Il presidente di Tua Spa, Luciano D'Amico, ha rassegnato le dimissioni. I motivi vanno ricercati nella sua presunta incompatibilità da presidente della società dei trasporti abruzzese e di rettore dell'Università degli Studi di Teramo, argomento più volte alle cronache negli ultimi mesi e oggetto di polemiche politiche.
L'incarico al vertice del Consiglio di Amministrazione prima di Arpa Spa, poi di Tua Spa dall'agosto 2014, è stato sottoposto a diverse verifiche da parte di diverse autorità. La sua nomina era stata fortemente voluta dal governatore d'Abruzzo Luciano D'Alfonso (Pd).
Lo scorso mese di gennaio è stata completata l'ultima verifica in ordine cronologico, questa volta dell'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) che, nella propria delibera, pur riconoscendo per quanto di competenza l'assenza di cause di inconferibilità/incompatibilità del ruolo di presidente a Luciano D'Amico, ha tuttavia ravvisato possibili profili di incompatibilità, demandandone il relativo accertamento al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca (Miur) e all'Università di Teramo.
Sia il Miur che l'Università di Teramo hanno confermato la legittimità e regolarità della nomina di Luciano D'Amico a Tua, ma al fine di "sgomberare il campo da qualsiasi strumentalizzazione e nell'interesse primario di Tua Spa", il dirigente pubblico ha comunque rassegnato le dimissioni.
D'Alfonso: "Dimissioni che meritano una riflessione"
"Le dimissioni di Luciano D’Amico – che ringrazio di cuore per il lavoro di diuturno spessore che ha voluto e saputo regalare alla Regione Abruzzo – meritano una riflessione".
A dirlo è il governatore Luciano D'Alfonso che l'aveva fortemente voluto alla presidenza di TUA. "La sua raffinata sensibilità di uomo delle istituzioni gli ha fatto prendere la decisione di recedere dalla presidenza dell’azienda. Va sottolineato che gli organi governativi e accademici – Anac, Miur e Università di Teramo - che si sono espressi sulla sua posizione non hanno mai ravvisato alcun profilo di incompatibilità, eppure egli ha voluto farsi da parte ugualmente per non dare adito a strumentalizzazioni di sorta", ha sottolineato D'Alfonso.
"Nel rivolgergli i miei più profondi sensi di gratitudine, auspico che in futuro un cittadino sia libero di prestare gratuitamente la propria opera alla Pubblica Amministrazione senza che ciò sia oggetto di sospetti e indagini e senza che gli sia fatto patire ingiustamente ciò che ha dovuto subire Luciano D’Amico. Mi adopererò personalmente per convincerlo a donare ancora il suo tempo alla cosa pubblica".
M5S: "Siamo lieti della fine di un’incompatibilità palese che abbiamo denunciato sin dall’inizio"
"Siamo lieti che Il Magnifico Rettore D'Amico tornerà a tempo pieno a curare gli interessi e le criticità dell'Università di Teramo, lasciando ad altri le redini dell’Azienda unica di Trasporto regionale. Come M5S abbiamo sollevato l'incompatibilità dei due ruoli già da tempo".
Questo il commento di Sara Marcozzi, capogruppo M5S Regione Abruzzo sulle recenti dimissioni del Presidente Tua.
"Ci spiace però prendere atto che il buon senso, seppur tardivo, sia esclusivamente di Luciano D’Amico e non della Regione Abruzzo né tantomeno del Presidente D'Alfonso, che ha nominato il Magnifico senza tener conto delle opposizioni e della palese incompatibilità tra ruoli. Ci auguriamo che seguano altre azioni di “buon senso” di tutti quei nominati che ancora oggi svolgono ruoli incompatibili con le precedenti cariche".
Anche per il deputato M5S Gianluca Vacca la dimissione di D’Amico "rappresenta l’ennesimo fallimento della politica del presidente della Regione Luciano D’alfonso. Il professor D’amico - ha aggiunto Vacca - si è guardato bene dal perdere la poltrona di Rettore e soprattutto il ruolo di professore ordinario. Quest’ultimo dichiara che, sia il ministero dell’istruzione che l’università di Teramo, hanno confermato la legittimità e regolarità della nomina, ma rimane tutto da chiarire se e cosa abbia detto il Ministero circa la compatibilità della carica in TUA e l’obbligo di aspettativa del professore universitario che ricopre altra carica pubblica. Per questo chiederemo ufficialmente lumi allo stesso Ministero. Il dato politico rimane comunque inconfutabile: il Presidente della Regione che difende anche le scelte più dubbie, incassa l’ennesima dimissione e perde pezzi per la strada".
Febbo e Sospiri (Forza Italia): "Oltre al danno, la beffa. E ora?"
"La lista degli abbandoni della barca del presidente D’Alfonso continua ad allungarsi inesorabilmente e oggi si arricchisce di un altro pesante capitolo. Le dimissioni del presidente di Tua D’Amico sono destinate a fare molto rumore e sicuramente avranno degli strascichi nei prossimi mesi".
E’ quanto dichiarano il Presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo, e il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, che sottolineano come in questi mesi avessero più volte evidenziato "le palesi criticità rispetto alla nomina dello stesso D’Amico, da sempre fedelissimo del presidente, sulla quale si era pronunciata anche l’Anac di Cantone con una sonora bocciatura. Mentre D’Alfonso aveva fatto 'orecchie da mercante' oggi l’ormai ex presidente di Tua ha deciso di rassegnare le dimissioni prendendo atto dell’autorevole giudizio nel merito espresso dall’Autorità Nazionale Anti Corruzione. Questo purtroppo rischia di determinare pesanti conseguente sulla società unica dei trasporti che, come abbiamo più volte segnalato, è alle prese con problemi seri come un parco mezzi inadeguato e con bus inutilizzabili, fornitori che lamentano ritardi nei pagamenti ormai non più tollerabili, gli aumenti delle tariffe e la riduzione di alcune agevolazioni per gli utenti".
Si tratta del risultato della strategia di un governo regionale che preferisce tagliare sommando e accorpando, "creando danni economici ai territori privilegiandone alcuni (sopratutto uno) e non 'efficientando' le spese, volendo soddisfare solo i 'capricci' dello stesso D'Alfonso su nomine e gestioni di società collegate alla Regione. Siamo curiosoidi vedere quale sarà la prossima mossa del presidente della Regione – concludono Febbo e Sospiri – che, anche questa volta, ha tra le mani una patata davvero bollente".