Un’interrogazione al governo, in particolare al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al Ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto e al ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, per conoscere rischi e chiedere notizie delle contromisure dei gravi ritardi della Regione Abruzzo nella spesa dei fondi europei.
L’iniziativa è del senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico regionale, e prende le mosse dai dati pubblicati sul portale Cohesion Data della Commissione europea che “mostrano come, per quanto concerne la Regione Abruzzo, nell’ambito della programmazione 2014-2020, a oggi siano stati spesi solo il 50 per cento delle risorse del programma operativo regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale (POR FESR 2014-2020), ossia 139 milioni di euro su un totale di 275,5 milioni e il 58 per cento delle risorse del POR del Fondo sociale europeo (POR FSE 2014-2020), vale a dire 80,5 milioni su un totale di 138,5 milioni”, questo a poco più di un anno dalla scadenza del 31 dicembre 2023 ovvero quella oltre la quale scatterà il disimpegno dei fondi non utilizzati.
Fina chiede ai rappresentanti del governo se “non ritengano che in Abruzzo, così come in altre regioni, sussista il rischio che una parte importante delle risorse dei fondi europei venga disimpegnata”, se “intendano accertare le cause che hanno determinato, nel corso degli ultimi mesi, la mancata attivazione da parte della Regione Abruzzo di tutte le iniziative necessarie a governare in modo efficace, al pari di altre Regioni, le risorse assegnate POR FESR e POR FSE”, e “quali siano le misure urgenti che il Governo intenda porre in essere al fine di invertire l'andamento ed evitare che la Regione Abruzzo perda una quota tanto considerevole di risorse pubbliche destinate alla crescita e allo sviluppo socioeconomico del territorio”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Coordinatore Regionale Fp Cgil Luca Fusari, il quale ha sottolineato che pochi giorni fa è stato proposto un nuovo progetto di riforma della stessa che va a sopprimere due importanti Uffici che si occupano della certificazione dei Fondi europei (SIE) e dei Fondi nazionali (Fondo Sviluppo di Coesione) accorpandoli in un unico ufficio che vedrebbe raddoppiate le competenze.
“Tale soluzione appare da subito problematica” ha dichiarato Fusari “perché potrebbe portare ad avere criticità e difficoltà per quanto attiene la certificazione di spesa dei Programmi europei relativi ai fondi FSR-FSE-FEAMP. Questo soprattutto ora che essendo alla fine della programmazione 2017-2020 è oltremodo fondamentale presentare alla Commissione europea una corretta certificazione finale (parliamo di più di 150 Milioni di Euro) per non incorrere ad eventuali mancati pagamenti di quanto rendicontato.”
Inoltre il sindacalista ha sottolineato l’importanza della certificazione della spesa, dimostrata dal fatto che l’organizzazione amministrativa dell’Autorità è sottoposta a controllo di sistema al fine di appurare che sia tale da garantire lo svolgimento dei compiti preposti. Inoltre l’ultimo Audit di Sistema ha infatti sancito che l’attuale organizzazione è conforme alle funzioni relative alla certificazione della spesa, per cui non si comprende la modifica che questa Regione si appresta a fare in assenza del parere dell’Autorità di Audit dei Fondi Europei e del Dirigente preposto al Servizio.
“Per questo abbiamo chiesto, durante la fase di confronto, alla Regione Abruzzo di avere copia dell’Audit di sistema e di sentire in audizione il Dirigente dell’Autorità di certificazione e dell’Autorità di Audit per avere conferma della coerenza della struttura organizzativa rispetto ai compiti e alle funzioni che deve esprimere. Lo stesso dicasi per l’Ufficio certificazione dei Fondi Nazionali che non dispone nemmeno dell’Assistenza Tecnica a supporto e che deve certificare anch’esso complessivamente decine di Milioni di Euro (circa 50 tra FSC, Fare centro, Feamp , etc,). Ribadiamo, infine, la necessità di evitare le continue riorganizzazioni con cadenza quasi mensile che creano solo confusione all’utenza esterna e agli stessi dipendenti che lavorano nell’Ente.” Queste le parole del coordinatore Regionale Fp Cgil