Sei ore e mezza di Consiglio comunale sebbene ci fosse un solo punto all'ordine del giorno, il 'Regolamento per la definizione agevolata delle controversie tributarie', una lunga sospensione per sciogliere i nodi che stavano 'strozzando' il provvedimento, la rincorsa ai diversi pareri alle proposte emendative, la malcelata tensione tra le forze di centrodestra che, a fine seduta, hanno approvato - con qualche mal di pancia - il regolamento proposto dall'assessore Anna Lisa Di Stefano e formalizzato dalla Giunta comunale il 24 agosto scorso.
Al primo vero atto politico, la maggioranza in Consiglio comunale ha rischiato di spaccarsi sull'adesione al Decreto Legge 50/2017 (convertito con Legge 96/2017) che prevede la possibilità per i Comuni di disporre entro oggi, 31 agosto 2017, la definizione agevolata delle controversie tributarie pendenti.
Ma andiamo con ordine.
La Giunta comunale dell'Aquila ha deciso di aderire al condono fiscale di cui al Decreto Legge varato dal governo Gentiloni che prevede la possibilità per i contribuenti in controversia tributaria non definita con sentenza passata in giudicato, pendente in qualsiasi grado di giudizio ivi compresa la Corte di Cassazione, di chiedere - entro il 30 settembre - la dilazione del dovuto in un massimo di tre rate (il 40% entro il 30 settembre, un altro 40% entro il 30 novembre e il restante 20% entro il 30 giugno 2018) e con l'abbattimento di more e interessi. Significa un risparmio che può attestarsi tra il 50% e il 200% della sanzione applicata.
Parliamo dei tributi Tari, Imu e Tasi: è escluso, infatti, il Cosap, il canone per l'occupazione di spazi e aree pubbliche.
Un provvedimento di condono piuttosto discutibile, mal scritto e ancor peggio motivato, che il Governo Gentiloni ha varato per permettere ai Comuni di fare cassa, stante il taglio dei trasferimenti dallo Stato agli Enti locali.
Sta di fatto che l'assessore comunale al bilancio ha provveduto ad istruire apposito regolamento, assunto dall'esecutivo il 24 agosto scorso, una settimana fa; dunque, è stato avviato l'iter d'urgenza per rispettare i termini d'approvazione in Consiglio comunale fissati, come detto, ad oggi, 31 agosto. Così, martedì si è riunita la Commissione 'Statuto e Regolamento' e mercoledì la 'Bilancio', propedeutiche al Consiglio comunale convocato stamane, alle 9:30. Tra una riunione e l'altra, si è consumato lo strappo. In IV Commissione, infatti, col voto dei soli consiglieri di maggioranza, è stato approvato il regolamento così come presentato dalla Giunta e che sostanzialmente recepiva, comma per comma, l'articolo 11 del DL 50/2017; l'accesa discussione che ha animato l'assise, tuttavia, con le opposizioni sulle barricate a denunciare il 'regalo' ai soliti noti - aziende ed esercizi pubblici per lo più, che hanno pendenze con l'Ente per centinaia di migliaia di euro - ha spinto alcuni consiglieri, e in particolare gli esponenti di Forza Italia, ad astenersi dal voto l'indomani, in Commissione 'Bilancio', con la richiesta al primo cittadino di un emendamento che ponesse un limite massimo all'importo ammissibile a definizione agevolata di 25mila euro.
Emendamento che, stamane, è stato presentato all'assise comunale a firma del sindaco Pierluigi Biondi - assente giustificato per la contemporanea riunione sulle scuole convocata a Palazzo Fibbioni e per l'incontro a seguire sulla fusione di Ama in Tua - privo però dei necessari pareri; a quel punto, il capogruppo di Forza Italia Roberto Jr Silveri ha chiesto la sospensione del Consiglio. Tra l'altro, una proposta emendativa - di nuovo, senza pareri - era stata presentata anche dal consigliere d'opposizione Angelo Mancini, per la compensazione orizzontale delle somme eccedenti già versate.
Dunque, è iniziata la corsa contro il tempo per acquisire i pronunciamenti necessari che, dopo un paio d'ore, sono arrivati: per l'emendamento Biondi, il parere di regolarità tecnico contabile è stato favorevole se non fosse che il parere dell'organo di revisione, al contrario, è stato negativo "in quanto dal dettato normativo - scrive il collegio - non sembra evincersi la possibilità di adesione con limitazioni" al decreto legge. Negativo, invece, il parere di regolarità tecnico contabile all'emendamento Mancini, su cui non si è espresso, tuttavia, il collegio dei revisori. Così il consigliere d'opposizione ha ritirato la proposta, visto l'impegno del dirigente Giannangeli a ragionare di eventuali meccanismi di compensazione nell'alveo del più ampio regolamento di contabilità dell'Ente che andrà approvato.
L'assessorato al Bilancio invece, per superare il giudizio negativo dei revisori alla proposta del sindaco, ha chiesto un ulteriore pronunciamento all'avvocatura, con il dirigente De Nardis che, sostanzialmente, ha prodotto un astruso parere a spiegare che, a suo dire, ciò che non è espressamente negato nel dettato normativo - il tetto massimo, appunto - non è detto che non si possa inserire nel regolamento d'adozione dell'Ente locale.
Insomma, poco dopo le 15 il Consiglio comunale - con 18 voti favorevoli dei consiglieri maggioranza, le opposizioni hanno abbandonato l'aula - ha approvato l'emendamento nonostante il parere negativo del Collegio dei revisori e, dunque, il regolamento presentato dalla Giunta.
Non senza mal di pancia, come detto. Il presidente del Consiglio comunale, Roberto Tinari, ha avvertito che non tollererà più arrivino a discussione delibere senza pareri, sottolineando che "le procedure d'urgenza - d'ora in poi - saranno riservate a urgenze, appunto, e non a scadenze". Il capogruppo di Fratelli d'Italia Giorgio De Matteis, invece, pur senza fare nomi e cognomi, si è scagliato duramente contro i consiglieri di Forza Italia per aver messo in difficoltà la Giunta (e il loro assessore) con la pretesa modifica del regolamento: "Il sindaco è stato costretto ad andare incontro alle fibrillazioni di chi, si spera, prima o poi crescerà; ora, il provvedimento deve passare - ha aggiunto - ma vedremo che effetti avrà: a quel punto, valuteremo le conseguenze di certe prese di posizione".
Eccolo, il nodo: così come emendato, il provvedimento dell'amministrazione attiva rischia di non avere alcun effetto.
Se la Giunta intendeva davvero offire la possibilità di condono ai contribuenti in controversia tributaria, come da delibera approvata una settimana fa, avrebbe dovuto difendere l'indirizzo politico fino in fondo; al contrario, al momento del dibattito consiliare si è fatto un passo indietro, limitando l'importo ammissibile a 25mila euro. Segno evidente che l'atto non era stato condiviso con le forze politiche di maggioranza. La difesa ad oltranza tentata da alcuni consiglieri - Raffaele Daniele, tra gli altri - e dal vice sindaco Guido Quintino Liris che, in sostanza, hanno giustificato l'emendamento come una precisa scelta politica dell'amministrazione che intende dare risposta ai cittadini più in difficoltà offrendo loro la possibilità di definire le pendenze in modo agevolato, e tagliando fuori i grandi 'debitori', è sembrata più il tentativo di mettere una pezza ad uno strappo evidente di un reale orientamento che, altrimenti, si sarebbe manifestato già il 24 agosto, al momento di predisporre il regolamento approvato dalla Giunta.
Non solo. Come lasciato intendere da De Matteis, e come ribadito dai consiglieri d'opposizione, i contribuenti 'evasori per necessità' - semplici cittadini, artigiani, piccoli imprenditori in difficoltà - è difficile che possano trovare i soldi per sanare la posizione debitoria, dovendo versare, volessero approfittare dell'agevolazione, il 40% entro un mese e un ulteriore 40% entro novembre prossimo (16mila euro, in caso di contenzioso pari a 20mila). Per di più, il dettato normativo non consente a coloro che hanno pendenze fino a 2mila euro di rateizzare e, dunque, costoro dovrebbe versare l'intera somma entro il 30 settembre. Insomma, così come varato dal governo il condono è destinato - come sempre - a chi ha liquidità per sanare la propria posizione, e non alla tutela dei più deboli, pure inserendo un tetto massimo ammissibile come ha fatto il Comune dell'Aquila.
Come non bastasse, il regolamento adottato in Consiglio stamane potrebbe essere impugnato, introducendo un principio di disparità tra cittadini contribuenti difficilmente giustificabile. D'altra parte - ha aggiunto Americo Di Benedetto - "stiamo dando per scontato che i contribuenti con controversie tributarie sotto i 25mila euro siano tutti cittadini in difficoltà e coloro che, invece, hanno liti pendenti per più di 25mila euro siano evasori. Piuttosto, per assumere una decisione informata avremmo dovuto conoscere il numero delle cause effettivamente pendenti, a che grado di giudizio si trovano e con quali, possibili, effetti per le casse comunali". Col regolamento approvato stamane, il Comune dell'Aquila rischia di condonare situazioni per cui ha già viste riconosciute le sue ragioni in uno o più gradi di giudizio, riducendo le sanzioni a cittadini che hanno torto, con un danno per le casse dell'Ente e per coloro che, ricevuta la contestazione, non hanno istruito un contenzioso, pagando il dovuto. "Soltanto conoscendo lo stato delle varie controversie in essere avremmo potuto approfondire gli eventuali benefici, o perdite, che deriveranno all'Ente dal provvedimento assunto stamane", ha chiosato il presidente della Commissione garanzia.