“Quando arrivai a Villa Sant’Angelo la mattina del terremoto trovai Pierluigi che scavava tra le macerie. Era sporco, stravolto, terrorizzato per quanto era successo. Ma nonostante tutto, dopo ore, era ancora lì che scavava. E’ stato allora che ho capito quanto amasse la propria terra e il proprio paese”.
L’endorsement di Giorgia Meloni per Pierluigi Biondi inizia con la rievocazione di un ricordo personale legato al 6 aprile. L’ex ministro è il primo big nazionale chiamato dal candidato sindaco del centrodestra per dare l’abbrivio alla propria campagna elettorale in vista delle amministrative dell’11 giugno.
Nessuna sorpresa che la scelta dell’ex sindaco di Villa Sant’Angelo sia caduta proprio sulla Meloni. I due si conoscono da tempo, a unirli c’è un’amicizia decennale frutto di una lunga militanza politica spesa prima in Azione giovani, poi dentro An e nelle sue successive incarnazioni fino ad arrivare a FdI e ai giorni nostri.
“Sono fiera" dice la Meloni "che Fratelli d’Italia possa esprimere un proprio candidato sindaco, con un programma, peraltro, molto poco ideologico e molto concreto, improntato a quel che c'è da fare, in una città simbolo come L’Aquila, capoluogo di regione. Sono fiera anche del fatto che intorno a questa candidatura si sia formata una compagine unita e compatta, capace di allargarsi anche alle esperienze civiche e di essere pienamente competitiva non solo per arrivare al ballottaggio ma per vincere”.
Raggiungere un’intesa nei tavoli romani sul nome di Biondi, giura l’ex ministro, è stato semplice: “Siamo riusciti a trovare un accordo con sostanziale semplicità, non solo sull’Aquila ma per tutto il territorio nazionale, ascoltando le istanze che arrivavano dal territorio e allargando alle esperienze civiche. L’Aquila non ha fatto eccezione, tutti quanti hanno capito che Pierluigi poteva fare la differenza sia per la sua storia umana che per le sue capacità amministrative”.
“Mi pare che l’attuale amministrazione, che qui governa tutto, sia stata molto deludente, come dimostra l’immobilismo in cui versa la città” afferma la Meloni, tra una dichiarazione sovranista (“Serve una politica che rimetta l’interesse nazionale al centro del proprio agire contro i guasti della globalizzazione incontrollata”) e un messaggio pro Le Pen (“Il voto francese è stato un avviso di sfratto ai partiti che governano in Europa, il partito socialista e il partito popolare. Queste elezioni dimostrano che la gente vuole persone capaci di rompere con gli schemi del passato. Io non ho dubbi e continuo a stare con l’Europa dei popoli e la Le Pen”).
Colpa principale del centrosinistra aquilano, e in particolar modo del Pd, secondo la Meloni, è stata quella di non aver saputo spendere o spendere bene le risorse di cui disponeva, specie per ciò che concerne la ricostruzione pubblica e i bandi per ridare ossigeno all’economia, al lavoro, alle attività artigianali e alle piccole e medie imprese. Sia lei che Biondi non risparmiano una frecciata al Pd che ha scelto di indire una conferenza stampa per presentare il bando Fare Centro proprio lo stesso giorno e alla stessa ora del loro incontro elettorale, apponendo “sopra un’iniziativa che dovrebbe essere un segnale di speranza per tutta la città la patente di un partito”.
“Pensavo che Cialente avesse smesso di fare il sindaco quando consegnò la fascia a Giorgio Napolitano. Si vede che come si sono spente le telecamere dei tg si è rimesso la fascia e si è riposizionato sulla sua poltrona” è l’altra stilettata sferrata a Cialente dalla Meloni, che attacca il Pd anche per aver votato contro, in parlamento, all’emendamento sulla clausola sociale presentato da FdI per salvare il contact center Inps dell’Aquila.
“L’Italia e L'Aquila hanno bisogno di gente come Pierluigi, di persone che stanno in trincea e possono camminare a testa alta per le strade della propria città potendo guardare in faccia i propri cittadini. Oggi per candidarti sindaco, specie di una città come L’Aquila, devi essere coraggioso, anche perché i sindaci oggi hanno poche risorse e poteri inadeguati ad affrontare le emergenze, oltre a dover rispondere a una cittadinanza che pensa che qualsiasi cosa accada sia colpa loro. Ma quando ti candidi vuol dire che la tua terra la ami davvero, che vuoi rimboccarti le maniche per costruire un futuro migliore per la tua gente”.