Venerdì, 11 Ottobre 2013 00:08

Acqua, movimenti chiamano alla mobilitazione. Apl e Sel: "Ripubblicizzare GSA"

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"C'è un conflitto in atto. La guerra dell'acqua è ricominciata e i grandi interessi finanziari la combatteranno con la ferocia di chi sa di non avere consenso". Parole di Marco Bersani del 'Forum Italiano dei Movimenti per l'acqua' che ieri sera, nell'auditorium della Cgil, hanno organizzato un incontro per ribadire che l'acqua è un bene comune prezioso e indisponibile per il mercato, al pari dell'aria che respiriamo.

Il Foro dei movimenti ha deciso di contestare il Festival che si conclude oggi, a L'Aquila, dopo cinque giorni di incontri, convegni e spettacoli. Ad organizzarlo Federutility che, hanno spiegato, "ha difeso e portato avanti le spinte privatizzatrici del servizio idrico, ha rappresentato gli interessi di gestori che non hanno sinora mai applicato quanto deciso dai cittadini e sono i primi protagonisti dello sperpero dell'acqua in tutta Italia, Abruzzo compreso". 

"Come ci ha insegnato l'esperienza referendaria insieme possiamo fare molto, occorre però tenere sempre alta la guardia", ha sottolineato Renato Di Nicola del Foro abruzzese. "Mascherato dietro slogan accattivanti e numerose iniziative, il 'Festival dell'Acqua' ha tentato di portare avanti una pura e semplice operazione propagandistica a favore di chi vuole trarre profitti dall'acqua. Sono liberi di organizzare gli incontri che desiderano", ha incalzato, "di parlarsi addosso. Non è vero, però, che solo il 2-3% delle società federate sono pubbliche e non è vero che i Movimenti sono stati invitati a partecipare. Certo è che non saremmo andati comunque ad ascoltare la voce di chi rappresenta gli interessi di gestori che non hanno mai eliminato i profitti dalle bollette, come stabilito dai referendum, e sono i primi protagonisti dello sperpero dell'acqua".

Prima che la parola passasse a Bersani, c'è stato un breve intervento telefonico di Alex Zanotelli che non ha potuto partecipare all'incontro: "E' mai possibile che ci sia chi vuole ancora mettere le mani sull'acqua nonostante gli esiti referendari, espressione di democrazia diretta?", si è chiesto il missionario comboniano. "Stanno privatizzando la madre acqua: è necessario resistere, dal basso, costringendo la politica a darci finalmente una legge. Non scoraggiamoci", l'invito di Zanotelli. 

"Il festival dell'acqua c'è già stato", ha sottolineato Marco Bersani, "il 12 e 13 giugno 2011, un festival di democrazia. Qualcun altro chiama Festival dell'acqua il tentativo di fare la festa all'acqua. E' andata male, però. Ci sono più persone qui, stasera, che a tutti gli incontri organizzati in settimana. E' un dato. Non bisogna stupirsi: il paese, nel week end referendario, è cambiato. La maggioranza degli italiani ha scelto un modello sociale altro e possibile. Sento spesso parlare di tradimento degli esiti referendari: non è così. Tradire è abbracciare una causa e, poi, abbandonarla. C'è chi, invece, la nosta causa l'ha combattuta sin dall'inizio e continua a farlo. Il referendum ha aperto un conflitto, ancora in atto, tra due visioni del mondo: l'una considera il mercato l'unico regolatore sociale e, in suo nome, pensa che persino la vita possa essere mercificata. L'altra, maggioritaria, ha visto nell'acqua il paradigma di tutti i beni comuni che devono essere sottratti alle logiche del profitto".

Una vittoria storica, ha spiegato Bersani, che non è stata affatto dimenticata. Anzi. Già all'indomani del referendum, ricorda, l'Unione Europea ha inviato 39 consigli all'allora governo Berlusconi per combattere la crisi: al punto 25 era scritto chiaramente che andavano privatizzati gli acquedotti malgrado l'esito referendario. "In quel malgrado c'è la loro idea di democrazia". L'esecutivo non ha perso tempo: ha introdotto una normativa identica a quella in parte abrogata dai quesiti referendari per privatizzare i servizi pubblici locali. "Abbiamo fatto ricorso e la Corte costituzionale ci ha dato ragione. Ci riproveranno, però: non possono permettersi di perdere mercati garantiti per i loro interessi finanziari. Tanto è vero che il referendum è ancora disatteso: le società di gestione sono per lo più delle Spa e continuano ad ottenere profitti garantiti sulle tariffe. "Hanno persino istituito una Autority per stabilire il nuovo modello tariffario. Ora, già il principio è sbagliato: se la maggioranza degli italiani ha sancito che l'acqua non dovrebbe seguire logiche di mercato, a cosa serve una autority che, per sua natura, regola il mercato stesso? E poi, dove applicato, il modello tariffario ha portato ad un aumento delle tariffe del 12-13%".

Continueranno a provare a cancellare il referendum, incalza Bersani. Come? "Tentando di far passare l'idea che la gestione privata è ineluttabile. Non vogliono più convincerci che privato è bello, sanno benissimo che la pensiamo diversamente. Vogliono convincerci che sia necessario, gli basta la nostra rassegnazione. E provano ad ottenerla con la trappola della crisi, dell'emergenza, del debito, con la minaccia del fallimento del sistema paese. Lo shock serve a rendere politicamente inevitabile quello che è socialmente inaccettabile".

"Non stiamo vivendo una crisi, per sua natura passeggera", continua Bersani, "siamo dinanzi alla fine di un modello che, pur di tutelarsi, non può far altro che mercificare le nostre vite. Almeno fino a quando non saremo in grado di ribadire che un altro modello di sviluppo, equo e sostenibile, è possibile. Inizia una nuova fase per il movimento dell'acqua: nei prossimi mesi cercheranno di mettere la pietra tombale sul referendum. Già settimana prossima, verrà presentata in Parlamento la Legge di stabilità finanziaria con il Piano Destinazione Italia che ha lo scopo di rendere attraente il nostro paese per i grandi investitori stranieri. Come? Rendendolo conveniente, magari con normative fiscali speciali".

A leggerlo, in effetti, il Piano prevede un rilancio del sistema Italia che passi, inevitabilmente, dalle grandi opere e dalla svendita, sul mercato, del demanio pubblico, degli immobili di proprietà dello Stato e dei servizi pubblici locali. "Pensate che, qualche giorno fa, il ministro Zanonato ha incontrato le multiutility", sottolinea Bersani. "Dopo aver strangolato gli enti locali per dieci anni, ora offriranno la possibilità di svendere la gestione dei servizi, anche dell'acqua, e di utilizzare quanto ricavato senza che i fondi vengano conteggiati nel Patto di stabilità. Avete capito cosa hanno in mente?".

"La guerra dell'acqua è ricominciata e proveranno a combatterla con la ferocia di chi sa di non avere consenso. E' necessario dar nuova vita a quel movimento pacifico e colorato che sancì la storica vittoria referendaria. Una vittoria che ha reso esplicita una via di uscita da quella che definiscono crisi, una idea di democrazia e di futuro non svendibile agli indici di borsa. E il movimento deve ripartire dai territori".

Un invito immediatamente raccolto dal consigliere di Appello per L'Aquila, Ettore Di Cesare: "Tra noi e loro, il Comune dell'Aquila ha deciso chiaramente con chi stare. Sono felice che almeno un quarto della Giunta sia qui stasera (gli assessori Fabio Pelini e Betty Leone, ndr), sintomo che il patrocinio dell'amministrazione al festival di Federutility non è stata una scelta unanime. C'è ancora molto da fare, però. In questo senso, con il consigliere di maggioranza Masciocco, stiamo lavorando ad un'idea: presentare in Consiglio comunale un atto che impegni l'amministrazione alla completa ripubblicizzazione della Gran Sasso Acque, come sta accadendo a Napoli e come già accaduto a Parigi e Berlino. Infatti, se è vero che è una società a totale capitale pubblico, è vero anche che è una società per azioni che deve fare profitto per statuto. Siamo pronti a combattere con un pezzo di maggioranza questa battaglia: se le ambiguità del Partito democratico a livello nazionale sono, oramai, conclamate vogliamo capire cosa ha intenzione di fare il Pd a livello cittadino".

"Stiamo pensando ad una mozione firmata da Sel, Appello per L'Aquila e Rifondazione, ad un pronunciamento del Consiglio comunale che impegni l'amministrazione attiva ad una azione concreta", conferma Masciocco. "Per dare ancora maggiore forza alla nostra azione, si potrebbero invitare i cittadini a firmare la mozione prima di discuterla in assise. Non si tratta di una battaglia di opposizione o di maggioranza: è, piuttosto, una battaglia di tutti i cittadini che, con il loro voto, hanno espresso chiaramente la volontà di non privatizzare l'acqua e gli altri beni comuni".

Una voce che non si può far finta di non aver sentito.

 

 

 

Ultima modifica il Venerdì, 11 Ottobre 2013 01:36

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