Votare Renzi per continuare a portare avanti quel processo di riforme necessarie a rimuovere "i tanti blocchi e i tanti tappi che pesano sul Paese e a farlo tornare a crescere".
L'ex sindaco di Torino Piero Fassino è intervenuto ieri all'Aquila, insieme all'ex presidente del Senato Franco Marini, in un incontro, svoltosi nell'auditorium Ance di via De Gasperi, organizzato a sostegno della mozione Renzi-Fassina in vista del congresso che, dopo le primarie di domenica 30 aprile, incoronerà il nuovo segretario del Pd.
Prima di prendere parte al dibattito, Fassino è stato accolto e salutato a palazzo Fibbioni da Massimo Cialente e Giovanni Lolli. Sia il primo cittadino, in scadenza di mandato, che il vice presidente della Regione, però, schierati entrambi con Orlando, come la stragrande maggioranza del Pd aquilano, non hanno partecipato all'iniziativa, alla quale erano invece presente invece la senatrice Stefania Pezzopane, in lista per l'assemblea nazionale in appoggio alla mozione dell'ex sindaco di Firenze, e il candidato sindaco di centrosinistra alle comunali di giugno Americo Di Benedetto.
"L'Italia deve tornare a crescere" ha detto Fassino "perché, senza crescita, non si esce dalla crisi, non si crea lavoro, non si restituisce alle imprese la capacità di competere. Per rimettere in moto l'economia, è necessario fare quelle riforme in grado di rimuovere i tanti blocchi e i tanti tappi che hanno impedito all'Italia di crescere. Abbiamo iniziato a farlo in questi tre anni, con la riforma del lavoro, della scuola, della PA. Ora dobbiamo continuare su questa strada e Renzi interpreta bene questa determinazione nel riformare il Paese, modernizzarlo, slegarlo, farlo crescere di nuovo".
Sulle primarie di domenica c'è un grande punto interrogativo che riguarda l'affluenza: sotto i due milioni di partecipanti, hanno lasciato intendere a Largo del Nazareno, saranno considerate un flop. Un'incertezza, ha attaccato Andrea Orlando, principale avversario di Renzi nella corsa alla segreteria, causata anche dallo scarso impegno messo dal partito nel pubblicizzare l'appuntamento elettorale.
Ma per Fassino, che fu anche l'ultimo segretario dei Ds, si tratta di un rischio inesistente: "Non è vero che le primarie sono state poco pubbliczzate. Se ne parla da almeno 5 mesi, tutti coloro che seguono la vita politica sanno benissimo che ci saranno. Io penso che domenica ci sarà una bella partecipazione, così come c'è già stata nei circoli del Pd, dove hanno votato 270 mila persone".
Sul dopo primarie, invece, Fassino sembra essere d'accordo con la proposta lanciata da Giuliano Pisapia (Campo Progressista) dalle colonne di Repubblica: votare subito una nuova legge elettorale (ieri, in tal senso, c'è stato anche un chiaro messaggio del presidente della Repubblica Sergio Mattarella) e lavorare alla costitutuzione di una coalizione aperta alle forze e ai partiti a sinistra del Pd. Due cose strettamente connesse, visto che un allargamento del perimetro delle alleanze del Pd comportrebbe necessariamente la scelta di un sistema elettorale con premio alla coalizione e non più ai singoli partiti. Ipotesi, quest'ultima, non molto gradita a Renzi, ancora convinto dell'autosufficienza del Pd e quindi a favore di una legge elettorale con premi di maggioranza assegnati alle liste: "Certamente è necessario mettere mano alla legge elettorale" ha detto Fassino "perché è un passaggio fondamentale. Ovviamente intorno alla discussione sulla legge elettorale, occorre definire anche il sistema di rapporti e alleanze tra i partiti. Noi abbiamo sempre lavorato per unire la sinistra e continueremo a farlo".