Mercoledì, 02 Ottobre 2013 15:04

Crisi di governo, rinnovata fiducia a Letta: Berlusconi costretto ad arrendersi

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235 voti a favore e 70 contrari: il Senato ha rinnovato la fiducia al governo Letta. Resta tutto com'era. Le forze politiche che hanno sostenuto fino a stamattina il governo delle larghe intese, continueranno a farlo. Almeno per i prossimi mesi. E non è stato di certo il discorso del premier, fin troppo ambizioso se si pensa all'immobilismo dell'esecutivo negli ultimi mesi, a convincere il Pdl a votare la fiducia. Anzi. Ancora nella tarda mattinata, il gruppo parlamentare del Popolo delle Libertà aveva deciso a maggioranza la sfiducia.

Poi, intorno alle 13, il clamoroso ribaltone: Silvio Berlusconi interviene in aula annunciando la fiducia "non senza interno travaglio". E smentisce, in pochi secondi, quanto dichiarato fino ad oggi. Lasciando nell'imbarazzo i suoi fedelissimi: pochi minuti prima, Sandro Bondi si era scagliato contro quelli che credeva oramai ex compagni di partito: "Oggi Berlusconi viene pugnalato alle spalle da chi avrebbo dovuto difenderlo e dimostrargli un minimo di lealtà oltre che di intelligenza politica". Più o meno, le parole che aveva usato ieri sera Alessandro Sallusti, nell'animata discussione con Fabrizio Cicchitto a Ballarò: "State consegnando Berlusconi nella mani dei giudici. Lo pugnalate alle spalle nel momento del bisogno".

E invece è stato proprio Berlusconi a tornare sui suoi passi. All'inseguimento dei 23 senatori guidati da Angelino Alfano che avevano deciso di uscire dal partito per formare un gruppo a Palazzo Madama. "Il traditore", come lo definiva stamane Il Giornale, il delfino succube dei capricci del grande capo, alla fine ha dato scacco matto al Re: l'ex premier è stato costretto alla resa. Proverà a raccontare che ha cambiato idea per il bene del Paese, che necessita di 'pacificazione' e di un Governo solido. Non è affatto così: Berlusconi, stamane, ha perso la sua ultima, personale, battaglia politica. Se non avesse votato la fiducia, sarebbe finito all'opposizione del governissimo Letta-Alfano. Isolato e con il rischio concreto di finire in galera.

Non ha potuto far altro che provare a rimandare la sua fine politica inseguendo i dissidenti: Alfano, Formigoni, Cicchitto, Lupi, Quagliariello. Colombe che ora, però, hanno per la prima volta il pieno controllo su di un partito oramai sull'orlo di una crisi di nervi: dopo l'intervento di Berlusconi, alcuni senatori Pdl sono intervenuti in dissenso per dire che avrebbero votato comunque la sfiducia. Evidentemente, è la fine di un'epoca. E saranno le colombe a scivere le ultime pagine: il centro destra è oramai spaccato e, nelle prossime settimane, dovrà reinventarsi.

A certificarlo, se ce ne fosse ancora bisogno, la nascita di un nuovo gruppo parlamentare alla Camera. Primo firmatario Fabrizio Cicchitto. La presidente Laura Boldrini ha accolto la richiesta, in deroga al regolamento, come avvenuto per Fratelli d'italia e la componente socialista del gruppo Misto. Per formare un nuovo gruppo, infatti, occorrono almeno 20 deputati. Per il momento gli onorevoli che fanno parte del nuovo soggetto politico sono 12, ma è già stata annunciato che si arriverà a quota 26. Nell'elenco dei nomi spiccano quelli di Alfano e dei ministri Lupi, Lorenzin e De Girolamo.

"Quello che è successo oggi è la fotografia della situazione attuale e cioé: c'è un punto di riferimento comune che è Berlusconi, ma ci sono due classi dirigenti incompatibili", ha sottolineato il ministro per le Riforme, Gaetano Quagliariello. Una delle due è di troppo, evidentemente. E Berlusconi, almeno per ora, ha fatto la sua scelta. Tanto che venerdì la manifestazione di protesta davanti alla Giunta del Senato - che dovrà votare sulla decadenza del Cavaliere da senatore - molto probabilmente non si farà. 

Resta tutto com'era. Avanti con il governo Letta. Giorni di annunci, minacce, provocazioni, giorni di spread impazzito e di Europa preoccupata, sono stati cancellati in pochi secondi. Il commento lo lasciamo all'analista d'affari europei del Wall Street Journal, Simon Nixon: "Berlusconi dichiara il suo sostegno al governo Letta e tutta Europa si ribalta dalle risate per l'assurdità della politica italiana". Lo ha scritto su Twitter.

Ultima modifica il Mercoledì, 02 Ottobre 2013 19:31

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