Domenica, 17 Gennaio 2021 09:40

Crisi di Governo, l'ora della verità: Conte oggi alla Camera e domani al Senato

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E' l'ora della verità per il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte e per il governo 'giallorosso': alle 12, il premier si presenterà a Montecitorio per "comunicazioni sulla situazione politica in atto"; domani, alle 9:30, Conte sarà a Palazzo Madama. 

E se il voto di fiducia alla Camera è scontato, sebbene sarà interessante capire se ci saranno altre defezioni tra i renziani di Italia viva che hanno già perso Vito De Filippo e Michela Rostanciò che accadrà in Senato è ancora tutto da scrivere.

Al momento, i numeri per garantire la maggioranza assoluta non ci sono; se è vero che i 'costruttori' sono al lavoro, Conte - stante l'astensione dichiarata di Italia viva - è lontano dalla soglia di 161, potrebbe fermarsi a 155, forse a 156. Andasse così, non si tratterebbe di una sfiducia formale ma, di certo, politica e il premier dovrebbe prenderne atto. C'è chi sostiene che Conte potrebbe addirittura salire già domani al Quirinale, dopo le comunicazioni alla Camera, per rassegnare l'incarico nelle mani del Capo dello Stato, Sergio Mattarella

L'ipotesi più accreditata in queste ore, però, è che il premier decida di sfidare comunque Renzi a Palazzo Madama provando, da un lato, a rompere il fronte del centrodestra che pure si presenta compatto, almeno formalmente, e dall'altra a far esplodere le contraddizioni, che pure ci sono, dentro Italia viva; d'altra parte, non è un mistero che siano davvero pochi i senatori che vogliono le elezioni, da una parte e dall'altra. Anche per questo, il Movimento 5 Stelle e il Pd - sebbene con posizioni più sfumate - continuano a tenere chiusa la porta chiusa a Renzi che, fino a ieri sera, ha provato a lanciare messaggi di distensione. 

Tuttavia, la strada per Conte è stretta, e in salita.

Dovesse uscire politicamente ridimensionato dal voto in Senato, il premier non potrebbe fare altro che dimettersi. A quel punto, Mattarella avvierebbe un veloce giro di consultazioni che dovrebbero portare il Capo dello Stato a dare mandato a Conte per verificare se c'è una maggioranza su un eventuale Conte ter, magari con lo stesso perimetro politico a valle di un patto di legislatura - che chiede anche il Pd - e di un rimpasto di governo. 

E' chiaro, però, che una crisi parlamentare non ha mai un esito scontato.

E' ciò che inquieta Conte. D'altra parte, che sia crescente il malessere verso il premier - su cui giocoforza tutti hanno fatto quadrato dopo l’uscita di Iv - è evidente; a mezza bocca sono in molti a lasciar capire che se dovesse fallire nell’impresa che ha fortemente voluto perseguire, tentare cioé la strada della maggioranza alternativa in Parlamento, quella che si aprirebbe dopo sarebbe un’altra partita, e si vedrà. Anche sul possibile rientro in gioco di Iv. Il premier ha fiutato l'aria, teme - a ragione - che il braccio di ferro possa logorarlo e che ragion di Stato possa spingere le forze dell'attuale maggioranza, e chissà che il perimetro non possa addirittura allargarsi, a trovare la sintesi su un altro profilo, magari su una personalità indicatata dal Presidente della Repubblica a guidare un governo Istituzionale, di responsabilità.

Sul tavolo resta il nome di Marta Cartabia

 

Ultima modifica il Domenica, 17 Gennaio 2021 23:35

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