Mercoledì, 19 Aprile 2017 14:46

Primarie PD, la mozione Orlando. Fina: "Ricostruire partito aperto e inclusivo"

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"L'ottimo risultato ottenuto da Andrea Orlando tra gli iscritti del circolo cittadino è un segnale importante, da preservare e ampliare alle primarie del 30 aprile".

Parole di Carlo Benedetti, presidente della mozione provinciale a sostegno del Guardasigilli, che ha presentato stamane, in conferenza stampa, i candidati all'assemblea nazionale: il capolista Michele Fina, Emanuela Di Giovambattista, Stefano Albano e Simona Fasciani; "il voto degli iscritti - ha ribadito Benedetti - racconta la voglia di sentirsi dentro ad un partito, la rifondarlo e unirlo, riconsegnandogli una identità".

Benedetti immagina un partito capace di "tornare tra la gente, interpretando un giusto rapporto con la società civile, e che non risponda in modo populista e demagogiche alle difficoltà che vive il Paese; un partito che rimetta al centro i diritti e le tutele del lavoro, un'idea diversa di sviluppo e austerità".
"Il renzismo è finito", ha aggiunto tagliente; "stiamo vivendo gli ultimi, drammatici colpi di coda che, spero, non snaturino ancor di più il Partito Democratico". In questo senso, Orlando rappresenta "una risposta forte, unitaria, alla crisi che vive il Pd, ad un popolo di sinistra smarrito per la deriva presa dal partito".

Presentando i candidati all'assemblea nazionale, Benedetti ha sottolineato come rappresentino "il giusto mix di rinnovamento e competenza".

"Orlando ha già mostrato una particolare attenzione alla città, aprendo qui la campagna congressuale, ed ha molto apprezzato il risultato raggiunto tra gli iscritti del circolo aquilano", ha aggiunto il segretario cittadino dei democrat, Stefano Albano. "Così come è rimasto piacevolmente sorpreso dalla straordinaria affluenza alle primarie: d'altra parte, la partecipazione del 9 e 10 aprile riflette lo stato di una città dinamica, che non vuol più sentirsi terremotata. Per questo, anche la politica deve mostrarsi dinamica: la scelta di Orlando può apparire in controtendenza rispetto al panorama nazionale, è coerente, però, con la strada intrapresa dal Pd aquilano. E' il candidato giusto per ricostruire un partito che deve tornare ad essere comunità. Tira un vento che porta con sé i peggiori populismi, le peggiori destre", ha ribadito Albano; "la risposta sta nei luoghi collettivi di discussione. Il grande limite di Matteo Renzi è stato di non aver fatto fino in fondo il segretario del partito: il voto congressuale non sarà un referendum pro o contro Renzi, piuttosto dovrà rispondere alla domanda su chi sia il più adatto a fare il segretario".

Dunque, Albano ha messo sul tavolo "la battaglia cui stiamo provando a dare corpo: il nostro, è un territorio fragile; tra qualche anno, potremmo ritrovarci ad affrontare un altro terremoto, un'altra calamità naturale: è il momento di cristallizzare un modello normativo che prenda spunto dalle buone pratiche già sperimentate a L'Aquila, in Emilia. Per far questo, non ci si può limitare ad un dibattito parlamentare: c'è bisogno di una battaglia, forte, nella società civile, una battaglia che soltanto un partito radicato sui territori può combattere".

Altro aspetto che sta nel dna della mozione Orlando, "e così del partito aquilano", è la necessità condivisa "di riaprire un campo progressista ampio: laddove il Pd si presenta in solitudine, le forze di sinistra scompaiono e subiamo durissimi colpi; al contrario, laddove il fronte di centrosinistra si presenta unito, vince. Non si tratta soltanto di tattiche elettorali, però: innanzi ad una crisi economica mai così complessa, le risposte stanno in un impianto di valori tipicamente progressisti, di centrosinistra".

Per l'assessora comunale alle Politiche sociali, Emanuela Di Giovambattista, "la scelta di Orlando ha avuto un momento di maturazione fondamentale nel referendum del 4 dicembre scorso, che ci ha sbattuto in faccia le divisioni del nostro Paese. I giovani e le periferie hanno votato contro la riforma costituzionale del più giovane Governo della storia repubblicana, ed era necessaria una riflessione, che coincide col congresso. Nella proposta di Orlando, stanno le ragioni che dieci anni fa portarono alla nascita del PD: un partito plurale, che non confonde la vocazione maggioritaria con l'autosufficienza, un partito portato al dialogo e che respinge l'idea di un uomo solo al comando. La stessa impostazione che abbiamo seguito qui all'Aquila, d'altra parte, sia a livello di partito che di amministrazione".

"Non intendiamo costruire un PD di sinistra - ha chiarito il capolista Michele Fina - piuttosto, ricostruire il Partito Democratico come sintesi felice di politiche che vengono da lontano. Personalmente, sono stato convinto sostenitore delle ragioni del Si al referendum costituzionale, con le nostre parole però, non inseguendo slogan populisti. Se in alcune periferie sociali e fisiche è finita con la netta affermazione del No, così come tra i giovani, non è un problema del centrosinistra, ma della politica che viene delegittimata da risposte reazionarie e demogagiche, tra xenofobia e populismo".

Va legittimata la politica, "ed è un problema che riguarda tutti". In questo senso, "abbiamo bisogno di un grande partito, non di promuovere ulteriori divisioni che non hanno mai aiutato, piuttosto avvantaggiato gli avversari. C'è bisogno di un grande Partito Democratico, aperto ed inclusivo, con sensibilità diverse che debbono stare insieme ed ascoltarsi".

Non è mancato un riferimento alle polemiche dei giorni scorsi, seguite alla decisione di escludere il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, dalla lista dei candidati all'assemblea nazionale [Leggi qui]. "I nomi sono stati condivisi, non calati dall'alto", ha ribadito Di Giovambattista; "le candidature sono state condivise con i territori, che hanno comunque riconosciuto all'Aquila due candidature, la mia e quella di Stefano Albano".  La polemica "mi sembra sia stata costruita più da altri che da Cialente, personalità importante per il partito e per la mozione Orlando, e che tiene al partito molto più di altri", ha aggiunto l'assessora comunale.

"Le polemiche dei componenti la mozione Renzi sono stucchevoli", ha aggiunto Simona Fasciani; "è anche una questione etica, non abbiamo mai pensato di giudicare le scelte dei nostri avversari al congresso e se proprio vogliamo dirlo, la vera rottamazione - considerati i candidati - l'abbiamo fatta noi, in provincia dell'Aquila".

Ultima modifica il Mercoledì, 19 Aprile 2017 15:01

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