Mercoledì, 21 Giugno 2017 19:34

L'Aquila verso il ballottaggio, intervista a Pierluigi Biondi: la sfida elettorale, i temi dell'agenda politica, lo sguardo oltre il 25 giugno

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Verso il ballottaggio, NewsTown incontra i candidati sindaco di centrodestra e centrosinistra che, domenica 25 giugno, si sfideranno per la successione a Massimo Cialente. In rigoroso ordine alfabetico, e di posizionamento sulla scheda elettorale, iniziamo con Pierluigi Biondi che, al primo turno, si è fermato al 35.8%, undici punti sotto Americo Di Benedetto; l'ex sindaco di Villa Sant'Angelo, capace di riunire il centrodestra 15 anni dopo l'ultima volta, è convinto di poter ribaltare il risultato dell'11 giugno.

"Il candidato sindaco di centrosinistra ha preso meno della coalizione, è stato trainato, cioé, dalla forza delle liste formate da personaggi che, in questi anni, hanno gestito il potere creandosi un bagaglio di consenso elettorale, in parte clientelare", spiega ai nostri microfoni; inoltre, "un cospicuo numero di candidati della lista civica di Di Benedetto provengono dal centrodestra, hanno un elettorato che, verosimilmente, nutre la nostra stessa sensibilità e che, dunque, a risultato acquisito, potrebbe tornare nell'alveo naturale di una precisa collocazione politica. Infine, c'è un dato da tenere in considerazione: sei sdei sette candidati a sindaco hanno espresso, a più riprese, la necessità di un cambiamento radicale rispetto al sistema di potere del centrosinistra. Considerato pure che non ci sarà più la tracciabilità del voto, uno degli effetti della doppia preferenza di genere, gli aquilani saranno davvero liberi di scegliere: ecco perché sono convinto si riparta dallo 0 a 0".

Biondi non nasconde che il risultato delle liste di centrodestra, ferme al 33%, ben undici punti sotto le forze d'area che, nel 2012, avevano sostenuto le candidature di Giorgio De Matteis e Pierluigi Properzi, non è stato affatto soddisfacente. "Il centrodestra ha trovato tardi l'unità: anche per questo dato di frammentazione, alcuni sono stati spinti a ricollocarsi nel centrosinistra. Non è affatto un dettaglio che i più votati della lista civica di Di Benedetto, cinque anni fa, fossero candidati in seno al centrodestra: se si sommano i loro voti, arriviamo a circa 1500 preferenze che, su 36mila voti utili, portano con sé un 4% circa. E' chiaro che il centrodestra, rispetto al 2012, ha scontato anche la fase politica più complicata: allora, c'era ancora l'onda lunga del berlusconismo e la città stava in piena emergenza, soffrendo criticità e problematiche ben più rilevanti. Stavolta, abbiamo dovuto rincorrere, provando a recuperare il tempo perso, e scontrandoci con una corazzata che, in questi anni, ha gestito milioni di euro di ricostruzione privata. Insomma, è stato un mezzo miracolo aver portato il centrosinistra al ballottaggio".

Come aveva promesso in campagna elettorale, il candidato di centrodestra non ha voluto alcun apparentamento sebbene si dica "disponibilissimo" a confrontarsi con tutti, sulle proposte programmatiche: "la città ha bisogno di condivisione, di partecipazione, della necessaria contaminazione tra idee che, se non si configura come trasversalismo che si muove nelle zone grigie, è un valore aggiunto per la città. In questi anni, la grossa occasione persa è stata la persistente volontà d'impedire anche a contributi esterni di confrontarsi con i cittadini aquilani sul destino della città. Ed oggi, la ricostruzione va avanti per inerzia, per la somma d'interessi privati che non necessariamente, però, fanno l'interesse pubblico".

Biondi ha portato con sé un cartello: "Il Pd regala l'ospedale ai privati. Tordera caccia le carte", c'è scritto; d'altra parte, il tema della sanità è entrato prepotentemente nell'agenda della campagna elettorale del candidato sindaco di centrodestra, "per il fulmine a ciel sereno del project financing proposto sul San Salvatore: il vecchio progetto, che è stato bocciato, rappresentava una vera e propria truffa e non ho paura di dirlo; ora, scopriamo che ce n'è un altro, proposto dalla stessa associazione temporanea d'imprese e che, dalle poche notizie che abbiamo, non si discosterebbe molto dal precedente. Sulla vicenda, il Pd ha mantenuto un atteggiamento piuttosto ambiguo: Di Benedetto, prima ha sostenuto di conoscere e condividere il project financing, poi ha spiegato di averne avuto notizia ma di non aver avuto modo di approfondirne i contenuti;  Tordera, invece, ha dichiarato che il nuovo progetto è molto diverso dal precedente e che rappresenta un'opportunità per la città: per questo, ho chiesto un'attivita di tipo ispettivo al presidente del Comitato vigilanza del Consiglio regionale, Mauro Febbo, ma il manager della Asl ha risposto di non aver ancora analizzato la proposta. Insomma, questa ambiguità di fondo mi fa pensar male. Tra l'altro, Tordera avrebbe detto che non mi farà vedere il project financing almeno fino alla scadenza dei 30 giorni previsti dalla legge rispetto alle richieste d'accesso agli atti. Personalmente, continuerò a chiedere risposte: prima di scegliere il futuro sindaco, la città dell'Aquila ha diritto di sapere se l'Ospedale resterà in mano pubblica o se verrà regalato ai privati".

Un tema, quello della riorganizzazione della sanità e dei presidi ospedalieri che attiene, evidentemente, al rapporto, più generale, tra aree interne e costa adriatica, piuttosto sbilanciato verso Pescara. Per riequilibrarlo - spiega Biondi - "va tenuta la schiena dritta, anteponendo gli interessi della città a quelli di partito: è chiaro che la triade, e Di Benedetto di rimando, non dicano nulla sulla spoliazione in atto. Aggiungo che il sindaco uscente Cialente e il delegato regionale ai trasporti D'Alessandro avevano promesso l'acquisizione di Ama in Tua: ebbene, abbiamo chiesto a che punto è la vicenda, senza ottenere risposte. Il 31 luglio l'operazione va conclusa altrimenti, col decreto Madia, rischiamo di restare esclusi dalla possibilità di affidamenti in house e, dunque, di dover andare a gara sul trasporto pubblico locale. Rischiamo la privatizzazione, insomma: purtroppo, sono di sinistra soltanto a parole, da questo punto di vista".

Temi centrali per lo sviluppo della città sono, ovviamente, le infrastrutture - e in particolare i collegamenti con Roma e Pescara - ed il rilancio economico. "Sulle infrastrutture - sottolinea il candidato sindaco di centrodestra - va fatta una scelta generale: se dovessimo andare al Ministero a chiedere risorse per il collegamento veloce tra L'Aquila e Roma (il centrosinistra si è svegliato da pochissimo, sull'argomento) non le concederebbero mai; la proposta avrebbe un senso, invece, se inserita in un progetto complessivo di collegamento tra i due mari, con L'Aquila che, a quel punto, diverrebbe centrale, anche per la gestine delle calamità e delle emergenze. Resto convinto sia una possibilità da perseguire: siamo la città più sicura d'Italia, dovremmo esserlo almeno, abbiamo un know how sperimentato sul campo, l'Ospedale e l'aeroporto, un Ateneo importante con le facoltà necessarie dal punto di vista scientifico e umanistico".

Sullo sviluppo economico, invece, coi fondi del 4% "si è puntata l'attenzione sul chimico farmaceutico, un settore certamente importante, sono stati stanziati 11 milioni per Accord Phoenix, una vicenda piena di ombre, e sarebbe interessante capire a quanto ammontano le risorse erogate fino ad oggi, si è andata ad intercettare una parte del comparto del commercio e delle attività produttive ma relativamente al solo centro storico; nel mezzo, però, c'è un mondo che regge l'economia cittadina: commercianti, ambulanti, piccole imprese cui non è stata rivolta la necessaria attenzione. Credo che il problema sia da ricercare soprattutto nella mancata capacità rappresentativa dei corpi intermedi della città: le associazioni di categoria dovrebbero tornare a fare corpo, e invece mi pare ci sia una sostanziale concorrenza, e dovrebbero acquisire maggiore consapevolezza di sé, confrontandosi in maniera dialogante ma con la necessaria conflittualità. Ci fosse una maturazione, da questo punto di vista, l'amministrazione comunale dovrebbe necessariamente confrontarsi e, così, si potrebbero puntualizzare gli elementi di rinascita del territorio".

Va fatto uno sforzo in termini di sguardo al futuro, però: "L'Aquila dovrebbe puntare su una residenzialità di qualità, su innovazione, ricerca, tecnologia e sperimentazione".

L'ultima domanda a Biondi, è d'obbligo: quale sarebbe il primo atto da sindaco, dovesse vincere il ballottaggio, e quale il primo atto da capo dell'opposizione, dovesse prevalere Di Benedetto. "Dovessi essere eletto sindaco, convocherei subito i vertici della macchina ammininistrativa spiegando loro che è cambiata musica: spiegherei che il Comune deve essere un apparato che funziona, al servizio dei cittadini, dove non esistono privilegi, sacche di resistenza; anche i dirigenti devono guadagnarsi il ruolo che hanno e l'indennità loro attribuita. Insomma, la prima cosa è sistemare la macchina. Poi, metterei mano al piano d'assetto delle scuole, allo sviluppo del Gran Sasso, al cronoprogramma del piano di ricostruzione - che cancellerei immediatamente - avviando la ricostruzione privata nei centri storici delle frazioni, e così via. Se dovessi sedere ai banchi dell'opposizione, invece, parlerei subito con le forze di centrodestra, spiegherei che gli aquilani ci hanno dato comunque un'opportunità, che dobbiamo comunque far tesoro dellezione, se fossimo stati uniti da subito, infatti, saremmo arrivati al ballottaggio in condizioni diverse, magari di vantaggio. Sono convinto, però, che il centrodestra resterà unito. Dunque, inizierei a sollecitare lo svincolo dell'amministrazione dagli interessi di parte: sarò guardiano inflessibile, i mercanti dentro al Tempio non dovranno entrarci". 

Ultima modifica il Mercoledì, 21 Giugno 2017 23:46

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