Giovedì, 19 Gennaio 2017 19:14

Salvini in Abruzzo tra selfie e polemiche: "Contro di me solo i soliti leoni da tastiera"

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E' Matteo Salvini il primo politico ad arrivare nell'Abruzzo martoriato dalla doppia emergenza neve/terremoto.

L'europarlamentare leghista ha compiuto, quest'oggi, un breve tour nei territori maggiormente colpiti, recandosi nel Pescarese, nel Teramano e anche all'Aquila. Nel capoluogo, Salvini ha scelto di fare una visita nella frazione di Arischia, dove ieri notte decine di persone, tra le quali anche diversi anziani e bambini, hanno trascorso la notte nel musp della scuola elementare.

Tra selfie, dirette Facebook e polemiche, Salvini, che era accompagnato dal senatore Paolo Arrigoni e che all'Aquila ha trovato ad accoglierlo il consigliere comunale Luigi D'Eramo, candidato sindaco di Ncs, è ripartito per Roma nel tardo pomeriggio.

Onorevole, la sua decisione di venire in Abruzzo a emergenza ancora in corso è stata accompagnata da molte polemiche. Le hanno dato dello sciacallo, accusandola di voler strumentalizzare un dramma per farsi pubblicità. 

Sono cose scritte dai soliti leoni da tastiera, la verità è che oggi ovunque sia andato ho trovato un'accoglienza calorosissima. In questi casi come fai sbagli: se non vai sbagli perché non vai, se vai sbagli perché vai. Io preferisco esserci, avere le strette di mano della gente. Ne è valsa la pena.

Che situazione ha trovato?

In alcuni passaggi davvero impressionante. Siamo stati a Penne, Atri, sulle montagne del Teramano. Anche sull'autostrada c'erano barriere di neve alte di due metri. Ho sentito sindaci di comunità isolate e senza luce da tre giorni, ho cercato di fare da ufficiale di collegamento per mettere in contatto questi amministratori con Enel, prefetture e Protezione civile. Non è accettabile che ci sia gente senzaa luc né riscaldamento da tre giorni. All'Aquila abbiamo scelto una frazione, Arischia, abbiamo trovato un paese con il centro storico fantasma ma con una comunità compatta. Siamo stati nella scuola elemntare dove hanno dormito per terra o su seggiole di legno, compreso un sigore di 96 anni e un bimbo di due mesi. Ho trovato dei volontari incredibili ma a monte è evidente che c'è stato qualche problema.

Secondo lei la macchina dei soccorso non ha funzionato come avrebbe dovuto?

Per carità, c'è stata una concomitanza di eventi difficilmente prevedibili. Sicuramente, però, qualcosa è mancato, ci sono stati casi di disorganizzazione, responsabilità precise. Ci sono stati ritardi, scelta di mezzi sbagliati, mancanza di uomini.

Juncker ha detto che l'Unione europea non lascerà sola l'Italia. Lei, in quanto parlamentare europeo, si farà promotore, magari insieme ad altri suoi colleghi, al di là di schieramenti e appartenenze politiche, di iniziative politiche volte a ottenere misure speciali per fronteggiare l'emergenza?

Anche se le parole sono state queste, nei fatti la cosa vera è che la Commissione sta chiedendo all'Italia 3 miliardi di nuove tasse. Prima dicono "non vi lasceremo soli", poi massacrano la nostra economia. E i fondi quando ci sono arrivano in ritardo. Se invece i comuni potessero spendere per la messa in sicurezza del territorio, delle strade e delle scuole i soldi che hanno, cosa vietata da Bruxelles tramite il patto di stabilità,  qualche problema in meno ci sarebbe.

Il comunicato delle segreterie provinciali di Teramo di Fim Cisl e Fiom Cgil

Non dobbiamo raccontare il dramma che il territorio teramano sta vivendo: stampa, media e social network sono pieni di appelli, informazioni e denunce.

Non dobbiamo raccontare della macchina della solidarietà che si è messa in moto: la nostra gente è abituata da sempre a prendersi cura degli altri.

Non dobbiamo raccontare delle operaie e degli operai impegnati a mettere in sicurezza le aziende ed a far ripartire la produzione al più presto: il valore del lavoro è sempre stato il principio cardine che ha caratterizzato lotte e battaglie dentro e fuori le fabbriche.

Non dobbiamo raccontare dei ragazzi stranieri richiedenti asilo ospiti delle strutture teramane impegnati a spalare la neve: li avevamo già visti all’opera nella nevicata precedente e siamo sicuri si potrà contare su di loro ogni volta che ce ne sarà bisogno.

Quello che non vogliamo raccontare sono gli slogan colmi di razzismo che qualche “politico” nazionale vorrebbe venire a scandire nelle nostre terre già sufficientemente martoriare: non abbiamo bisogno di qualcuno che, solo per avere un po’ di visibilità, venga a dividere la comunità in questo momento così difficile. Quello che ci serve è star vicini gli uni con gli altri e ripartire al più presto.

Non vogliamo raccontare di soldi spesi e di forze dell’ordine impegnate a scortare lo stesso “politico” per garantire incolumità e sicurezza di una passerella elettorale: in questo momento la sicurezza da tutelare è quella delle donne e degli uomini che sono ancora isolati e vorremmo che gli sforzi fossero tutti in quella direzione cercando di far tornare le loro vite alla normalità prima possibile.

Non vogliamo raccontare di quando, solo qualche anno fa, eravamo noi, figli del Sud, le vittime degli slogan razzisti che oggi si riservano a chi arriva dall’altra parte del Mediterraneo: la nostra memoria non poi è così corta.

Non vogliamo raccontare di sciacallaggi politici e passerelle: c’è bisogno di concretezza e fatti, si venga a spalare e non a fare chiacchiere.

Caro Matteo Salvini, quello che non vogliamo raccontare è la tua visita nella nostra provincia.

Ultima modifica il Giovedì, 19 Gennaio 2017 19:32

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