Altro che direzione nazionale. Alle 18:20, Matteo Renzi si è presentato innanzi al Partito per esporre la sua relazione - anticipata con la consueta e news - e, poi, è salito al Quirinale per formalizzare le dimissioni. Senza concedere dibattito, senza lasciare spazio ad altri interventi.
"Toccherà ai gruppi parlamentari decidere che cosa fare", la sfida di Renzi. "Siamo il partito di maggioranza relativa e dobbiamo dare una mano al presidente della Repubblica a trovare una soluzione", da segretario non si tira indietro, ma propone una delegazione "al Quirinale composta da uno dei due vicesegretari, Lorenzo Guerini, dal presidente Matteo Orfini e dai capigruppo Ettore Rosato e Luigi Zanda". Lui, non ne farà parte.
Il Pd farà la sua parte, e dovranno farla le altre forze politiche. "Vorranno andare subito a elezioni? Nel caso si dovrà attendere la Sentenza della Consulta di martedì 24 gennaio e poi votare con le attuali leggi elettorali, come modificate dalla Corte. Dico leggi elettorali perché come è noto non siamo riusciti ad abrogare il “bicameralismo paritario” che dunque vedrà continuare a eleggere due rami del parlamento con elettorati diversi e leggi elettorali diverse, sperando che non arrivino due maggioranze diverse. Ma questa è una delle conseguenze del bicameralismo, ahimè".
Se i gruppi parlamentari vorranno invece andare avanti con questa legislatura, "dovranno indicare la propria disponibilità a sostenere un nuovo Governo che affronti la legge elettorale ma soprattutto un 2017 molto importante a livello internazionale: i 60 anni dell'Unione Europea, i vari G7 a cominciare da quello di Taormina, la presidenza del consiglio di sicurezza dell'ONU. Sarà interessante capire cosa pensano anche i partiti del Fronte del NO al referendum, non solo i partiti dell'attuale maggioranza".
"Non sono io a decidere - ha ribadito l'oramai ex premier - ma devono essere i partiti, tutti i partiti, ad assumersi le proprie responsabilità. Il punto non è cosa vuole il presidente uscente, ma cosa propone il Parlamento".
Dunque, Renzi ha voluto rivendicare - con la e news - l'azione del suo Governo: "Vedrete che molte delle cose che abbiamo fatto e che tanti criticavano resteranno: gli 80 euro; l'abbassamento delle tasse a cominciare dall’Imu, alle tasse agricole, dall'Irap, all’Ires; i diritti civili; il sociale, il dopo di noi, l'autismo, la cooperazione internazionale, lo spreco alimentare, la sicurezza stradale; I reati ambientali e l'accordo sul clima di Parigi; il processo civile telematico, le misure contro la corruzione, la reintroduzione del falso in bilancio, la responsabilità civile dei magistrati, l'istituzione dell'Anac, il divieto di dimissioni in bianco, le opere incompiute portate a termine, come la Quadrilatero, la Variante di Valico e la Salerno Reggio Calabria; il divorzio breve, la dichiarazione precompilata, la fatturazione elettronica, il super e iper ammortamento, il tetto agli stipendi pubblici, le riforme di scuola, pubblica amministrazione, i soldi in più alla sanità, le pensioni, la stabilizzazione del 5 per 1000, i fondi per la non autosufficienza, il comparto della ricerca, l'abolizione di Equitalia, il Freedom Of Information Act, il rilancio di Pompei e della Reggia di Caserta, l'organizzazione di Expo e del Giubileo, la prospettiva di industria 4.0, l'avvio della bonifica della Terra dei Fuochi. Mi fermo qui, ma potrei andare avanti per paginate intere".
Poi, l'ex premier ha inteso rilanciare, da consumato giocatore di poker. "Troveremo un modo per non disperdere la bellezza di quello che avete fatto. Di quello che siete. Ci sono milioni e milioni di italiani che credono a un altro modello di politica. Li abbiamo visti alle Europee, li abbiamo visti al Referendum, li vedremo anche in futuro. Ora però un passo alla volta e soprattutto: si può perdere un referendum, ma non si può perdere il buonumore, mai! È già tempo di rimettersi in cammino".
Già domani, dunque, alle 18, il Capo dello Stato inizierà il giro di consultazioni: lo ha riferito ufficialmente il segretario generale della presidenza della Repubblica Ugo Zampetti. Mattarella incontrerà i presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini, e il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano. Sabato a chiudere il giro di consultazioni saranno i gruppi di Forza Italia, Movimento 5 Stelle - Beppe Grillo, si apprende da fonti parlamentari, non dovrebbe fare parte della delegazione - e Partito Democratico.