Le Province abruzzesi si mobilitano per evitare il default e chiedono ai parlamentari di intervenire sul Decreto Legge che prevede misure urgenti e correttive per gli enti locali.
Ieri i presidenti abruzzesi, guidati dal presidente Upi (Unione delle Province d'Italia), Antonio Di Marco, nel corso di un incontro a Pescara, hanno evidenziato che sul bilancio 2016 delle quattro province infatti gravano 51,5 milioni complessivi di tagli che non consentiranno di chiudere i bilanci in pareggio.
Una sorte che riguarda in Italia 40 province su 76 a statuto ordinario, tra cui le Province di Pescara, Chieti e Teramo.
L'Aquila, a causa del terremoto, negli anni precedenti non ha avuto i tagli previsti a carico delle altre Province, per cui non versa nella stessa situazione di criticità.
"Se il bilancio non si chiude" ha sostenuto Antonio Di Marco "scatta una gestione 'limitata' dei servizi pubblici, che penalizzerà i cittadini, gli studenti, le famiglie, i lavoratori, considerato il deterioramento del patrimonio pubblico gestito dalle Province abruzzesi, come le strade e le scuole, tale da pregiudicare la sicurezza dei cittadini. Tra le proposte emendative che ci consentirebbero di chiudere i bilanci c'è, ad esempio, l'assegnazione diretta alle Province dei 100 milioni per le strade provinciali a valere sui fondi Anas. La ripartizione non è stata ancora fatta, e noi chiediamo che i fondi vadano direttamente alle Province".
Il presidente della Provincia di Chieti Mario Pupillo ha rincarato la dose: "Le Province così non possono più operare. La legge Delrio è stata fatta male e gestita peggio. Noi a questo punto dobbiamo chiudere e, con noi, chiuderanno le scuole e le strade. Dobbiamo sapere subito verso dove stiamo andando, cosa sarà l'area vasta e con quali fondi verrà gestita".
I deputati Gianluca Fusilli (Pd) e Gianni Melilla (Sel) hanno detto di essere pronti a dare battaglia per l'approvazione degli emendamenti secondo la linea dettata dalle Province: assegnazione dei fondi per le strade direttamente agli enti; verifica della copertura finanziaria delle funzioni non fondamentali da parte delle Regioni; utilizzo degli introiti da alienazioni di beni immobili e patrimoniali effettuate nel 2015 e 2016; cancellazione di tutte le sanzioni previste a carico delle Province che abbiano sforato il Patto di Stabilità; previsione di misure straordinarie per gli enti in piano di riequilibrio finanziario.
Melilla ha dettato la tempistica dei prossimi giorni che porterà alla presentazione degli emendamenti e alla loro approvazione, avendo ben chiaro il quadro generale. "Sono orgoglioso" ha detto il deputato di Sel "di non aver votato la legge 56 del 2014 che ha segnato la fine delle Province: un scelta demagogica, sbagliata nella sostanza e nelle modalità di applicazione che via via si vanno assumendo. La questione dei bilanci ne è una conseguenza".