattito all'interno dei partiti che abbia saputo accompagnare il lavoro degli aquilani, il lavoro del suo sindaco, che io stimo", ha detto ad Abruzzoweb. "Continuo a vedere la solitudine degli amministratori e i cittadini lontani. Tra i cittadini e gli amministratori non vedo dei partiti, neanche qui c'è un partito in grado di fare da ponte", ha sottolineato, facendo chiaro riferimento al Pd. E guardando al prossimo appuntamento elettorale, le amministrative del 2017, l'ex ministro ha aggiunto: spero che "anche qui il partito sappia pensare non alle persone ma alla strategia per i prossimi cinque anni; L'Aquila ha delle occasioni straordinarie, ha delle potenzialità legate al fatto che si ritroverà col centro storico più modernizzato d'Europa, però ha bisogno che alcuni punti strategici che questa amministrazione ha introdotto siano raccolti e rilanciati con forza".

Un messaggio chiaro al partito, dicevamo; non richiesto, evidentemente, ma che ha un suo peso specifico. Un messaggio raccolto dalla senatrice Stefania Pezzopane e dal sindaco Massimo Cialente che, ai microfoni di NewsTown, hanno colto l'occasione per discutere del rapporto con il Partito. "Barca è un uomo molto acuto, con una raffinatezza dialettica particolare. Dice cose che, in parte, sono condivisibili: è evidente che L'Aquila è una città speciale, rispetto alle altre, dove il Pd ricopre ruoli istituzionali importanti che, al momento del terremoto, sono stati decisivi per risalire la china, pur con tutti i limiti del caso", ha sottolineato la senatrice Pezzopane. Che poi, ha voluto togliersi un sassolino dalla scarpa: "In alcuni momenti, il Partito Democratico locale sottovaluta lo sforzo di chi ricopre ruoli istituzionali e, magari - parlo di alcuni esponenti, non mi va di generalizzare - fa un poco di fantapolitica, di ingegneria politica".

Con Massimo Cialente e Giovanni Lolli - ha aggiunto la senatrice - "abbiamo sempre considerato il Partito come un tramite, ma siampo convinti che il rapporto diretto con la città sia - ancora - molto importante. Per quel che mi riguarda, dunque, le cose che dice Barca colpiscono, ne condivido il senso, e penso, tuttavia, che avere esponenti delle Istituzioni che, negli anni, hanno saputo costruire un rapporto diretto con la gente, non filtrato, possa aiutare il percorso che abbiamo davanti per i mesi prossimi".

Parole piuttosto chiare, anche quelle della senatrice Pezzopane. A dire che il Partito è importante, senza dubbio, ma che la differenza, poi, la giocano i rapporti costruiti negli anni con i cittadini da chi, per un lungo periodo, ha rivestito ruoli di responsabilità istituzionale. Una posizione condivisa anche dal sindaco Massimo Cialente. "I partiti sono in grossa difficoltà: li ho definiti spompati. Sono spompati perché, saltati i meccanismi che conoscevamo, non abbiamo più riferimenti valoriali solidi; dall'Europa in giù, la globalizzazione - e le sue sfide - ci hanno completamente spiazzato. Si fa fatica ad interpretare il momento storico", ha sottolineato il primo cittadino.

Quale può essere una soluzione, dunque, pensando al livello locale? "Ogni territorio, ogni comunità, dovrebbe avere un Piano strategico: ne sono convinto, e in futuro si capirà che L'Aquila si è salvata perché sapeva dove voleva andare, avendolo deciso nel 2008. Se si ha un'idea di città, si sa dove si andrà. Io un'idea ce l'ho: mi si è fatto capire, tuttavia, che forse era il caso venisse formulata da altri, dalle diverse parti politiche. Credo che la campagna elettorale si giocherà su questo, e sarà uno scontro politico duro". Non è la prima volta che Cialente sottolinea come il Pd locale, e i partiti della coalizione, gli abbiano fatto capire che non spetta a lui disegnare un progetto per L'Aquila del domani. E non è la prima volta che lancia la sfida a disegnarlo, questo progetto: "intanto, alla sera, quando ho tempo, butto giù delle idee", ha ribadito in questi mesi. Chiarendo che, "in questi anni, abbiamo governato come Ulivo, esperienza politica un poco fuori moda eppure ancora vincente se è vero che il centrosinistra - alle ultime elezioni locali - ha vinto ovunque si sia presentato unito; e abbiamo ricostruito su un'idea di città. Insomma, un ragionamento politico già c'è: va fatto un rodaggio, ovviamente. Ma dovrà essere questa la base del confronto politico".

Coalizione allargata, insomma, e un progetto di amministrazione che prosegua il percorso intrapreso in questi anni. Altro che ricambio generazionale. "I giovani che hanno voluto lavorare, farsi spazio, hanno avuto compiti importanti e stanno lavorando, si pensi a Stefano Palumbo che detiene la delega importantissima ai rapporti con l'Università. Chi vuol fare, fa. Sarebbe folle, però, se il ricambio di una classe dirigente avvenisse attraverso il ricambio di un progetto strategico. Il progetto strategico non viene disegnato da pochi uomini e donne: viene strutturato da tutti gli stakeholders del territorio, con la partecipazione attiva della comunità che indica la strada affindandosi poi ad una classe dirigente chiamata a percorrerla". Chi si propone per governare deve avere una idea di dove si deve andare, l'avvertimento di Cialente, "altrimenti c'è il rischio che la gran voglia di fare manchi di strategia e passaggi tattici".

C'è spazio per tutti, assicura comunque Stefania Pezzopane. "Chiunque abbia voglia di candidarsi a sindaco della città può partecipare alle primarie. Le primarie sono il sistema attraverso cui chiunque può dimostrare di avere peso e consenso in città". Nessuno si senta soffocato dalla così detta 'Triade', insomma. Chi ne abbia l'intenzione, scenda in campo e dimostri di godere del consenso dei cittadini, la sfida. "Ritengo che sia una fortuna per la città, e molti guardano a noi come una sorta di rarità, che ci siano persone che fanno politica insieme da tempo, chi più e chi meno - io ho 10 anni meno di Massimo e Giovanni, sono della guardia successiva - senza farsi del male, solo ed esclusivamente nell'interesse del bene comune". Che poi - aggiunge la senatrice - "abbiamo eletto recentemente un consigliere regionale (Pierpaolo Pietrucci, ndr) che ha un enorme potere, essendo anche presidente di Commissione, se è vero che la Regione legifera, attribuisce contributi e così via. Insomma, non siamo affatto in tre: vanno aggiunti anche gli assessori comunali che gestiscono grandi spazi amministrativi, e penso a Pietro Di Stefano per non parlare di Emanuela Di Giovambattista, anche lei molto giovane come Pierpaolo Pietrucci. Siamo in tanti e abbiamo sempre fatto investimenti importanti sui giovani, che hanno pagato; non dimenticate che abbiamo un segretario comunale giovanissimo. Credo dunque che porre un problema generazionale non aiuti affatto: la cosa più importante è lo scenario progettuale che riusciremo a mettere in campo con quanto abbiamo alle spalle".

Si torna al progetto dunque, che i nomi verranno poi: "prima di tutto viene il progetto, anche perché abbiamo un metodo molto democratico per scegliere il candidato, le primarie appunto". Il nome, però, la senatrice lo fa: "Se il popolo vorrà Giovanni Lolli - sempre che Lolli ci farà il regalo di mettersi a disposizione, ovviamente - voterà Giovanni. Così, se ci sarà un giovane che deciderà di candidarsi contro Lolli e il popolo di centrosinistra lo sceglierà, sosterremo il giovane candidato".

In realtà, la 'storia' delle primarie racconta che la consultazione funziona se c'è un candidato forte, già identificato, e uno o più oppositori che rappresentino una alternativa da legittimare. Altrimenti, si corre il rischio di spaccature sanguinose che potrebbero avere poi ripercussioni sulle elezioni vere e proprie. Un rischio che non preoccupa affatto Pezzopane. "Sono molto serena: qui, il Pd ha tenuto le primarie per la scelta del candidato sindaco già nel 2007, quando ancora erano un'esperienza poco diffusa, in Italia; e furono primarie vere, in campo c'erano dei veri e propri cavalli di razza come Vittorio Sconci e Vito Albano. In seguito, e nonostante lo Statuto non lo preveda, per il secondo mandato Cialente abbiano organizzato di nuovo la consultazione popolare. Per noi, è una prova di coinvolgimento reale dei cittadini: è evidente, però, che se ti candidi devi portare un progetto e gli aquilani non sono sciocchi; anzi, sono abituati ad una dialettica politica impegnata e, in alcuni momenti, anche aspra. Insomma, sapranno scegliere chi sarà in grado di garantire un'azione politico-amministrativa efficace".

Identikit preciso, che non ha bisogno di chissà quale fiuto per essere identificato. Anche perché, Pezzopane non ci pensa proprio a correre per la carica di primo cittadino. "Sono molto concentrata sul lavoro parlamentare, che sto svolgendo con grande impegno e con risultati importanti: me ne danno atto tutti. Anche nel contesto abruzzese, ho portato a casa tanti risultati e non è stato semplice. Ovviamente, nell'ottica della riforma costituzionale e, dunque, nell'ottica di una conferma della riforma e di una modifica del Senato, non più elettivo, sono disponibile e pronta per candidarmi alle elezioni politiche, alla Camera, e rappresentare i miei concittadini con ancora maggiore esperienza alle spalle. Sono entrata in Parlamento molto determinata, ma con una esperienza amministrativa locale: adesso, ho molta più padronanza e mi muovo molto bene in Parlamento dove vorrei continuare a lavorare".

Ultima modifica il Giovedì, 14 Luglio 2016 03:52

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