Sabato, 04 Novembre 2017 17:43

Sant'Eusanio: negato diritto alla ricostruzione per una famiglia

di 

Un continuo ed estenuante rimpallo di responsabilità, dai contorni grotteschi e inquietanti

Così si può riassumere la vicenda di una famiglia di Sant'Eusanio Forconese (L'Aquila), piccolo borgo del Medio Aterno aquilano danneggiato dal terremoto del 2009. Della vicenda old.news-town.it si è occupato spesso negli ultimi anni. 

Ma andiamo per ordine, ripartendo dai fatti: secondo le normative della ricostruzione post-sisma, l'aggregato nel centro del paese, in via del Grottone – l'unica abitazione della famiglia Bologna – avrebbe dovuto godere da tempo del contributo statale per la sua ristrutturazione, di poco meno di 500mila euro. Il contributo tarda ad arrivare per anni, e così Romeo Bologna, proprietario dell’abitazione e presidente del consorzio, porta il Comune e l'Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere (Usrc) in tribunale. Il Tar nel 2015 gli dà ragione e condanna l'Usrc a disporre la concessione del contributo. L'Ufficio speciale ricorre al Consiglio di Stato, ma nel febbraio 2016 perde anche nel secondo grado di giudizio: viene giudicato "non estraneo all’istruttoria". Si crea dunque un precedente particolare per la governance del cratere sismico aquilano.

Con due sentenze vinte in mano, non rimane che elargire il contributo e permettere alla famiglia Bologna di tornare finalmente a casa? Neanche per sogno. Da allora è passato un anno e mezzo, e il contributo ancora non viene erogato.

Le lettere anonime. Nell'autunno 2015, infatti, all'Ufficio territoriale per la ricostruzione di competenza (quello di Barisciano) arrivano due lettere anonime nelle quali si "invitano i responsabili a verificare che l'importo richiesto sia congruo" e dove vengono insinuati dubbi sul reale danno dell'abitazione. I mesi passano e l'Ufficio speciale non dispone l'erogazione del contributo. Non è chiaro se vengano prese in considerazione le due lettere anonime, anche perché l'assenza di firme non contribuisce alla credibilità di quanto affermato. L'ufficio di Barisciano, intanto, informa delle misteriose missive anche il Comune di Sant'Eusanio.

A marzo 2016, pochi giorni dopo la vittoria della famiglia al Consiglio di Stato, viene inviata una terza lettera anonima, che ribadisce sostanzialmente quanto già detto: si insinuano presunte "anomalie" nel contributo richiesto, si fa riferimento alle "opere non necessarie ma ugualmente contabilizzate nel computo metrico elaborato dai progettisti". La famiglia si chiede, nel frattempo, come facciano degli "anonimi" a conoscere i dettagli sulla loro pratica, anche perché se il progetto è rimasto bloccato per più di due anni al Comune. Inoltre, nelle lettere si rileva come l'abitazione danneggiata sia a disposizione dei proprietari – che tuttavia vivono da anni nell'area map del paese – e si invita a verificare la correttezza della procedura. Una vera e propria guerra, insomma, ma a volto coperto. Intanto passa un altro anno. Un lasso di tempo vergognoso per una storia, per certi versi, davvero senza senso, e per diritti di cittadini terremotati negati.

I rimpalli. Il silenzio dura fino al maggio di quest'anno, quando l'Usrc, in una lettera al Comune di Sant'Eusanio, mette sul tavolo un nuovo grottesco elemento: l'entità del contributo è legittima, ma ci si pone la domanda se i danni all'edificio siano stati causati dal terremoto o da attività di demolizioni per messa in sicurezza. Si mette in dubbio, insomma, il nesso causale tra danno e sisma

Trascorrono ancora altri mesi e si arriva all'estate da poco terminata, durante la quale prosegue lo scambio epistolare tra Usrc e Comune di Sant'Eusanio, e tra quest'ultimo e l'avvocato della famiglia Bologna, il quale intima di erogare il contributo, forte di ben due sentenze favorevoli negli anni scorsi.

Il sindaco del borgo dell'aquilano, Giovanni Berardinangelo, continua a negare che il Comune che presiede abbia la competenza per l'erogazione del contributo, mentre il capo dell'Ufficio speciale, Paolo Esposito, lo scorso 19 settembre ribadisce al contrario che debba spettare al Comune di "procedere alla concessione del contributo", sottolineando come l'Usrc non intenda ancora "procedere a riscontri ulteriori rispetto a quelli finora forniti".

Ultimo, in ordine di tempo, un episodio legato stavolta al Tar. Il tribunale amministrativo, infatti, ha fissato nei giorni scorsi un'udienza per l'istanza di nomina di un commissario ad acta per la gestione della pratica, considerando che quest'ultima non si è ancora conclusa con l'erogazione del contributo. Ebbene il Tar non ha nominato il commissario perché – si legge nella sentenza – "il Comune ha concluso il procedimento con il riconoscimento del contributo", e quindi verrebbe meno l'interesse alla nomina del commissario. Ma è evidente che, al contrario, questa storia sia tutt'altro che conclusa.

L'incredibile vicenda del Consorzio via del Grottone ancora non è stata risolta, mentre rimane il mistero sulle reali motivazioni che spingono diversi enti pubblici a non concedere il contributo per la ricostruzione dell'abitazione. Un'ordinaria quanto scandalosa storia di ingiustizia italiana, di cui ancora non si conoscono i mandanti.

Ultima modifica il Sabato, 04 Novembre 2017 19:12

Articoli correlati (da tag)

Chiudi