Riportare il dibattito in città fondandolo sulla realtà, così che la politica amministrativa possa farne fondamento d'azione.
E' l'obiettivo che si è dato Articolo 1 - Movimento dei Democratici e progressisti dell'Aquila che, nel pomeriggio, ha organizzato un incontro all'Auditorium Ance: "La Città ad occhi aperti. Demografia e socialità, un territorio in transizione". Sul tavolo, l'analisi dei dati elaborata da Alberto Bazzucchi del Cresa, dalla professoressa Lina Calandra, docente dell'Università degli Studi dell'Aquila, e dall'ingegner Franco Colonna che hanno approfondito le trasformazioni della città dal punto di vista demografico e il cambiamento delle abitudini dei cittadini, oltre a soffermarsi sulla valutazione della realtà in cui viviamo.
Che cosa è emerso dagli studi? Innanzitutto, la necessità di chiarire definitivamente che la tendenza demografica di lungo periodo non ha fatto registrare, a L’Aquila, forti scostamenti nell’ultimo trentennio, lasciando il 'posizionamento' dimensionale della città, dal punto di vista demografico, sostanzialmente costante nel tempo. Altro aspetto interessante è che i Comuni della cintura aquilana, dopo lo 'svuotamento' a favore della Città avvenuto nella fase di forte industrializzazione, sono cresciuti demograficamente in modo continuo già dall’inizio degli anni ’90, accelerando la crescita dopo il sisma. Il rapporto demografico tra Città e cintura è passato negli ultimi anni da 7 a 1, a 5 a 1; "questo rafforza la necessità di programmare e pianificare servizi e urbanistica congiuntamente tra Città e cintura", sottolinea Articolo 1. "Dall’urbanistica alla mobilità, dalla gestione dei rifiuti, alla viabilità, dai servizi socio-educativi a quelli socio-sanitari", la proposta di Mdp è di proporre una programmazione coordinata tra il Comune dell’Aquila e i Comuni della cintura cittadina (Scoppito, Pizzoli, Barete, Lucoli, Fossa, Poggio Picenze, San Demetrio, Sant’Eusanio).
Negli ultimi anni si evidenzia, sia dal confronto Istat sulla decade (Bazzucchi) che sul confronto basato sui dati dell’Anagrafe su 15 anni (Colonna), un progressivo invecchiamento della popolazione della Città dell’Aquila. Estremamente preoccupante è il dato sulla fascia di età 20-34 anni, con un crollo verticale dei residenti in Città, non compensato neanche dall’aumento degli stranieri residenti.
La tendenza all’invecchiamento non è invece presente nei comuni della cintura, che vedono la crescita della propria popolazione sostenuta proprio dalle fasce di età più giovani.
Spostando l’attenzione sulle scuole, dai dati dell’Ufficio Scolastico elaborati da Bazzucchi, emerge una evoluzione scolastica della Città dopo sisma estremamente preoccupante, decisamente molto negativa se rapportata alla tendenza nazionale. "Lo scostamento dal dato nazionale, in questo caso, è significativo ed induce a riflettere sulla necessità di una maggiore capacità dell’amministrazione comunale di studiare il fenomeno dei 'presenti' in città, senza fermarsi esclusivamente al dato delle residenze", il convincimento di Articolo 1. "La città dell’Aquila dovrebbe costruire un vero e proprio osservatorio permanente capace, in sinergia con le altre istituzioni, di analizzare complessivamente l’intero fenomeno dei presenti in città, compreso dunque i domiciliati, i lavoratori e gli studenti non residenti, e i residenti in città ma in realtà domiciliati altrove".
"Abbiamo voluto approfondire nello specifico la composizione della popolazione cittadina e si evidenzia con chiarezza il progressivo invecchiamento della popolazione", ribadisce Articolo 1. "Se nel 2001 le classi di età più 'numerose' della città erano quelle dai 25 ai 54 anni, oggi sono quelle dai 40 ai 69, con un annullamento complessivo del ricambio generazionale della città".
- Composizione per classi d'età della popolazione residente 2001/2016 (grafico F. Colonna)
Nello specifico tasso di natalità e indice di vecchiaia, misurato su residenti italiani e stranieri mostrano un ineludibile dato di realtà.
Tasso di natalità (numero di nati ogni mille residenti), italiani e stranieri, 2001/2008/2018 (grafico F. Colonna)
Indice di vecchiaia (rapporto tra popolazione oltre i 64 anni su giovani con meno di 14 anni, moltiplicato per 100), italiani e stranieri, 2001/2008/2018 (grafico F. Colonna)
I residenti stranieri, spesso trascinati loro malgrado in un incomprensibile dibattito pubblico, migliorano, in termini di età, la composizione della popolazione residente, grazie al tasso di natalità più che doppio rispetto a quello dei residenti di cittadinanza italiana, e ad un bassissimo indice di invecchiamento.
Le comunità più popolose coincidono con le più popolose nel resto d’Italia, senza significative differenze. In generale, c’è una crescita della percentuale di nuovi nati stranieri (il 5% dei nati nel 2001, il 12% nel 2016), che evidenzia una tendenza al ricongiungimento e alla stabilizzazione familiare degli stranieri giunti a L’Aquila.
Gli aquilani di cittadinanza non italiana tendono a crescere in modo consistente nelle frazioni della Città, potenziandone la crescita della popolazione nei casi di Sassa, Preturo e Paganica e frenando l’altrimenti perdita di popolazione delle altre frazioni. Sono invece sostanzialmente assenti i residenti stranieri in Centro storico.
Senza i nuovi nati di cittadinanza non italiana L’Aquila, ed in particolare le frazioni della Città, avrebbe perso ulteriori 25 classi di materne, elementari e medie, con una ulteriore perdita di presidi scolastici nel territorio.
Gli andamenti più significativi di popolazione residente, con focus italiani e stranieri, 2001-2008-2016 (Grafici F. Colonna)
L’andamento della popolazione aquilana non è semplicemente il frutto del saldo naturale e della crescita della popolazione straniera. La città, pur perdendo dal 2008 ad oggi circa 2000 residenti complessivi, in realtà ha visto emigrare circa 7mila persone, ed arrivarne circa 5mila.
E’ dentro questo processo di trasformazione demografica che preoccupa dunque l’invecchiamento progressivo e perdita secca di popolazione tra i 20 e 44 anni. Per questo per Articolo 1- Mdp L’Aquila "è indispensabile porre ogni attenzione e ogni sforzo sul tema del lavoro, dalle crisi aziendali, da affrontare di petto alla strumentazione per nuovi insediamenti e nuove opportunità; sul ruolo dell’Università, il suo ruolo attrattivo dall’esterno e capace di rispondere ai bisogni formativi interni; sulla vivacità culturale e sulla qualità della vita in Città, dalla mobilità ai servizi alla persona, ai servizi avanzati, dismettendo al contempo ogni retorica escludente verso gli stranieri".
All’Aquila serve più accoglienza, più integrazione, più attrattività, più opportunità, più qualità della vita per evitare il declino popolazione attiva. "E’ inoltre indispensabile mettere in campo una diffusione di servizi capace sia di rispondere ai bisogni di aree a forte crescita di popolazione, sia di aree altrimenti destinate al declino, in primis Centro Storico, anche utilizzando il patrimonio pubblico a disposizione. I dati sull’aumento dell’uso dell’automobile e la discesa dell’uso del trasporto pubblico fanno il paio con la valutazione qualitativa che emerge dagli studi del Cartolab e presentati dalla Prof. Calandra".
Gli aquilani hanno perso parte delle proprie abitudini; la valutazione degli aquilani sull’urbanistica della città e sulla qualità politico-amministrativa è estremamente negativa (si veda dossier completo); gli aggettivi maggiormente utilizzati, in particolare dai giovani, per descrivere la città richiamano il “disorientamento”, la “confusione”, l’assenza di vitalità. Il picco di aggettivi negativi nella descrizione della città fa, drammaticamente, il paio con il crollo della presenza di popolazione giovane in Città.