Gennaio, nodo primarie; a destra, come a sinistra, i giorni che verranno saranno 'caldissimi', politicamente almeno. Andranno sciolti, infatti, i 'lacci' che tengono paralizzati partiti e liste civiche che si preparano alle elezioni amministrative della prossima primavera.
Innanzitutto il nodo primarie, appunto: entro la fine del mese, centrodestra e centrosinistra dovranno decidere se celebrarle, o meno; significherà anche definire i confini delle coalizioni politiche che si confronteranno alle urne.
Qui centrodestra. In seno al centrodestra, la situazione appare ancora congelata. Si attendono le decisioni di Forza Italia che, prima di Natale, avrebbe dovuto valutare alcuni nomi con un sondaggio telefonico: ad oggi, però, i telefoni dei mille aquilani che dovrebbero essere 'testati' non hanno ancora squillato. La sensazione è che i forzisti non abbiano trovato la 'quadra', sui nomi da sottoporre a sondaggio e, soprattutto, sugli equilibri interni che ne deriverebbero. Difficile che Giancarlo Silveri, già manager Asl, possa essere pronto a sostenere Biagio Tempesta, se l'ex sindaco della città dovesse risultare il più apprezzato, e varrebbe egualmente se Silveri dovesse ottenere maggiori consensi; se gli aquilani 'sondati' dovessero preferire il 'civico' Raffaele Gallucci, che atteggiamento avrebbero gli altri 'candidati'? E ancora, che ruolo sta giocando Giorgio De Matteis che, stando ai rumors, starebbe lavorando alla candidatura di Carla Mannetti - altra papabile ad essere sondaggiata - e cosa accadrebbe, poi, se davvero dovesse essere testato anche l'ex sindaco di Villa Sant'Angelo, Pierluigi Biondi, e risultasse lui, il più votato?
Insomma, Forza Italia sta cercando di stringere su personalità politiche capaci di garantire il partito - a livello locale, regionale e nazionale - e che, risultassero i più apprezzati, verrebbero sostenuti comunque dalle diverse 'anime' che sta tentando faticosamente di raccogliere intorno al sondaggio con l'obiettivo, nemmeno troppo velato, di isolare i salviniani. Che potrebbero trarre beneficio, invece, dalla situazione di impasse: l'intervento di Salvatore Santangelo - con la proposta di quattro regole, semplici e chiare, per primarie condivise - è parso più che una mano tesa agli esponenti di NcS che, da mesi, chiedono consultazioni aperte e che hanno già annunciato il loro candidato, Luigi D'Eramo, 'investito' dal leader Matteo Salvini sul palco di Pontida.
Nei prossimi giorni, i salviniani presenteranno un regolamento da condividere con le forze di centrodestra - e i principi dovrebbero essere piuttosto simili a quelli evocati da Santangelo - così da provare a stanare i forzisti che, fino ad oggi, hanno fatto muro sulle primarie, allineati alla segreteria nazionale, almeno fino a quando non saranno normate da una legge nazionale. Ebbene, presentare un regolamento chiaro, aperto ai contributi delle forze di coalizione, va nella direzione di una delegittimazione pubblica delle posizioni di Forza Italia. Riusciranno i salviniani ad ottenere un'apertura? Difficile a dirsi, al momento. Sta di fatto che la volontà dichiarata è di andare fino in fondo, ed è chiaro che, innanzi ad una chiusura, il centrodestra cittadino si presenterebbe di nuovo spaccato alle elezioni amministrative.
Che poi, c'è anche la possibile candidatura di Pierluigi Biondi a 'tormentare' i sonni del centrodestra: in questi mesi, l'ex sindaco di Villa Sant'Angelo ha lavorato alla costruzione di una coalizione civica, lepenista, con Fratelli d'Italia, suo partito di riferimento che ha strutturato a livello locale, ed altre sigle della destra estrema, da Sovranità nazionale a Casapound. Biondi pareva convinto a presentarsi da indipendente, alle amministrative: poi, i rumors - mai smentiti - sul possibile inserimento del suo nome tra i sondati da Forza Italia. Come detto, difficile pensare che i forzisti possano 'rischiare' che Biondi risulti il più apprezzato, anche perché gli altri papabili, sta di certo, difficilmente lo appoggerebbero e arriverebbe un diniego anche da Roma, visto che l'ex sindaco di Villa Sant'Angelo è sostenuto, apertamente e pubblicamente, da CasaPound. Un sostegno che potrebbe creare problemi persino in seno a Fratelli d'Italia: se è nota l'amicizia tra Biondi e la leader nazionale del partito, Giorgia Meloni, lo sono altrettanto le frizioni che da sempre rendono piuttosto tesi i rapporti tra FdI e CasaPound. Insomma, Fratelli d'Italia concederà il simbolo ad una coalizione di ultradestra, considerato pure che il braccio destro di Meloni, Fabio Rampelli, ospite di una iniziativa referendaria a L'Aquila ha ribadito ai nostri microfoni, chiaramente, l'orientamento del partito, che vorrebbe primarie al livello nazionale e, così, ai livelli locali? Ne sapremo di più nei prossimi giorni.
Qui centrosinistra. Situazione meno complicata in seno al centrosinistra, seppure sia ancora lontana dall'essere risolta. Qui, i confini della coalizione larga, 'ulivista' per come l'abbiamo conosciuta fino ad oggi, paiono più definiti: le forze di sinistra - Sinistra Italiana, Rifondazione comunista, Possibile, Territorio Collettivo - che pure stanno tentando di dare forma ad un percorso autonomo, tengono la porta aperta ad un accordo programmatico; e così, le altre forze che vanno strutturandosi - tra le altre 'Democratici e socialisti', presentata nei giorni scorsi e che riunisce ex Idv, Socialisti riformisti e altri esponenti della politica locale - che attendono soltanto le mosse del Partito Democratico.
Ed eccolo, il nodo; l'orientamento della segreteria cittadina dei democratici è chiaro da tempo: sì alle primarie, ma soltanto se di coalizione, così da evitare sanguinose spaccature interne che potrebbero avere ripercussioni negative in vista delle elezioni. In altre parole, i democrat vorrebbero scegliere al loro interno il candidato: a quel punto, se le altre forze di centrosinistra volessero le primarie, si celebrerebbero in febbraio con sfidanti espressione delle altre aggregazioni di centosinistra, altrimenti il nome delineato verrebbe proposto alla coalizione come candidato sindaco alle amministrative di primavera.
Tuttavia, in seno al partito non tutti sono allineati alla linea della segreteria. Se l'indicato fosse Giovanni Lolli, le correnti dentro il partito - se correnti possono definirsi, ma concederete la semplificazione giornalistica - finirebbero per compattarsi, ma il risultato referendario del 4 dicembre scorso ha raffreddato, e parecchio, la possibile 'discesa in campo' del vice presidente della Giunta regionale. E' piuttosto diffusa, infatti, l'idea che una candidatura in continuità col passato rappresenti un ostacolo alla vittoria delle elezioni, più che un vantaggio, e i legittimi dubbi di Lolli fanno, ovviamente, il resto.
Per questo - come avevamo già svelato alla fine dell'anno - sono salite le quotazioni di Pierpaolo Pietrucci, seppure anche il consigliere regionale si mostri ancora titubante all'idea di lasciare Palazzo Silone, sentendosi garante degli interessi delle aree interne d'Abruzzo e, in particolare, dell'aquilano. Se la segreteria dovesse indicare Pietrucci, tuttavia, non si può affatto escludere che correnti dentro il Pd chiedano primarie interne, e sarebbe difficile negarle, e giustificare la decisione. In particolare, potrebbero chiedere di concorrere Americo Di Benedetto che, non è un mistero, lavora da tempo alla candidatura e ha tessuto, in questi mesi, la sua tela di alleanze con il mondo moderato di centro, e Carlo Benedetti che, al contrario, rappresenta l'anima più a sinistra del partito. Richiesta di primarie che verrebbe sostenuta, tra l'altro, dal sindaco uscente Massimo Cialente e dalla senatrice Stefania Pezzopane che - e neanche questo è un mistero - restano convinti sostenitori della candidatura di Giovanni Lolli.
Qui Movimento 5 Stelle. Primarie insomma, il nodo da sciogliere nelle prossime settimane da centrodestra e e centrosinistra. E il Movimento 5 Stelle? Anche in seno ai pentastellati, si vive una situazione di stallo: le spaccature tra meet up - quelli riuniti che afferiscono alla senatrice Enza Blundo e all'ex dirigente regionale Antonio Perrotti e l'altro, gli 'Amici di Beppe Grillo L'Aquila', che nei mesi passati non ha mancato aspre critiche alla parlamentare - sembrano davvero insanabili, seppure qualche passo sia stato tentato, e dunque è difficile si riesca a delineare un percorso unitario verso la primavera.
Intanto, i meet up riuniti hanno lanciato una piattaforma online, aperta a tutti coloro che vogliano partecipare, per scrivere un "programma politico e sociale serio, partecipato, condiviso, fattibile e, soprattutto, nell'interesse vero della città". Dopo il programma, verrà l'indicazione dei nomi: con ogni probabilità non verranno celebrate le 'comunarie' - a dire che non si passerà dal voto della rete - e, al momento, resta plausibile l'indicazione dell'avvocato Fausto Corti come possibile candidato sindaco. Seppure anche Corti, pur lusingato, non sia affatto convinto di una 'discesa in campo'.
Certo è che se non si dovesse ritrovare l'unità tra gli attivisti, sarebbe difficile ottenere un risultato importante alle amministrative, come accaduto in altre città italiane.