"Spiace constatare, ma era prevedibile, come gli esponenti vecchi e nuovi del centrodestra cittadino abbiano impostato la campagna elettorale all'insegna dell'attacco e della recriminazione. Quello che interessa oggi, tuttavia, non è tanto rivendicare quello che si è ottenuto, quanto rilanciarlo e rafforzarlo, con nuovi progetti e nuove proposte. Così vogliamo impostare la nostra campagna elettorale. E' una fase decisiva: possiamo consolidare la ricostruzione e fare della nostra città una fucina di opportunità. Lasciamo agli altri l'esercizio di guardare indietro".
A dirlo, il capogruppo del Pd in Consiglio comunale Tonino De Paolis, che ha deciso di non ricandidarsi, e il segretario cittadino dei democratici, Stefano Albano, che figura, invece, tra i 32 in lista. "L'Aquila è tra le poche città del nostro Paese in cui si sperimenterà il 5g, e questo costituirà un fattore competitivo straordinario per rilanciare la nostra attrattività economica, tanto che già sono in campo concrete manifestazioni di interesse di aziende e sono stati presentati progetti di ricerca; nel centro storico i sottoservizi aprono occasioni straordinarie; i fondi a disposizione per il rilancio delle attività economiche sono in larga parte da impegnare, il bando Fare Centro sta destando interesse e speranze. Sono solo alcuni dei temi e delle possibilità create con le nostre iniziative; ora, è il momento di accelerare per coglierle".
"Noi guardiamo avanti", l'affondo di Albano e De Paolis; "il torcicollo lo lasciamo agli altri: ma poi, tra il candidato sindaco che rispolvera la figura di Silvio Berlusconi e il candidato di Fratelli d'Italia Giorgio De Matteis che si lancia in stucchevoli elenchi di recriminazioni e livore, viene da chiedersi dove siano stati tutti questi anni. De Matteis era rappresentante di primo piano della maggioranza che ha sostenuto Gianni Chiodi in Consiglio regionale, quella – inutile illudersi che gli aquilani se lo siano dimenticato – che è stata per la ricostruzione della nostra città come una piaga d'Egitto. O vogliamo considerare il bluff della zona franca come una misura utile per la città, con la distribuzione di un poco di risorse a tutti, compresi i costruttori?".
La compagine di liste e partiti che sostiene Biondi discende dalla maggioranza che sosteneva il governo di Silvio Berlusconi al momento della tragedia del terremoto, "e Biondi lo rivendica. Di quella maggioranza, noi ricordiamo soprattutto la responsabilità degli anni persi. Tante volte abbiamo chiesto la tassa di scopo per finanziare la ricostruzione della nostra città; in risposta abbiamo sempre avuto rifiuti e la conseguente indisponibilità cronica delle risorse che ci ha costretto – sempre a noi del centrosinistra, perché anche per questo il centrodestra locale e nazionale risulta non pervenuto – a ingaggiare battaglie per lo stanziamento dei fondi, di semestre in semestre, fino a quando non siamo riusciti a ottenere una programmazione certa".