"Penso che attorno all'Aquila si possa costruire una grande sfida nazionale. L'Aquila può diventare un modello di ricostruzione e rivitalizzazione dei centri storici, anche grazie a strumenti legislativi e finanziari nuovi, da mettere in atto nella prossima legislatura".
Ad affermarlo è stato il ministro della Cultura Dario Franceschini, in visita all'Aquila per sostenere la candidatura di Americo Di Benedetto.
"Non vengo qui in veste istituzionale ma politica" ha tenuto a precisare Fracneschini. "Con L'Aquila sento di avere un legame che con il tempo si è fatto sempre più forte. Venni qui la prima volta da segretario del Pd" ha ricordato il ministro "il giorno dopo il 6 aprile. Poi l'anno dopo, quando portai qui in pullman 200 parlamentari del partito, perché volevo che vedessero con i loro occhi quello che era successo".
E' stato grazie a Franceschini, ha ricordato Stefania Pezzopane, che L'Aquila ha potuto avere i soldi della legge mancia 2010: "Con quei soldi abbiamo potuto comprare l'ex polo elettronico e Piazza d'Armi", ha detto la senatrice. Ed è stato sempre Franceschini, ha detto Cialente, colui al quale si devono l'apertura di una sede distaccata del Maxxi a palazzo Ardinghelli (l'inaugurazione è prevista per il 2018) e una manifestazione come la giornata del jazz italiano per L'Aquila.
"Credo semplicemente di aver fatto il mio dovere" ha risposto Franceschini "Ho cercato di tenere accesi i riflettori sull'Aquila. Quella del Maxxi è un'iniziativa importante, perché si collega con una grande istituzione dello Stato: il Maxxi infatti è un museo dello Stato, dedicato all'arte del XX secolo. Così come è importante il festival jazz, nato da una chiacchierata con Paolo Fresu. Ricordo le facce delle persone quella sera. Fu una giornata importante, perché dimostrammo che era possibile riportare le persone in centro, rivedere la città viva".
La sfida della ricostruzione, ha detto Franceschini, può dirsi in gran parte vinta: "Per questo vorrei che dalla prossima legislatura si potesse mettere su un progetto nuovo, anche con strumenti legislativi e finanziari dedicati, per far diventare L'Aquila un modello a livello nazionale sia per la ricostruzione materiale che per quella immateriale".
Quest'ultima, secondo il ministro, passa soprattutto attraverso il turismo. Un turismo "colto, sostenibile, intelligente, che porti ricchezza e apprezzi la qualità e la bellezza dell'arte, del paesaggio, del cibo, dell'artigianato. Qui ci sono tutti questi ingredienti".
La rinascita dell'Aquila, dice Franceschini, si interseca con una strategia nazionale che il governo sta portando avanti sul turismo e sulla valorizzazione del patrimonio artistico "diffuso", raccolto nei borghi e nelle piccole città: "Dobbiamo uscire dal paradosso per cui abbiamo le grandi capitali dell'arte come Firenze, Venezia, Roma, che ormai hanno un problema di sovraffollameto, e, a pochi chilometri di distanza, luoghi altrettanto belli, che in un qualsiasi altro paese del mondo attrarrebbero milioni di turisti, dove però non va nessuno. Come ministero stiamo lavorando a un progetto per fare dell'Italia un museo difuso, rilanciando il turismo sostenibile e moltiplicando i centri attrattori del turismo internazionale".
"Indipendentemente dal ruolo che avrò" ha promesso Franceschini "perché poi le legislature finiscono, anche se non occuperò più incarichi istituzionali, mi sento moralmente impegnato a tenere accesi i riflettori sull'Aquila".