Martedì, 08 Novembre 2016 19:58

L'Aquila, il Pd: "Falso dire che la ricostruzione delle frazioni è ferma"

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Eppur si muove.

Dopo anni di stallo e paralisi pressoché totali, la ricostruzione delle frazioni del Comune dell’Aquila inizia a muovere i primi passi.

A sostenerlo, numeri alla mano, sono i consiglieri comunali del Pd Stefano Palumbo, Sergio Ianni, Tonino De Paolis, Antonio Nardantonio e Alì Salem, secondo i quali le notizie provenienti dagli ultimi elenchi dei progetti ammessi a contributo consentono di guardare al futuro con un filo di ottimismo in più o, se volete, con un po’ di disfattismo in meno.

Palumbo e gli altri non si nascondono dietro un dito e riconoscono i gravi ritardi accumulati finora, il mancato rispetto del cronoprogramma, l’abbandono in cui versa la stragrande maggioranza dei paesi.

Tuttavia, secondo gli esponenti democratici, se si va a guardare e si mette in fila la sequenza dei fatti succedutisi dal 2009 ad oggi, i ritardi appaiono più che comprensibili e anzi quasi giustificabili.

Vediamo perché.

Anzitutto è bene specificare che, quando Palumbo e gli altri consiglieri del Pd parlano di frazioni, si riferiscono ai centri storici delle 13 frazioni “con danno grave e gravissimo” ovvero Onna, Roio Poggio, S. Gregorio, S. Rufina, Tempera, Arischia, Bagno Grande e Ripa, Camarda, Civita di Bagno, Colle di Roio, Paganica, Roio Piano e Bazzano.

“Fino al 2012” afferma Palumbo “è stato tutto fermo perché si dovevano approvare i piani di ricostruzione. Nel 2013, con l’uscita dal commissariamento, si scoprì che la vecchia filiera non aveva istruito nemmeno una pratica. La svolta ci fu nel marzo di quell’anno, quando il consiglio comunale approvò il cronoprogramma, che prevedeva, tra le altre cose, di iniziare proprio dalle frazioni più colpite. Tuttavia” continua Palumbo “l’ex capo dell’Usra, Paolo Aielli, decise di ignorare gli indirizzi contenuti nel cronoprogramma, cosa che provocò, come è noto, uno scontro tra  lo stesso Aielli e l’assessore Di Stefano. Le dimissioni di Aielli hanno poi provocato una vacatio che si è protratta fino alla primavera del 2015, quando sono partiti i primi aggregati. Prima di quella data, per i centri storici delle frazioni non si può parlare, veramente, di ricostruzione”.  

Le affermazioni di Palumbo sono suffragate dai numeri che si riferiscono alle schede parametriche: “Fino a febbraio 2015” spiega il capogruppo del Partito democratico “l’Usra aveva istruito, per le frazioni, 34 schede parametriche parte uno, per un importo complessivo di 42 milioni di euro, e zero schede parametriche parte due. Dal febbraio 2015 ad oggi, invece, sono state istruite 233 parametriche parte prima, per un importo totale di 272 milioni, e 44 parametriche parte seconda, corrispondenti a contributi per oltre 40 milioni di euro” (nella foto qui in basso, è possibile vedere la tabella contenente il numero di parametriche parte seconda richieste e presentate per ciascuna delle 13 frazioni più colpite).

tabella frazioni

Questo trend positivo, secondo i consiglieri democratici, non potrà fare altro che consolidarsi nei prossimi mesi e tradursi nell'apertura di centinaia di cantieri: “Ci aspettiamo che, nei prossimi elenchi, i fondi destinati alle frazioni, già passati dai 4 milioni del 14° elenco ai 32 milioni del 17°, siano sempre di più, anche perché l’Usra, nel frattempo, ha emanato delle determinazioni, come la 278 e la 368, che contengono una serie di norme che dovrebbero velocizzare ulteriormente le procedure. Ad esempio, nuovi criteri semplificatori per l’istruttoria dei progetti riguardanti gli aggregati sotto i 2 milioni di euro, che sono la maggior parte, e nuove direttive per far passare sotto il regime delle parametriche anche le pratiche istruite con le vecchie procedure”.

L'analisi fatta dai consiglieri democrat sconfessa la proposta del presidente del consiglio comunale Carlo Benedetti, che aveva parlato di azzerare il cronoprogramma e di istituire un nuovo ufficio speciale ad hoc per la ricostruzione delle frazioni. "Ormai è impensabile tornare indietro" dicono i consiglieri.

Certo, dice Palumbo, rimangono sempre dei colli di bottiglia sui quali bisognerà intervenire al più presto: in primis, la situazione d’emergenza del Genio Civile, dovuta alle carenze di organico; poi la lentezza con cui i tecnici presentano i progetti e le integrazioni; infine i tempi lunghi con cui il Comune concede i titoli edilizi, senza i quali non si può ricostruire alcunché. A tal proposito, dice Palumbo, stanno venendo a galla matasse difficili da districare: case mai accatastate, casi di abusivismo mai sanati, proprietà iperparcellizzate, tutte situazioni che non facilitano certo né il lavoro dei tecnici in fase di redazione dei progetti né quello degli impiegati comunali in fase di esame delle pratiche.

Un’altra novità annunciata da Palumbo è una norma - inserita o nella prossima legge di Stabilità o in sede di conversione in legge del decreto sul terremoto del Centro Italia - che autorizzerà lo stanziamento di fondi ad hoc tramite delibere Cipe per il rifacimento dei sottoservizi anche nelle frazioni e negli altri Comuni del Cratere: “Naturalmente non verranno fatti tunnel come quello in corso di realizzazione nel centro storico dell’Aquila” precisa Palumbo “Si tratterà semplicemente di interrare tutte le utenze e di mettere ordine, pensando anche alla posa della fibra ottica per il cablaggio di questi paesi”.

La conferma della misura è arrivata direttamente dalla Struttura di missione. I costi dell'intervento saranno quantificati in base alle valutazioni contenute nei piani di ricostruzione.

D'Eramo (Noi con Salvini): "Basta prendere in giro gli aquilani"

 

"Stupisce che quattro consiglieri comunali espressione del territorio facciano enunciati entusiastici, in conferenza stampa, sulla ricostruzione delle frazioni, lasciando pensare che, evidentemente, da anni non fanno un giro nel posto in cui vivono".

A scriverlo, in una nota, è il consigliere comunale di oppisizione, candidato sindaco in pectore per Noi con Salvini, Luigi D'Eramo.

"Non ci si può rallegrare del fatto che 13 frazioni principali vedranno il primo cantiere a otto anni dal sisma" scrive D'Eramo "mentre ben 30 non avranno la valutazione delle schede parametriche parte seconda prima della fine del 2017 e, dunque, a voler essere ottimisti, potranno partire con la ricostruzione a metà 2018. Per non parlare dei sottoservizi, per i quali non ci sono certezze né sui fondi né tantomeno sui progetti. L’unico risultato positivo è stato ottenuto grazie al lavoro e alle continue sollecitazioni del consigliere Daniele Ferella, che ringrazio, e consiste nel fatto che sarà possibile avere una maggiorazione del contributo per gli edifici di pregio architettonico e per le superfici non residenziali, per cui attualmente vengono riconosciuti 420 euro al metro quadro".

"Basta di prendere in giro gli aquilani" conclude D'Eramo "A pochi mesi dal voto per le amministrative si tirano fuori dati non veritieri volti a ingenerare un immotivato ottimismo. Questa politica di stampo renziano è inaccettabile, poiché sono in gioco il futuro e gli interessi degli aquilani. E basta anche con questa filiera, composta da elementi di giunta e di consiglio comunale, che utilizzano i ruoli istituzionali per operazioni di stampo elettorale, giocando sulla pelle dei cittadini".

 

Ultima modifica il Mercoledì, 09 Novembre 2016 21:19

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