Sabato, 18 Novembre 2017 17:55

Giorgia Meloni a L'Aquila: "Il capoluogo deve rimanere qui"

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"Il capoluogo d'Abruzzo deve rimanere L'Aquila, a maggior ragione adesso che la città è in difficoltà e ha bisogno del sostegno di tutta la Regione e di tutta la nazione".

A dirlo è stata la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, giunta all'Aquila per partecipare a un evento sugli enti locali organizzato dal partito.

La Meloni ha tagliato corto su una querelle - iniziata nei giorni scorsi da alcuni esponenti del Pd ma culminata nel voto di giovedì del consiglio comunale di Pescara - che invece sta dilaniando il centrodestra abruzzese.

L'ex ministro può rivendicare a pieno titolo la vittoria di Pierluigi Biondi alle scorse amministrative. Vittoria resa possibile anche grazie al riunificarsi, per la prima volta dopo quindici anni, di tutto il centrodestra.

Un modello, quello aquilano, che alla presidente di FdI piacerebbe portare anche su scala nazionale alle politiche, legge elettorale permettendo: "Lavoreremo per costruire una coalizione nazionale di centrodestra. Hanno votato, perché FdI non l'ha fatto, una legge elettorale che alza l'asticella e rende più difficile, per una coalizione omogenea, vincere le elezioni. Noi vorremmo un governo scelto dai cittadini ma ciò non toglie che lavoreremo per superare quell'asticella. Il centodestra può farlo se segue alcune regole che abbiamo seguito all'Aquila ma anche in Sicilia e a Ostia. Bisogna essere compatti, ma su proposte credibili, rifiutare le ammucchiate e le identità non chiare. Non è vero che si vince al centro, non è vero  che si vince con le identità annacquate. E' vero l'esatto contrario. Si vince  con proposte coraggiose, con persone oneste e specchiate e con la presenza sul territorio. Questa è la nostra proposta, che presenteramo ai nostri alleati e a tutta l'Italia nel congresso nazionale che faremo a Trieste il 2 dicembre".

"FdI partito dei sindaci"

Fratelli d'Italia, ha affermato la Meloni, punta a costruire un partito la cui ossatura e classe dirigente sia costituita soprattutto da amministratori locali, in particolar modo dai sindaci: "I rappresentanti del territorio sono per noi il fulcro della classe dirigente di questo Paese,  perché affrontano grandi criticità con strumenti limitati. L'evento che oggi si tiene all'Aquila serve anche per dire che saremo noi il vero partito dei sindaci. Il Pd, che diceva di essere il partito dei sindaci, li ha massacrati, basti pensare ai tagli lineari o alle imposizioni sui richiedenti asilo. Invece noi crediamo in un federalismo municipale, per rimettere i sindaci al centro del lavoro della politica. FdI può essere il riferimento di tante esperienze nate sul territorio"

"Basta marchette elettorali, spendere di più solo per fare investimenti"

La Meloni è tornata a criticare le politiche economiche di questi ultimi cinque anni: "Abbiamo avuto una politica economica completamente sbagliata, che attraverso la spesa in deficit per distribuire marchette ha prodotto debito. Questa è una vergogna e un'infamia. Io continuo a pensare che una nazione seria possa superare i vincoli di bilancio e produrre maggiore deficit unicamente se investe nelle infrastrutture. Puoi sottrarre soldi ai tuoi figli se costruisci qualcosa che rimarrà a loro, non per finanziare le marchette pensate per vincere le elezioni. Oggi nei rapporti con la Bce e l'Unione Europea paghiamo anche il prezzo delle politiche che Renzi e i governi di sinistra hanno fatto in questi anni".

"Pirozzi candidato unico alle regionali del Lazio? Vedremo"

La Meloni ha vuoluto invece sbilanciarsi sulla candidatura del sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi a governatore del Lazio. Pirozzi, uomo di FdI, ha annunciato la propria discesa in campo, anche se, almeno per il momento, a capo di una lista civica e non per il partito: "Non abbiamo ancora iniziato a parlare delle regionali del Lazio" ha detto Meloni "Nei mesi scorsi siamo stati impegnati con le elezioni siciliane e adesso siamo impegnati con quelle di Ostia. A breve inizieremo a parlare anche di quelle nazionali e di quelle regionali, dove comunque non c'è solo il Lazio. Credo che la coalizione dovrà fare un ragionamento complessivo. L'errore che non dobbiamo commettere è di andare divisi, facendo ognuno la propria scelta per egoismi di partito, senza aver valutato la proposta degli altri. E' un errore che abbiamo fatto tante volte proprio nel Lazio, a Roma in primis. Invece penso che il modello giusto sia quello che ci ha visto vincere in Sicilia: cercare la persona giusta attorno alla quale si possa produrre una compatezza".

"Corte europea decida preso su Berlusconi ma si vada al voto"

In ultimo, la Meloni non si è detta d'accordo con l'auspicio di Silvio Berlusconi di andare a votare a maggio e non a marzo. Il Cavaliere vuole temporeggiare anche perché spera che nel frattempo la Corte europea dei diritti dell'uomo possa dichiarare illegittima la legge Severino in base alla quale lo stesso Berlusconi non potrà candidarsi fino al 2019. "Facciamo un appello alla Corte europea dei diritti dell'uomo perché quella sentenza arrivi il prima possibile" dichiara Meloni "Berlusconi ha tutto il diritto di potersi presentare alle prossime elezioni e noi speriamo che ciò possa accadere perché è un valore aggiunto. Però credo che gli italiani debbano andare a votare, ormai sono anni che chiedono di scegliersi un governo e invece continuano a essere rappresentati da governi che si fanno sulla loro pelle, a loro insaputa e senza chiedere ciò che pensano. Anzi alle volte contro la loro manifesta opinione, come è successo con il govenro Gentiloni, nato dopo il referendum del 4 dicembre. Io spero che si vada a votare nel minore tempo possibile". Detto questo, la presidente di Fratelli d'Italia esclude qualsiasi governo di coalizione in coabitazione con Pd e Forza Italia: "FdI ad oggi è l'unico partito che non si è mai seduto a trattare con Renzi, su niente. Siamo gli unici. Quindi chi voterà per FdI alle prossime elezioni politiche ha l'assoluta garanzia che non si faranno inciuci".

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