La proposta, firmata dal consigliere comunale Daniele Ferella (Tutti per L'Aquila), con il sostegno dei colleghi Emanuele Imprudente (L'Aquila Città Aperta), Guido Liris (Pdl), Alessandro Piccinini (Gruppo misto), Luigi D'Eramo (Prospettiva 2022) e Raffaele Daniele (Udc), è stata presentata alla città in conferenza stampa nella tarda mattinata di ieri: "inseriamo, nel Regolamento del Comune dell'Aquila, l'istituzione della Consulta giovanile".
"Le finalità - si legge nella proposta - sono quelle di includere fattivamente la popolazione di età compresa tra i 14 e i 30 anni nel dibattito sulle politiche rivolte ai giovani. Per questa ragione avrà potere consultivo per quanto riguarda le proposte dell'amministrazione comunale sui temi e sulle problematiche legati alle politiche di settore. Sarà composta da 15 ragazzi, di cui 5 eletti all'interno degli istituti di istruzione secondari, 5 all'interno dell'Università dell'Aquila e 5 nominati dal Consiglio comunale. Annualmente, inoltre, verrà designato un presidente".
Un'idea accolta con favore dall'associazione di promozione sociale Giovine L'Aquila, che però non ha mancato di puntualizzare alcuni aspetti: "E’ circa un anno che l’associazione lavora ad un progetto di Consulta giovanile che possa realizzare un ponte tra i giovani e la politica cittadina, indispensabile specialmente in questo delicato periodo", si legge in una nota diffusa stamane. "Nel mese di settembre l'associazione ha incontrato l’assessora con delega alle politiche giovanili, Emanuela Di Giovambattista, con la quale ha preso l’impegno di portare avanti il progetto e di condividerlo, il prima possibile, con le altre associazioni, giovanili e non, dell’Aquila". Arriviamo alle puntualizzazioni: "Pur ritenendo quantomeno necessario un organo istituzionale dedicato in maniera specifica alle tematiche riguardanti i giovani del territorio aquilano, non è chiaro come solo quindici ragazzi possano rappresentare adeguatamente la gioventù aquilana, considerando che dieci di loro, i rappresentanti degli studenti medi e universitari, trovano legittimità della loro rappresentanza già in altri consessi", sottolinea l'associazione Giovine L'Aquila.
"I rimanenti cinque sono scelti nominalmente, con un criterio non molto chiaro, dai membri del Consiglio Comunale, negando cosi ai giovani aquilani la facoltà e il diritto di poter decidere sui loro stessi rappresentanti. E’ da notare anche la completa omissione delle associazioni giovanili, cittadine, sportive e studentesche". La Consulta dovrebbe avere un ruolo fondamentale nella discussione e nel confronto sui temi che abbracciano la vita dei giovani: "E’ interessante constatare che, all’indomani del sisma, molte associazioni, giovanili e non, sono nate per tentare di risanare, ricreare, aiutare il tessuto sociale aquilano ormai perso. Molte di queste hanno avuto una morte prematura, probabilmente anche per la mancanza di un appoggio e di un organo che potesse sostenerli nella loro attività. In virtù di questi motivi l’associazione Giovine L’Aquila esprime grande soddisfazione nell'apprendere che nel consiglio ci siano membri sensibili al tema dei ragazzi ma non può essere pienamente d’accordo con la struttura del progetto presentato. Chiede pertanto su questo tema un confronto con le istituzioni e le altre realtà associative giovanili e studentesche presenti nel territorio del comune di L'Aquila".
Invito raccolto dall'assessora alle Politiche sociali, Emanuela Di Giovambattista: "La proposta di istituire una Consulta giovanile mi trova assolutamente d’accordo. D’altronde non è un’idea inedita, ma si tratta di uno dei punti basilari inseriti nel programma del sindaco Massimo Cialente, di cui mi sto occupando sin da quando mi sono insediata".
"La partecipazione dei giovani - spiega - è un principio vitale per la vita democratica e la Consulta è indubbiamente uno strumento indispensabile per dare voce alle esigenze, ai bisogni dei ragazzi della nostra città, che reclamano spazi ed attenzione. Ho già pronta una bozza di Statuto sulla quale sto lavorando, ma sono pronta ad accogliere suggerimenti e proposte che possano rendere l’organismo più aderente alle esigenze dei giovani".
"Accolgo pertanto favorevolmente il suggerimento dei consiglieri comunali", conclude Di Giovambattista. "Per istituire uno strumento di partecipazione di tal genere è necessario un confronto e un dialogo con tutte le componenti politiche, ma soprattutto con i ragazzi. E’ per questo che convocherò un incontro con loro, per giungere ad un documento il più condiviso possibile".
Non ha esitato a esprimere dubbi e perplessità l'Unione degli Studenti (UdS), in una lettera aperta indirizzata proprio all'assessora Di Giovanbattista. I toni della rete degli studenti medi sono stati più aspri rispetto a quelli della Giovine L'Aquila. Oltre ai dubbi in merito alle modalità di elezione dei rappresentanti, soprattutto riguardo ai 5 che dovranno essere nominati direttamente dal Consiglio Comunale, l'UdS ha quasi denigrato la validità del nascente organo di confronto. "Dubitiamo, in linea con la posizione di altre associazioni del territorio, che questo organo sia la risposta complessiva a tutti i problemi che vivono i ragazzi in questo territorio", dunque "è difficile pensare, anche per come è stato presentato, che tale schema di rappresentanza possa essere inclusivo, democratico, ed efficace".
Secondo l'Uds, l'iniziativa sarebbe addirittura faziosa, poiché al lancio era presente soprattutto l'ala centrodestra del consiglio comunale: "abbiamo avuto modo di notare un interesse nell’evidenziare un investimento politico del centrodestra sugli studenti aquilani. Non accettiamo che la discussione in Consiglio Comunale sia condotta riproducendo logiche di parte", si legge nella lettera, "è evidente, dunque, che già in partenza questo percorso si rivela fallimentare".
"Non è il centrodestra che punta sui giovani", ha denunciato l'UdS, "ma sono i giovani che da quattro anni pretendono risposte dal Comune dell’Aquila, e quindi anche dalla sua componente di centrodestra".
Nonostante le critiche, i ragazzi si sono dichiarati disposti a partecipare alla Consulta, in quanto "un organo istituzionalmente riconosciuto, se non contaminato dalle logiche clientelari e di interesse, può essere utile nell’ambito di una precisa, rigorosa, e indipendente programmazione. Non possiamo accontentarci di piccoli provvedimenti, dobbiamo cambiare complessivamente il sistema dobbiamo farlo subito, con un significativo investimento politico ed economico su quei saperi che pretendono spazio e dignità nella società" sarebbe, dunque, fondamentale per dare la possibilità a tutti gli studenti, liceali e universitari, di sentirsi parte di questa comunità.
"La battaglia per un nuovo e diverso welfare scolastico, fatto di servizi gratuiti, comodato d’uso dei libri di testo, trasparenza sulla contribuzione volontaria è e sarà una nostra priorità all'interno della discussione in Consulta giovanle", hanno scritto gli studenti, rimproverando che, ad oggi, "L'Aquila non è una città che investe sui giovani".