Sono 19 gli emendamenti presentati e depositati presso la Camera dei Deputati, in relazione all'articolo 3 del "Decreto enti locali", in fase di conversione di legge. L'articolo, come è noto, riguarda le misure nei confronti dei territori colpiti dal terremoto del 2009 in Abruzzo.
Degli emendamenti presentati, tre riguardano l'annosa questione legata alla copertura della tassa sui rifiuti (tari) con il contributo del governo al Comune dell'Aquila. Come old.news-town.it ha anticipato a fine giugno, infatti, il Decreto enti locali non prevede che i 16 milioni del governo possano essere utilizzati dal Comune dell'Aquila per il bilancio del 2016 della municipalizzata dei rifiuti Asm, ma solo per quelli precedenti. Un "errore" - così è stato definito dalla senatrice del Pd Stefania Pezzopane - che ad oggi "costa" tre milioni di euro, ovvero la cifra di cui necessita il Comune per rispettare il contratto di servizio con Asm.
Uno dei tre emendamenti sulla Tari dell'Aquila è stato presentato da Antonio Castricone (Pd), che propone sopprimere le parole che tanto imbarazzo hanno creato nelle ultime settimane, «afferenti agli esercizi precedenti al 2016», oltre che aumentare da 1,5 a 2,5 milioni il contributo straordinario del governo nei confronti dei comuni del cratere, gravati come L'Aquila dalle minori entrate e maggiori uscite dovute al post-sisma.
Guido Guidesi (Lega Nord) ha presentato un emendamento simile, in cui si chiede di specificare esplicitamente il riferimento all'esercizio 2016, mentre il deputato abruzzese di Sel-Si, Gianni Melilla, propone di togliere i vincoli per la destinazione e l'impiego dei milioni del governo, e di inserire la più generica formula «Tale contributo è necessario per assicurare la stabilità dell'equilibrio finanziario del bilancio del comune de L'Aquila, nonché per assicurare la continuità del servizio di smaltimento dei rifiuti solidi urbani».
A prescindere da chi abbia presentato gli emendamenti, la sostanza non cambia: è necessario includere la copertura finanziaria per il bilancio 2016 di Asm, o il Comune dell'Aquila sarà costretto ad aumentare del 50% la tariffa Tari rispetto allo scorso anno, con una maggiorazione più che doppia rispetto all'aumento del 20% [leggi l'articolo] già approvato in Consiglio comunale. Nella peggiore delle ipotesi, la Asm non potrà raccogliere i rifiuti in città negli ultimi tre mesi dell'anno.
E' una corsa contro il tempo: per legge la tariffa dev'essere approvata dal Comune entro il 31 luglio. Alla Camera gli emendamenti arriveranno tra il 19 e il 22 luglio, per poi passare al Senato, dove il testo potrebbe approdare tra il 26 e il 28, con la previsione di uno slittamento, problematico, alla settimana successiva: i primi giorni di agosto.
Per questo, secondo quanto si apprende, negli uffici al Bilancio del Comune dell'Aquila stanno già predisponendo la delibera di aumento al 50% della Tari, da presentare, eventualmente, in sede di assestamento di bilancio. Uno slittamento dell'approvazione di quest'ultimo, poi, verrebbe redarguito dalla Prefettura con una diffida all'ente comunale, che avrebbe però ulteriori 20 giorni approvarlo. Non è pacifico dal punto di vista della procedura, invece, se lo stesso periodo-cuscinetto di 20 giorni sarebbe valido anche per l'aumento delle tariffe come la Tari.
A questo punto, l'amministrazione potrebbe far approvare al Consiglio comunale un assestamento con una Tari non aumentata al 50%, sperando però in un'approvazione dell'emendamento - molto probabile, visti i numeri della maggioranza in Parlamento - successiva al Consiglio stesso. Uno scenario che potrebbe essere inviso a parte della maggioranza del sindaco Massimo Cialente, che già vive un rapporto altalenante con il primo cittadino.
L'eventuale ulteriore salasso, invece, significherebbe nella pratica un aumento della tassa per la raccolta, le prestazioni e i servizi sui rifiuti di ben 300 euro per le famiglie, 700 per i bar, 1000 per i ristoranti e fino all'aumento record di 7mila euro l'anno per gli esercizi commerciali che godono di stabili da metrature maggiori.
Appello per L'Aquila e L'Aquila che Vogliamo: "Aumentiamo la differenziata, non la Tari"
"In assenza di novità, per fine mese c'è il rischio concretissimo dell'aumento della tassa dei rifiuti del 50% rispetto allo scorso anno. Su questo faremo una battaglia durissima, è una mazzata insostenibile per famiglie e attività commerciali che non possono pagare gli errori grossolani del Comune e del Governo. Un'amministrazione silente verso Roma, possiamo solo immaginare se il primo ministro fosse stato Berlusconi o Monti quali proteste sarebbero andate in scena". Inizia così la nota del gruppo in Consiglio comunale che riunisce Appello per L'Aquila e L'Aquila che Vogliamo.
"Sosteniamo la petizione promossa dall'associazione Rifiuti Zero Abruzzo con la collaborazione di Legambiente a cui nei giorni scorsi hanno già aderito centinaia di cittadini", aggiunge il gruppo di Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini.
"Condividiamo infatti le richieste di misure incentivanti che valorizzino l'impegno dei cittadini nella corretta gestione dei rifiuti.
Soprattutto ci associamo alla richiesta di installare finalmente impianti per la raccolta, la selezione e il trattamento delle frazioni differenziate. Infatti, l'unica possibilità per abbassare i costi è spingere al massimo la raccolta differenziata e "chiudere" il ciclo della stessa con impianti di trattamento di proprietà pubblica, con un ricorso solo residuale alla discarica. Strategia nemmeno accennata da questa amministrazione: zero impianti, uno per la carta è anche autorizzato da anni, e percentuali di differenziata risibili per errate strategia di raccolta (le responsabilità non sono solo e sempre dei cittadini)".
"Occorre inoltre un nuovo centro di raccolta in zona ovest dopo che, finalmente, dopo anni da poco ha aperto quello di Bazzano - continuano i civici - hanno altresì attivati degli impianti di compostaggio di zona, che richiedono una procedura semplificata (uno era previsto ma è sparito dai radar)".
"Sia con l'attività consiliare che con l'impegno civico abbiamo in più occasioni portato l'attenzione sui passi che andrebbero fatti per arrivare a una gestione dei rifiuti che vada anche oltre quanto stabilito dalla norma e che abbia come obiettivo il sistema di tariffazione puntuale che premi gli utenti che producono meno rifiuti indifferenziati e che conferiscono i propri rifiuti ai centri di raccolta - sostiene "Aplcv" - Abbiamo contribuito alla raccolta firme per la Legge di iniziativa popolare Rifiuti Zero, sensibilizzando i cittadini sulla riduzione e differenziazione dei rifiuti. E di nostra iniziativa consiliare, tramite un emendamento del 2014, l'unico intervento sulla TARI volto a riconoscere un incentivo ai cittadini che praticano l'autocompostaggio".
"Nel 2015, così come quest'anno avremmo voluto proporre nuovi interventi in questo senso: uno sconto alle attività commerciali che commercializzano prodotti sfusi, contribuendo alla riduzione degli imballaggi, un incentivo per le famiglie che ricorrono ai pannolini lavabili.
Il bilancio è invece da due anni a questa parte completamente blindato, impedendo nei fatti addirittura la presentazione degli emendamenti. Altro che bilancio partecipato!"
"Al di là della portata economica - conclude la nota - queste iniziative porterebbero attenzione a queste tematiche, contribuendo a diffondere una cultura di corretta gestione dei rifiuti magari anche nella sede del Consiglio comunale dove, incredibile a dirsi, a parte per la carta, non è possibile differenziare i rifiuti".