Tanto lavoro per nulla. Dopo settimane di trattative, il consiglio regionale ha finalmente approvato la nuova legge elettorale. La sensazione è che la maggioranza di centro destra abbia giocato sulla difensiva: l'unica novità di rilievo è che nessuno dei due sessi potrà essere rappresentato, nella composizione delle liste circoscrizionali, in misura superiore al 60%.
Bocciato l'emendamento che prevedeva l'introduzione della doppia preferenza di genere, così come quello che chiedeva parità d'accesso agli uomini e alle donne negli spazi elettorali televisivi.
Le soglie di sbarramento restano quelle varate in commissione: il 4% per i partiti che si presentano da soli, il 2% per quelli in coalizione.
"Piu' ingovernabilita', meno diritti di scelta, meno donne: così - a sentire Camillo D'Alessandro, capogruppo del PD in Regione - puo' essere riassunta e definita la legge regionale approvata". Il Partito Democratico aveva posto tre questioni: sbarramento per evitare l'ingovernabilita, la soglia al 2% rischia di creare molti mono gruppi che renderebbero ingovernabile la Regione e costeranno caro alle casse pubbliche, la parita' di accesso alle cariche elettive tra uomini e donne e il voto disgiunto, meccanismo che da' diritto ad un cittadino di scegliere il proprio consigliere ed il proprio presidente.
E' passata la linea della maggioranza di Gianni Chiodi, invece. E questo potrebbe significare molto, nei prossimi mesi.