Martedì, 30 Agosto 2016 20:06

L'Aquila, il giallo della zona rossa. Apl e Lcv: "Aggiornata al 2013, va riperimetrata"

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In questi giorni che seguono il dramma e la paura per il terremoto che ha investito il Centro Italia, si è molto parlato di quanto sia effettivamente sicura la città di L'Aquila.

Partiamo da un fatto: c'era una volta la zona rossa... Era addirittura controllata da militari e, per vederla, nel febbraio 2010, gli aquilani dovettero addirittura forzarla in massa. Ma questa è un'altra storia.

Poi l'esercito andò via, si è iniziato a mettere in sicurezza nuove strade, e anche la paura è diminuita, tanto che molte vie della città passavano simbolicamente dal colore rosso a quello verde, permettendo di nuovo il transito alla popolazione e, in alcuni casi, la riapertura di attività e abitazioni.

Poi nel 2012 un nuovo sciame sismica spinse il primo cittadino a scrivere una nuova ordinanza (la n.65 del novembre 2012) con la quale chiudeva nuovamente tutto il centro storico per il rischio crolli, in attesa di nuove verifiche.
Verifiche che furono fatte fino a febbraio 2013 e che dalla chiusura totale portarono nuovamente alla riapertura via via di strade e piazze.

L'ultima cartografia ufficiale della zona rossa è quella (in foto sopra) del 2014 che ricalca le verifiche avvenute nel 2013. Poi più niente.

In pratica si arriva al paradosso che alcune vie, dichiarate zona verde già nel 2010, oggi nel 2016 risultano formalmente ancora in zona rossa.
Un pasticcio, dovuto al fatto che sostanzialmente il Comune da un certo punto in poi, non si è preoccupato di aggiornare cosa sia zona rossa e cosa no...

Il tutto  è venuto fuori dagli stessi uffici comunali in seguito alla richiesta di accesso agli atti fatta in tempi non sospetti, nel giugno scorso, dal gruppo di Appello per L'Aquila che Vogliamo (e di cui avevamo già scirtto anche su questo giornale) seguita poi da un intervento dello stesso gruppo consiliare in Consiglio comunale il 22 agosto, due giorni prima del sisma del centro Italia.

"Molte vie in cui insistono abitazioni e studi tornati agibili sono ancora in zona rossa, un'area enorme pressoché priva però di indicazioni o delimitazioni fisiche quali barriere o transenne, tanto che molte strade vengono regolarmente percorse dalle auto, peraltro in entrambi i sensi, nella più totale assenza di regolamentazione" scrivono oggi i gruppi consiliari di Appello per L'Aquila e L'Aquila che volgiamo.

"Anche le strade percorse di notte più che di giorno - continua la nota - per raggiungere la movida dell'area di Via Garibaldi sono in gran parte in zona rossa. Solo in seguito al terribile evento del 24 agosto, piccole porzioni sono state transennate, lungo il corso principale, già agibile, così come all'interno della zona rossa stessa.
Al di là delle polemiche e dei rimpalli di questi giorni, il centro storico dell'Aquila, ad esclusione di alcune arterie principali, da oltre 3 anni risulterebbe quindi interdetto a cittadini e turisti che invece lo attraversano tranquillamente".

"Ci teniamo a precisare che non riteniamo che la zona rossa sia, in quanto tale, necessariamente insicura - prosegue il comunicato dei gruppi dei consiglieri Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini - ma è evidente che affermare che "il centro storico è sicuro" comporta una semplificazione che una città come la nostra non può permettersi. Soprattutto quando viene dal primo cittadino all'indomani di un sisma devastante occorso a poche decine di chilometri. Che questa situazione, poi, derivi anche dalla scelta che abbiamo più volte contestato di ricostruire "a macchia di leopardo" è ormai chiaro alla maggior parte della popolazione e di chi visita la città".

"Si comprende - continua la nota - la necessità di inviare un messaggio di sicurezza non solo agli aquilani ma all'intero Paese, ma questo non si fa con gli slogan ("Il centro storico è sicuro", quando la vigente ordinanza del sindaco lo indica come quasi tutto compreso in zona rossa). E' necessario cominciare a gestire con intelligenza la situazione considerando le esigenze della vivibilità e quelle della sicurezza e aggiornando costantemente verifiche e interventi di manutenzione.
E' evidente a tutti che in questi anni il centro storico è stato infatti non-gestito. Si pensi che nei mesi scorsi c'è stato addirittura il dibattito sull'interdizione alla macchine del centro storico quando gran parte è ancora ufficialmente zona rossa ...

E allora qualche misura da prendere urgentemente:
- Riperimetrazione della zona rossa, dopo attenta ricognizione tecnica, e sua evidente segnalazione
- Messa in sicurezza delle aree a rischio che si ritiene fondamentale aprire per garantire il più possibile la vivibilità e la fruibilità del centro
- Controllo del rispetto delle prescrizioni inerenti l'accesso e il transito nella zona rossa
- Indicazioni a cittadini e imprese della ricostruzione rispetto alle attività dei cantieri, con particolare riguardo alla movimentazione anche aerea di carichi pesanti
- Aggiornamento e informazione continua a cittadini e visitatori.

Se non sono chiari questi punti, parlare di piani di emergenza per il centro storico non ha alcun senso.

 

Ultima modifica il Martedì, 13 Settembre 2016 00:45

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