L'opzione diplomatica sembra avere di nuovo la precedenza, ma "l'opzione militare resta aperta" ha dichiarato qualche giorno fa il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, riguardo un possibile attacco in Siria, motivato dal presunto utilizzo di armi chimiche da parte del Presidente siriano Bashar Al Assad contro la popolazione civile.
Così, anche a L'Aquila, le varie anime del movimento pacifista si sono incontrate al Palazzetto dei nobili per affermare come sia " importante che a L'Aquila città per la pace si ricostituisca un coordinamento contro le guerre, che agisca unitariamente, in modo aperto e inclusivo, per promuovere la cultura della pace" come recita il documento finale uscito fuori dalla partecipata assemblea contro la guerra in Siria, moderata insieme da Stefano Frezza di Sinistra Critica e Goffredo Juchich, segretario comunale di Rifondazone comunista.
"Ci siamo riuniti per affermare il valore dell'articolo 11 della nostra Costituzione, che recita L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali - sostiene sempre l'assemblea - perché la guerra non è mai la soluzione e perché nel particolare contesto geopolitico della Siria in un intervento come quello minacciato causerebbe reazioni devastanti. Al contrario occorrono soluzioni politiche per garantire la pace e la giustizia sociale ai popoli, e interventi immediati per tutelare i civili e i profughi".
Alcuni partecipanti hanno voluto inoltre rimarcare anche la mancata occasione di utilizzare la Perdonanza appena trascorsa, per dire no all'intervento degli Stati Uniti.
"Nel nostro Comune- ha ricordato Frezza- esiste anche un ufficio della Pace, istituito grazie all'attivismo delle associazioni pacifiste e che aveva come obiettivo quello di costituire un luogo di incontro per sviluppare una cultura contro la guerra. Non so che fine abbia fatto, andrebbe rimesso in piedi".
La situazione nel paese siriano, alle prese con una sanguinaria guerra civile, non è affatto semplice. Nella battaglia contro Assad, che ha ereditato il potere da suo padre, ai ribelli di matrice liberale, negli ultimi tempi si sarebbero aggiunti - su porzioni di territorio separate - estremisti islamici. "Per questo – spiega Umberto Innocente di Sel – bisogna creare una discussione per chiedere una tregua immediata che blocchi la guerra diffusa. In più si possono finanziare le associazioni governative e non governative e dare asilo politico ai libici che lo chiedono, sempre nel rispetto della nostra costituzione che ripudia la guerra".
Non è mancata nell'incontro un'analisi sugli attuali equilibri geopolitici in cui gli Stati Uniti non sembrano più riuscire ad essere "la potenza a capo dell'ordine mondiale come lo era stata fino al Presidente George Bush".
"L'aspetto che più contraddistingue ogni guerra è l'ipocrisia" ha voluto sottolineare invece l'assessore al Comune dell'Aquila, Fabio Pelini presente anche lui all'incontro e che, come altri partecipanti, ha voluto sottolineare alcune contraddizioni: "Ci sono Stati più simpatici all'occidente che hanno già utilizzato armi fuori dal diritto internazionale". Israele ad esempio ha utilizzato sia il fosforo bianco che le bombe a grappolo "ma gli Stati Uniti non si sono sognati di attaccare per questo il loro alleato".
Poi un grande bandierone multicolore che simboleggia la pace è entrato nel Palazzetto per essere portato da lì a poco, in una specie di festoso corteo fino alla Fontana Luminosa. L'inizio di un percorso che speriamo, insieme a tutti gli altri movimenti nel mondo contrari all'intervento Usa in Siria, imponga all'Occidente di permettere ai Siriani di raggiungere da soli i loro obiettivi rivoluzionari, facendo cadere il regime con le proprie forze.
La dichirazione unitaria dell'assemblea dell'11 settembre contro la guerra in Siria
"Oggi mercoledì 11 settembre ci siamo riuniti a L'Aquila per promuovere la costituzione di un coordinamento cittadino per la pace e contro la guerra, per organizzare incontri e mobilitazioni in un momento in cui viene minacciato un intervento militare unilaterale di Stati Uniti d'America e Francia contro la Siria.
Ci siamo riuniti per affermare il valore dell'articolo 11 della nostra Costituzione, che recita "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali", perché la guerra non è mai la soluzione e perché nel particolare contesto geopolitico della Siria un intervento come quello minacciato causerebbe reazioni devastanti. Al contrario occorrono soluzioni politiche per garantire la pace e la giustizia sociale ai popoli, e interventi immediati per tutelare i civili e i profughi.
E' importante che a L'Aquila città per la pace si ricostituisca un coordinamento contro le guerre, che agisca unitariamente, in modo aperto e inclusivo, per promuovere la cultura della pace. Facciamo appello a costruire insieme questo coordinamento e a portare avanti mobilitazioni immediate contro la minaccia di questa nuova guerra".