"La delibera n. 271 della Giunta Regionale abruzzese, che dispone l'unione funzionale dei presidi ospedalieri di Chieti e Pescara ai fini della costituzione di un D.E.A. di II livello, è solo l'ultima tappa di un progressivo svuotamento del ruolo del Capoluogo d'Abruzzo che non può essere più tollerato".
Lo afferma Claudia Pagliariccio, candidata a Sindaco dell'Aquila per CasaPound Italia. "A nulla serve la pezza a colore messa dal centrosinistra abruzzese qualche giorno dopo, con la costituzione di una commissione per lo studio di fattibilità di un altro polo di II livello che veda integrate L'Aquila e Teramo: parole buone per gli ultimi giorni di campagna elettorale, quando i buoi sono già scappati da tempo. La realtà è la totale subalternità del PD cittadino al governatore Luciano D'Alfonso, il quale – dopo aver conquistato il voto degli aquilani con lo specchietto per le allodole della legge per L'Aquila capoluogo – si comporta oramai da Presidente della Regione costiera, ignorando le istanze delle aree interne e in particolare della nostra città. E il centrodestra, che ora urla contro gli scippi, è lo stesso che rimase in silenzio quando i 50 milioni di euro dell'assicurazione del "San Salvatore" furono impiegati dall'allora presidente della Regione Gianni Chiodi e dall'ex manager Silveri – oggi candidato Sindaco – per ripianare i debiti di tutta la sanità abruzzese anziché per la ricostruzione dell'ospedale aquilano, così come ha taciuto sugli altri scippi perpetrati in questi anni sia in termini di risorse, con i fondi post-terremoto dirottati altrove, sia in termini di uffici".
"L'Aquila – prosegue la candidata a Sindaco di CasaPound – va difesa nella sua dignità di Capoluogo di Regione. Per questo ho deciso di non partecipare al confronto tra i candidati organizzato ieri pomeriggio, a Pescara, dal quotidiano Il Centro. Trovo assurdo che un giornale a diffusione regionale, forte anche di una redazione aquilana, non riesca a organizzare in loco un dibattito tra i candidati a Sindaco. Questa mia decisione non costituisce in nessun modo una mancanza di rispetto nei confronti dei cronisti aquilani del quotidiano, di cui apprezzo la professionalità, né della stampa più in generale, ma vuole essere un gesto simbolico forte per rivendicare alla Città il rispetto che merita. Come ai tempi dei moti del 1971 – conclude la Pagliariccio – occorre ribadire ancora una volta il nostro orgoglio di essere aquilani!".