Sabato, 16 Novembre 2013 12:24

Novembre andiamo è tempo di migrare. Il Pdl abruzzese alla resa dei conti

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Cinquantadue abruzzesi targati Pdl - Forza Italia si recheranno stamattina al Consiglio Nazionale del partito di Silvio Berlusconi. Consiglieri regionali, Presidenti di Regione e Provincia, Sindaci e capigruppo: dovranno scegliere da che parte stare in quello che potremmo definire il "grande movimento del Cavaliere". Un miscuglio di targhe, sigle, prese di posizioni, tra ex missini, ex forzisti, ex democristiani e nuovi adepti.

Cosa succederà al partito che Berlusconi creò nel '94, oggi che in numerose città d'Italia, come anche all'Aquila, iniziano a comparire i primi manifesti "simil-elettorali" con i colori rosso-verdi della prima creatura berlusconiana?

“Forza Italia: Giuliante-Matteoli": così si legge nel manifesto aquilano, a ricordare la mutazione tutta berlusconiana del centro destra e l’appuntamento di domani, domenica 17 novembre alle ore 11, presso l’Archivio di Stato a Bazzano, per l'incontro tra i due neo-forzisti. “Orgoglio, identità, partecipazione. Il futuro del centrodestra a L’Aquila, in Abruzzo, in Italia”.

Gianfranco Giuliante, assessore regionale alla Protezione civile, ex missino, ex An, poi Pdl, iscritto al Partito Radicale, tra i primi sei firmatari del documento del 25 ottobre di Berlusconi che segna la fine del Pdl e la rinascita di Forza Italia, rivendica il doppio filo che lo lega, paradossalmente sotto i colori forzisti, ad Altero Matteoli, ex missino, ex An, "uno con cui ho condiviso perfettamente dinamiche politiche e di vita", spiega Giuliante a NewsTown - E ricordiamo che in passato l'Abruzzo ha avuto un personaggio come Nino Sospiri", ex missino e padre storico della destra locale.

Mentre anche nella galassia di An vecchie e nuove passioni spingono Storace, Buonfiglio ed altri a ricostituire un partito più distante dal centro e più vicino alla destra originaria, Giuliante aderisce a Forza Italia senza però rompere il doppio legame che lo tiene stretto all’ex An. La scelta dei suoi ex colleghi di partito, di ricostruire la destra pre-berlusconiana, Giuliante la definisce la creazione di "formazioni francobollo, che comunque convergono per l'alleanza con il partito principale del centro destra". Tutti tornano nella galassia Berlusconi, insomma. Nessuna contraddizione per l'assessore, che invece di tornare al suo "primo amore", Alleanza nazionale, sceglie Forza Italia. "Io vengo dal movimento sociale, ma sono 45 anni che sto dalla stessa parte - ha spiegato - Nella prospettiva elettorale sono nel centro destra, per me non è un problema nominalistico".

L'Assessore aquilano si autodefinisce "non una colomba, ma nemmeno un falco piuttosto un’aquila". Sembra non piacere a nessuno dunque la denominazione "falco", i filoberlusconiani per intenderci. Neppure ad un berlusconiano della prima ora come il consigliere regionale Riccardo Chiavaroli, che dice di essere "più che un falco, un lealista dell'ex premier".

Tutti pronti per il giorno del giudizio pidiellino alle ore 10 al Palazzo dei Congressi della Capitale. Solo nelle stanze romane gli abruzzesi fedeli al Cavaliere potranno capire se è vera la previsione di Chiavaroli: "Siamo 60% per Berlusconi e 40 % per Alfano, anche se alcuni amici e colleghi non hanno aderito a nessun documento". 

Una situazione che più che una vittoria dei berlusconiani dipinge un passaggio amaro e difficile da digerire, anche per il futuro del governo delle larghe intese. "Il Pdl non ci sarà più - assicura il consigliere regionale - Io ritengo che c’è la maggioranza. Speravo che tutto il Pdl confluisse in Forza Italia, ma si arriverà alla spaccatura".

Che ne sarà quindi dei resti della creatura berlusconiana?

Se il quadro è quello di una scissione, allora i resti del Pdl che non aderiranno a Forza Italia potranno creare uno o più "sotto - partiti", fedeli quanto basta al Demiurgo del Centro Destra; mentre l'auspicata maggioranza forzista comincerà a creare i gruppi parlamentari alla Camera e al Senato e ad aprire la strada alla costituzione dei corrispettivi gruppi omologhi in Regione e nelle altre istituzioni locali.

“Non entriamo in Forza Italia ma facciamo altri gruppi. Ci chiameremo “Nuovo centrodestra”, spiega Filippo Piccone, coordinatore regionale Pdl d’Abruzzo e filogovernativo, che richiama lo strappo di Alfano di ieri sera a poche ore dal Consiglio.

Alla domanda sul perché non sia tornato in Forza Italia, il coordinatore regionale accenna una risata e dice: “Perché Forza Italia è in mano a persone che non condivido, né negli atteggiamenti politici né nella linea politica.”

E' la parte più agguerrita dell'oramai ex Pdl a lanciare l'appello ai propri compagni di partito. "L’unità è un bene prioritario, ma è altrettanto vero che ci dev'essere chiarezza. Si può essere su posizioni diverse, ma chi sta nel partito cerca di convergere". Così Giuliante che, tuttavia, non posa le armi. "Ho la ragionevole previsione che vinceremo noi", chiosa l'assessore aquilano.

Ultima modifica il Sabato, 16 Novembre 2013 12:57

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