Una conferenza stampa per fare il punto sulla fase congressuale e sui 100 giorni, o poco più, d'amministrazione Biondi; l'ha convocata stamane il PD dell'Aquila, "e gli argomenti sono assolutamente connessi tra loro" ha spiegato il segretario Stefano Albano.
Accanto a lui, il capogruppo dem in Consiglio comunale Stefano Palumbo, i consiglieri Americo Di Benedetto, Emanuela Iorio e Antonio Nardantonio, l'ex assessore comunale Maurizio Capri, appena eletto segretario del circolo L'Aquila centro, Loreto Colageo, riconfermato ad Arischia. In sala, Massimo Cialente.
"Abbiamo aperto la fase congressuale da 15 giorni - ha chiarito Albano - che ha previsto l'elezione dei segretari dei circoli cittadini (nel pomeriggio, si è riunito il congresso a Paganica che ha eletto Alì Salem) e dei delegati all'assemblea provinciale; domani, appunto, verrà nominato il segretario provinciale - sarà Francesco Piacente, unico candidato in campo [leggi qui] - e, a seguire, la segreteria regionale convocherà il congresso dell'unione comunale, entro 90 giorni dalla elezione degli organi provinciali".
Ebbene, "potevamo affrontare la fase congressuale in diversi modi - ha aggiunto il segretario, provando a stemperare le tensioni degli ultimi giorni - magari concentrandoci su un dibattito interno, autoreferenziale, tra le diverse correnti nazionali; al contrario, stiamo discutendo di come declinare il ruolo d'opposizione alla maggioranza di centrodestra al governo della città, rilanciando il partito come forza capace di guidare le minoranze in Consiglio attraverso un'azione seria e responsabile, ma netta e identitaria".
Seria e responsabile sulle partite strategiche che decideranno il futuro della città, "non ci sottrarremo" ha assicurato Albano, tornando con la mente al 2013 quando, da segretario dem, lanciò un appello generazionale esteso ai rappresentanti del centrodestra per chiedere al Governo di garantire i fondi per la ricostruzione, "ed anche all'opposizione avremo lo stesso approccio per il bene del territorio". Ma l'azione sarà netta e identitaria, "per dare rappresentanza al popolo del centrosinistra disorientato dalla sconfitta elettorale e che aspetta un segnale. D'altra parte, faremo l'interesse della città se saremo in grado di stimolare il dibattito sui temi stratetigici, sul progetto di città che, è sensazione diffusa, il centrodestra non ha ancora messo a fuoco: piuttosto, proseguono una campagna elettorale che sembra non avere fine, cercando il consenso mediatico. Di atti concreti, però, non abbiamo ancora discusso".
Dunque, l'affondo: "Ogni volta che proviamo ad incalzarli, non abbiamo risposte. E' successo anche con la lettera aperta inviata al primo cittadino dal Capogruppo Stefano Palumbo [leggi qui]: la replica è stata da brividi, con minacce velate, col sindaco a lasciare intendere che dovesse parlare chissà cosa emergerebbe. Ebbene parli Biondi, parli e si confronti con la città: se non lo farà, saremo noi a farlo. In questo senso, stiamo organizzando un calendario di iniziative che ci porteranno tra la gente, con l'umiltà dell'ascolto, per discutere del futuro della città; l'amministrazione uscente ha garantito un lascito importante di strumenti e risorse che non si possono ignorare".
E' un valore o un fastidio, il confronto? Se lo è chiesto proprio Palumbo: "la mia lettera aperta, simbolicamente rivolta al sindaco, intendeva stimolare un dibattito; le reazioni livorose delle ultime ore denunciano il nervosismo della maggioranza e confermano, purtroppo, le mie preoccupazioni. E' stata allucinante la risposta intimidatoria del sindaco Biondi: se ci sono questioni intricate, poco chiare, lo si dica chiaramente; non è possibile, però, sfuggire il confronto come si è tentato di fare fino ad ora: la città merita di sapere la verità, sui problemi ereditati dalla maggioranza di centrodestra e, con la stessa onestà intellettuale, sul lascito importante dell'amministrazione Cialente. Non si può continuare a partecipare ad eventi, a tagliare nastri, a presenziare ad inaugurazioni che sono frutto di un lavoro lungo e complesso intestandosene il merito. E non si può continuare a nascondere l'evidente inerzia amministrativa dietro ad una non meglio specificata matassa di problemi da districare".
Siamo al "bullismo istituzionale", l'accusa di Palumbo; "la maggioranza cerca di prendersi gioco dell'opposizione e dei cittadini, non lo permetteremo. Reitero dunque l'invito a Biondi, ad un confronto sui temi posti alla sua attenzione: lo deve alla città".
Più pacato, come d'abitudine, Americo Di Benedetto che ha riconosciuto il "fisiologico momento di difficoltà" che sta vivendo il partito a seguito della sconfitta elettorale, difficoltà che "stiamo affrontando e superando, con la discussione congressuale, per il bene della città e per affrontare al meglio le prossime competizioni elettorali"; così, Di Benedetto ha sottolineato anche il "naturale entusiasmo" del centrodestra, la luna di miele che sta vivendo - "qualunque cosa dicono, ha il senso della grande novità" - e che, ha avvertito, andrà rapidamente scemando. A quel punto, "il dibattito e il confronto dovranno essere sui temi concreti".
Progetto Case, rilancio del Centro turistico, accellerazione delle opere pubbliche, sicurezza delle scuole, stabilizzazione del personale della ricostruzione: "sono gli argomenti che hanno segnato la campagna elettorale - ha sottolineato Di Benedetto - e soluzioni non sono ancora arrivate; sia chiaro, non pretendevamo certo che i problemi si risolvessero in tre mesi, ma avremmo almeno voluto conoscere il progetto dell'amministrazione, su quale idea intenda organizzarsi, insomma, per dare risposta alla città. Anche per permetterci di contribuire: senza commistioni o esigenze consociative, vorremmo svolgere il lavoro che ci è stato assegnato dagli elettori, di stimolo e pungolo per l'amministrazione su un progetto di sviluppo".
A margine della conferenza stampa, si è tornati a parlare di congresso e, in particolare, delle candidature in vista del rinnovo degli organi comunali: l'accordo trovato sui circoli cittadini, come anticipato da NewsTown [leggi qui], apre alla riconferma di Stefano Albano come segretario dell'unione comunale, sebbene l'interessato abbia chiarito ai nostri microfoni di non aver ancora deciso se candidarsi o meno. Sulla difensiva anche Cialente che, al nostro giornale, aveva annunciato di voler scendere in campo a metà settembre: "una provocazione", l'ha definita stamane. Per i modi, più che di sostanza: "Ho posto un problema politico e da quando ho lanciato la mia provocazione debbo dire che si è aperto un dibattito, si sono smosse le acque. Avevamo un'idea di città: ora, va aggiornata a livello comprensoriale; la mia candidatura nasce per fare questo, per offrire 365 giorni di lavoro alla città e al territorio, prima di passare la mano, con l'idea di contribuire a trovare i pezzi giusti per comporre il puzzle, il piano strategico di sviluppo locale. E su quel piano, dovremo poi confrontarci con l'amministrazione di centrodestra". Insomma, Cialente è ancora in campo sebbene riconosca che l'impostazione data al congresso dal segretario in carica sia quella giusta: "ci apriamo alla città con un progetto strategico chiaro in mente".
E chissà che non vada interpretato come un segnale.