Riunione positiva, così almeno è stata definita.
Il Partito Democratico dell'Aquila si è dato appuntamento in sede, in viale della Croce Rossa, per un primo momento di confronto in vista di una campagna elettorale tutta ancora da scrivere. Alcuni punti fermi sono stati già posti. Innanzitutto, sul percorso da disegnare e sulle regole che lo determineranno. In attesa, giusto ribadirlo, del referendum di dicembre che, come abbiamo spiegato ampiamente, potrebbe smazzare le carte in tavola.
Il percorso, dunque: all'unanimità, il Pd ha ribadito la volontà di costruire le condizioni politiche affinché la coalizione di stampo 'ulivista' possa riproporsi e, anzi, allargarsi ad altre forze civiche. E in questi giorni, ci sono stati degli incontri definiti "incoraggianti", che hanno portato a compiere alcuni "passettini" in avanti. Tuttavia, andranno sciolti nodi intricati che, in questi mesi, si sono incancreniti mettendo in subbuglio la maggioranza che sostiene la Giunta Cialente: si pensi alla vicenda della così detta variante Sud o al discusso piano di sviluppo del Gran Sasso. Questioni su cui andranno dette parole chiare, per arrivare, così, alla stesura di un programma condiviso dalle forze di coalizione.
Soltanto a quel punto, si potrà parlare di 'nomi'. Ed ecco l'altro punto fermo: le primarie saranno di coalizione, non del Partito Democratico, dovrebbero tenersi indicativamente in febbraio e i democrat intendono arrivarci con un nome forte, su cui puntare. Niente primarie di partito, insomma, e tantomeno 'pre-consultazioni' interne per giungere all'indicazione di un candidato da sostenere. Si lavorerà, nei prossimi mesi, per fare sintesi, per trovare l'accordo tra le varie anime del partito.
Coalizione ulivista, programma condiviso, primarie in febbraio, con i democrat che arriveranno all'appuntamento di febbraio con un nome. Questa, la strada maestra condivisa. Si è detto anche altro, però: si è detto basta alle uscite a mezzo stampa, a 'sparate' personalistiche che possano destabilizzare il partito e la coalizione, in un momento in cui si sta facendo di tutto, in un contesto nazionale e locale difficilissimo, per tenere insieme i pezzi. D'ora in poi, i panni sporchi si dovranno lavare in famiglia. Sul punto, il segretario cittadino Stefano Albano e il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli sono stati piuttosto espliciti.
Lolli, appunto. Perché i nomi verranno alla fine, come si è detto, ma di nomi si è parlato, eccome. Il vice presidente ha ribadito di non pensare affatto a tatticismi: è convinto di giocare un ruolo decisivo in Regione, per L'Aquila capoluogo e per le aree interne. Piuttosto - ha sottolineato - un partito forte dovrebbe essere in grado di mantenere i ruoli importanti che già occupa, e di allargarsi ad altre personalità che, ha detto Lolli, ci sono e sarebbero pronte ad una eventuale candidatura a Palazzo Fibbioni. Certo è che se il percorso immaginato non si riuscisse proprio a disegnarlo, allora, dinanzi alla possibilità di spaccature sanguinose, sarebbe disponibile a scendere in campo, lasciando la poltrona di Palazzo Silone. Posizione condivisa dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e dalla segreteria del partito. Nessuno è così matto da voler perdere le elezioni, è stato chiarito.
Sul punto, però, unanimità non c'è stata. Il sindaco Massimo Cialente e l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano, in particolare, hanno inteso sottolineare come non possa essere Giovanni Lolli, da solo, a decidere. E che se non fosse lui, il prescelto, allora altri potrebbero sentirsi liberi di candidarsi. A dire che non si dovesse arrivare a sintesi su Lolli, allora sarebbe difficile immaginare di poter giungere all'indicazione di una sola candidatura, in vista delle primarie di coalizione. Come avevamo già scritto, d'altra parte.
Sta di fatto che altre uscite "spericolate", per "fare casino e sfasciare tutto" sperando, così, che nel caos si arrivi alla candidatura di Lolli per tenere insieme i pezzi, non saranno più tollerate, dal Partito e dal vice presidente stesso che, ha tenuto a sottolinearlo con chiarezza, si tirerebbe indietro innanzi ad una guerra tra bande.
Saranno mesi lunghissimi, per il Pd aquilano.