Si preannuncia 'bollente' la riunione del Partito Democratico aquilano, fissata per il pomeriggio dal segretario cittadino Stefano Albano.
L'ultimo problema, in ordine di tempo, l'ha posto l'assessore Maurizio Capri, già capogruppo del partito in Consiglio comunale, cui è stata ritirata, giusto qualche giorno fa, la delega ai cimiteri. Una scelta di "carattere tecnico", l'ha definita il sindaco Massimo Cialente, confermando la fiducia al suo assessore. Una scelta che, in realtà, ha il sapore di una bocciatura pubblica, a seguito delle polemiche sullo stato dei cimiteri del Comune dell'Aquila e a poco meno di un mese dal giorno di commemorazione dei defunti. E infatti, Capri ha rimesso al Pd anche le altre pesanti deleghe che detiene. "Mi auguro che accada qualcosa", ha dichiarato a 'Il Messaggero'. "Io continuo a lavorare, anche se le deleghe le ho rimesse nelle mani del partito, all’interno del quale resto con più forza di prima, ma sono comunque in attesa di una riunione chiarificatrice".
In realtà, la spaccatura dovrebbe ricomporsi senza strascichi ulteriori che, in questo momento, la segreteria del Partito Democratico sta tentando di evitare in ogni modo. Albano ha già espresso a Capri "sostegno e fiducia" e ha annunciato che non ci sarà alcun rimpasto. Tuttavia, l'accaduto sta lì a raccontare le difficoltà in seno al Pd, alle prese con una campagna elettorale tutta ancora da scrivere, spaccato tra le velleità di rinnovamento della giovane classe dirigente e le aspirazioni di chi come Capri, e con lui altri pezzi importanti d'amministrazione - si pensi all'assessore Pietro Di Stefano o al presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti - vorrebbero fosse riconosciuto il lavoro svolto in questi anni. "Lavorare serenamente per me sta diventando sempre più difficile", ha sottolineato l'assessore alle Opere pubbliche, e le sue parole dicono molto.
D'altra parte, l'altro problema sul tavolo è rappresentato proprio da Carlo Benedetti. Non si è ancora rimarginata, anzi, la ferita aperta dal botta e risposta al veleno con il segretario cittadino nei giorni di Festa dell'Unità. Benedetti si è sentito messo da parte, e ha rappresentato l'insofferenza sua e di alcuni consiglieri comunali che, pur non avendo affatto apprezzato i modi del Presidente del Consiglio, ne hanno condiviso la sensazione d'esclusione dai tavoli del dibattito. E puntuale, a qualche ora dalla riunione di questo pomeriggio, ecco la nota del vice capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Tonino De Paolis. "Siamo sicuri che la riunione possa essere utile per stabilire un percorso chiaro e condiviso per tutti quelli che si riconoscono in questo partito", ha sottolineato De Paolis. "Quindi nervi saldi, a cominciare dal sindaco Cialente che deve utilizzare questo fine legislatura per portare avanti la realizzazione del programma, agendo con più determinazione su alcuni punti cardine rimasti indietro (ricostruzione pubblica e privata, soprattutto nelle frazioni; PRG; sicurezza; mobilità; qualità della vita). E’ necessario inoltre - ha aggiunto il vice capogruppo democrat - fare un serio e approfondito punto della situazione, al fine di operare con impegni precisi e puntuali su tutte quelle situazioni che necessitano di un intervento e possono trovare soluzioni immediate, condivise da tutti".
A dire che c'è ancora molto da fare, in questi mesi. A dire che ci sono problemi oggettivi, che andrebbero affrontati con maggiore slancio. De Paolis, tuttavia, ha voluto ribadire "il sostegno a questa amministrazione" e, così, "all’assessore Maurizio Capri e al presidente del Consiglio Comunale Carlo Benedetti, ai quali - stoccata anche per loro - richiediamo un maggiore impegno istituzionale e meno dichiarazioni personali".
Dunque, il monito alla segreteria del partito. Si apra "una fase fondamentale e inevitabile di ascolto interno innanzitutto, e poi con tutte le forze politiche, sociali e culturali, per arrivare ad un programma condiviso con tutto il centrosinistra", le parole di De Paolis. E sulle primarie: "spazio a tutti quelli che seriamente hanno qualcosa da dire e vogliono realmente fare per questo territorio".
Primarie 'aperte', insomma, e coalizione larga di centrosinistra, ulivista per dirla con un termine che, oggi più di ieri, pare rappresentare una realtà politica lontanissima e sempre più difficile da riproporre. Sulle stesse posizioni, Carlo Benedetti. "Credo ci debba essere un candidato in grado di unire la sinistra e non di dividerla", ha ribadito il Presidente del Consiglio comunale nei giorni scorsi. "In caso contrario, si perde", ha sottolineato.
Chiaro l'identikit: Benedetti, e non solo lui, pensa a Giovanni Lolli, tra i pochi che, al momento, sembra poter garantire la tenuta della coalizione, così come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi, almeno. "Ha la capacità di unire la sinistra, peraltro il suo ruolo in Regione potrebbe essere sostituito con un altro uomo di spessore. Credo che la vicepresidenza spetti comunque all'Aquila - ha aggiunto - dopo la truffa della legge capoluogo". Stoccata piuttosto esplicita al governatore Luciano D'Alfonso e, così, a Pierpaolo Pietrucci che, più di altri, si è speso per la Legge su L'Aquila capoluogo. Proprio il consigliere regionale - altro possibile candidato di sintesi - aveva ribadito, nei giorni scorsi, l'essenzialità del ruolo che Lolli - e lui stesso, "baluardo delle aree interne" - rivestono in Regione, aprendo a "figure nuove", ad un candidato che abbia "un background tecnico e amministrativo" e che sia in grado di dialogare con i sindaci del territorio. Chi, se non Americo Di Benedetto?
Se il Partito Democratico dovesse convergere su Di Benedetto, però - e Albano ha chiarito che i democrat arriveranno alle primarie con un candidato forte su cui puntare con decisione - se il prescelto non dovesse essere Giovanni Lolli, il Pd cittadino rischierebbe davvero di spaccarsi: è questo il senso delle parole di De Paolis, quando chiede primarie vere e aperte, è questo il senso delle parole di Benedetti che, infatti, ha detto chiaro che "le primarie di coalizione dovranno essere vere e fatte con più candidati, organizzate da un organismo terzo e non dai democrat". Un messaggio alla segreteria cittadina, per un verso - se il candidato non sarà Lolli, allora gli aspiranti a vincere le primarie potrebbero essere più d'uno, con i rischi che uno scenario del genere sottende - e una mano tesa alle forze a sinistra del Pd per l'altro, che stanno avviando il difficile percorso di costruzione di una coalizione 'sociale', in attesa di capire cosa accadrà in seno al principale partito di maggioranza.
Se i democrat dovessero prendere la via 'centrista', sarebbero in molti a fare il salto a sinistra, tentando di sovvertire gli equilibri. Alle primarie, come vorrebbero Benedetti e De Paolis, oppure contribuendo a dare vita ad un progetto politico autonomo, alle amministrative. Una strada stretta, difficile, che pure è ancora sul tavolo, specie per i partiti che, fino ad oggi, sono stati in maggioranza.
Staremo a vedere. Qualcosa dirà la riunione fissata per questa sera, nella sede del Pd in viale della Croce Rossa. Molto verrà, però, a seguito del voto del 4 dicembre prossimo sulla riforma Costituzionale Renzi-Boschi. Per uno strano incrocio del destino, oggi pomeriggio, a Roma, è fissata anche la direzione del Pd nazionale che si annuncia come una vera e propria resa dei conti, dopo le pesanti parole di Pier Luigi Bersani, con la minoranza dem che attende concreti segnali di apertura sulle attese modifiche alla legge elettorale. Altrimenti, al referendum voterà no, squarciando il Partito a livello nazionale, con conseguenze che, a quel punto, sarebbero inevitabili anche a livello locale.
"Caro Pier Luigi Bersani - ha scritto Carlo Benedetti su Facebook - aleggia nel Partito una logica brezneviana in un contorno ideologico da Giovani Marmotte". Sarà un pomeriggio lunghissimo.