A 'cento giorni' dall'insediamento della Giunta di centrodestra, il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio comunale, Stefano Palumbo, ha inteso inviare una lettera aperta al sindaco Pierluigi Biondi.
"Cento giorni restano oggettivamente pochi per esprimere un giudizio definitivo sulla qualità e l’efficacia dell’azione amministrativa; sono stati tuttavia sufficienti a far emergere in maniera piuttosto chiara l’impostazione che hai inteso dare al nuovo corso", scrive Palumbo; che sottolinea come l'amministrazione, fino ad ora, abbia prodotto "poco o nulla in termini amministrativi", lasciando che il Consiglio comunale "divenisse luogo e strumento di propaganda attraverso iniziative e parole d'ordine rivolte al vostro elettorato di riferimento, come se la campagna elettorale non si fosse mai fermata (forse in vista delle imminenti elezioni politiche?)".
Poi, il capogruppo dem 'denuncia' l'assenza di un "progetto strategico e, pur riconoscendo che in questi anni "non sono certo mancati errori e, forse, anche questo ha contribuito" alla vittoria del centrodestra, chiede a Biondi "se ha nel cassetto un progetto alternativo migliore di quello impostato in questi anni" dal centrosinistra: "te lo chiedo - conclude Palumbo - perché è giusto che la città, dopo 100 giorni, conosca l’orizzonte che si intende seguire. E se, come mi auguro, ritieni di proseguire sulla strada che abbiamo indicato, dirlo apertamente sarebbe, finalmente, un gesto di grande onestà intellettuale, dote che il sindaco di una città capoluogo di regione dovrebbe sentire il bisogno di dimostrare, se non a me sicuramente ai suoi concittadini".
La lettera aperta al sindaco Biondi
Sindaco, se non fossi stato proprio tu a fissare questo primo step di valutazione in occasione della conferenza stampa tenuta a pochi giorni dal ballottaggio [leggi qui], oggi neanche ne staremo a parlare; l’evidenza dei fatti rispetto ai mirabolanti impegni presi in quella occasione pur testimoniando la disinvoltura con cui hai ricercato il consenso degli elettori con promesse che ben sapevi di non poter mantenere, oggi non rappresenta “il vero problema”.
Cento giorni restano oggettivamente pochi per esprimere un giudizio definitivo sulla qualità e l’efficacia dell’azione amministrativa; sono stati tuttavia sufficienti a far emergere in maniera piuttosto chiara l’impostazione che hai inteso dare al nuovo corso e su questo mi sento in dovere di aprire un confronto serio perché in ballo c’è il destino dell’Aquila e degli aquilani. Ho rimproverato in più di un’occasione all’amministrazione il fatto di aver prodotto finora poco o nulla in termini di atti amministrativi, quelli con cui parla la pubblica amministrazione, quelli che sono gli strumenti con cui si governa una città; ma la cosa che trovo davvero preoccupante è il modo con cui si è cercato in questi mesi di colmare questo vuoto, lasciando che il consiglio comunale divenisse luogo e strumento di propaganda attraverso iniziative e parole d’ordine rivolte al vostro elettorato di riferimento, come se la campagna elettorale non si fosse mai fermata (forse in vista delle imminenti elezioni politiche?).
Ecco, Sindaco, questo per me è un primo serio problema perché rappresenta, evidentemente, un elemento di divisione che annulla di fatto la credibilità di qualsiasi appello all’unità e alla collaborazione; e su questo piano, consentimi, non sono ammesse ambiguità: se si crede veramente nella necessità di una fattiva collaborazione, questa la si ricerca e la si coltiva quotidianamente provando a rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono un dialogo costruttivo, non alimentandoli, come invece hai fatto in diverse circostanze: definire l’opposizione un’armata Brancaleone, disconoscere in ogni occasione quanto di buono fatto dalla precedente amministrazione intestandotene però i meriti, respingere la mia mozione sulla riqualificazione dell’area dell’ex San Salvatore pur condividendone il contenuto, sono segnali inequivocabili che vanno purtroppo nella direzione opposta a quella da te auspicata. E non ci sono alibi che tengano, il sindaco sei tu.
Poi c’è la mancanza di un progetto strategico che, se vogliamo, costituisce un elemento di preoccupazione ancora più grande. L’eccessiva mediocrità del programma di mandato sottoposto all’attenzione del consiglio comunale e la ritrosia dimostrata durante la discussione rispetto ai nostri stimoli, lasciano presagire che la definizione di una pianificazione strategica non sia né una preoccupazione né una priorità della nuova amministrazione. Ma una città in ri-costruzione, come è L’Aquila, ha bisogno come il pane di una strategia di medio-lungo termine attraverso cui comunicare all’esterno e ai propri cittadini su quale visione, quale missione e quali valori si intende ri-costruire. Sono elementi, ti assicuro, decisivi e dirimenti tanto per un ragazzo che terminati gli studi si trova a dover decidere se investire il proprio futuro all’Aquila o altrove, quanto per un’azienda che avendo possibilità di investire cerca il luogo con le condizioni più favorevoli per farlo. Non è forse quello che è successo recentemente per ZTE ed FCA, due colossi dell’economia mondiale, attratti in città dalla presenza della sperimentazione della rete 5G e di adeguate competenze all’interno dell’Università?
Ebbene, nulla succede per caso; “L’Aquila città della conoscenza, della ricerca e dell’innovazione”, ammetterai, è stata una colonna portante della strategia di rilancio che abbiamo messo in campo in questi anni difficilissimi; su quella visione abbiamo costruito il GSSI che oggi ci onora della sua presenza con il contributo fornito alla rivoluzionaria scoperta delle onde gravitazionali, meritevole del prestigioso premio Nobel; con quella ambizione aderiamo alla Strategia nazionale di Specializzazione Intelligente in ambito Space Economy o al progetto di ricerca Dark Side sul rilevamento della materia oscura, che rafforzano rispettivamente il ruolo in città del comparto aerospaziale e dei laboratori di Fisica Nucleare del Gran Sasso. Ti dirò di più, sarebbe bello che proprio attorno a questa visione ambiziosa la comunità aquilana ritrovasse quell’identità disgregata dalle conseguenze del terremoto e che, tutti insieme, nonostante le mille difficoltà ancora presenti, dovremmo provare a ricucire.
Vengo quindi all’ultima considerazione che ritengo però cruciale: l’identità si costruisce attorno a valori solidi. Non si può pensare di fondare un percorso così lungo e complesso, ma necessario, rispondendo al sentimento di una sola parte politica, e se posso dare un contributo in questo senso, penso che il lavoro da fare dovrebbe ispirarsi ai seguenti valori:
• SOLIDARIETA’: l’esperienza che abbiamo vissuto sulla nostra pelle dovrebbe condurci in modo naturale a considerare la solidarietà un elemento fondante, quella solidarietà che in tante forme abbiamo ricevuto da tutto il mondo e che al mondo dovremmo sentire il bisogno di restituire, con i pochi mezzi di cui disponiamo ma con tutta la generosità del nostro cuore. Una solidarietà che va intesa anche come sostegno alle fasce sociali più fragili, alle quali in questi anni mai abbiamo fatto mancare la vicinanza istituzionale che oggi, con gli strumenti del Piano Sociale recentemente approvato in consiglio, possiamo ulteriormente rafforzare.
• FIDUCIA: quella che in molti, per mille motivi e per condizioni oggettive, hanno perso, e che con azioni concrete dovremmo riconquistare; nei confronti dei ragazzi ai quali va assicurata la certezza di frequentare scuole sicure e funzionali, dei giovani a cui va garantita una prospettiva reale in questa città o delle tante persone in cerca di un lavoro che non possono essere abbandonate al proprio destino . La fiducia andrebbe usata però anche come risposta alla paura che invece, in varie forme e contro nemici ogni volta diversi, per puro consenso, troppo spesso alcuni politici alimentano.
• PARTECIPAZIONE: una scelta politica intrapresa dalla precedente amministrazione e che ti consiglio di portare avanti, consapevolmente all'esigenza di un coinvolgimento attivo e di condivisione delle scelte con i cittadini e con i territori, come strumento di coesione sociale e di democrazia. I Consigli Territoriali di Partecipazione, l'Urban Center, la Consulta Giovanile, il bilancio partecipativo e diversi laboratori di architettura partecipata sono strumenti sperimentati dalla giunta Cialente e che oggi mi auguro tu voglia perfezionare e consolidare. L'Aquila, grazie ad una visione di governo e alle conseguenti politiche messe in campo è diventata un laboratorio politico e culturale nazionale, ospitando non a caso da due anni il Festival nazionale della Partecipazione.
• AMBIZIONE: di essere prima, come nel caso della sperimentazione 5G che pone L’Aquila tra le prime città in Europa a cimentarsi su un’evoluzione tecnologica che rivoluzionerà il sistema dei servizi in tutto il mondo; ma anche più semplicemente attraverso l’aspirazione di diventare una vera smart city, finalmente una meta turistica da ammirare in tutto il suo splendore, capofila delle politiche di rilancio delle aree interne dell’appennino di cui tanto c’è bisogno.
Concludo davvero. In questi anni tanto è stato seminato e sarà la tua amministrazione a raccoglierne i frutti; non sono certo mancati errori e forse anche questo ha contribuito alla tua vittoria. Sono consapevole che sono tanti gli aspetti da mettere a punto e migliorare, ma adesso sei tu al governo e quello che vorrei sapere da te è se hai nel cassetto un progetto alternativo migliore di quello impostato in questi anni. Te lo chiedo perché è giusto che la città, dopo 100 giorni, conosca l’orizzonte che si intende seguire. E se, come mi auguro, ritieni di proseguire sulla strada che ho indicato, dirlo apertamente sarebbe, finalmente, un gesto di grande onestà intellettuale, dote che il sindaco di una città capoluogo di regione dovrebbe sentire il bisogno di dimostrare, se non a me sicuramente ai suoi concittadini.