Lunedì, 29 Gennaio 2018 19:46

Elezioni: ecco come come si vota il 4 marzo. Il Rosatellum in pillole

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Chiuso il capitolo liste, non rimane che capire come si voterà il 4 marzo e come sarà composta la scheda elettorale. Per la prima volta si andrà a votare con la nuova legge elettorale, il Rosatellum, un sistema misto parte proporzionale e parte maggioritario.

Come funziona il Rosatellum

Il Rosatellum (che deve il nome al capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, suo ideatore) è un sistema misto maggioritario e proporzionale, che prevede 232 collegi uninominali per la Camera e 116 per il Senato, ciascuno dei quali avrà il proprio vincitore, a cui vanno aggiunti i collegi proporzionali che eleggeranno i restanti parlamentari e 18 i deputati e senatori eletti nella circoscrizione Estero.

I seggi vengono assegnati nei collegi uninominali al candidato che ottiene il maggior numero dei voti.

Nei collegi plurinominali vengono eletti più candidati, secondo l’ordine di presentazione nelle liste e nei limiti dei seggi ai quali ciascuna lista ha diritto in proporzione ai voti ottenuti dal singolo partito o coalizione. I partiti possono presentarsi da soli o in coalizione.

Lo sbarramento è al 3% per le singole liste e al 10% per le coalizioni. Se una lista non raggiunge il 3% ed è parte di una coalizione, i voti vengono dirottati al partito prevalente all’interno dell’alleanza.

Il voto è unico e non è prevista la possibilità del voto disgiunto. La scheda elettorale è la stessa sia per la Camera che per il Senato.

La scheda elettorale

Domenica 4 marzo gli elettori riceveranno una scheda elettorale per ciascuna camera, quindi una per la Camera e – se si hanno almeno 25 anni – una per il Senato (in Lombardia e nel Lazio gli elettori riceveranno anche una scheda per il voto alle regionali).

Nella scheda è recato il nome del candidato nel collegio uninominale e il contrassegno di ciascuna lista o coalizione di liste per il collegio plurinominale. I contrassegni delle liste hanno riportati a fianco i nominativi dei candidati nel collegio plurinominale.

Si può barrare il nome del candidato al collegio uninominale e poi scegliere una delle liste che lo appoggiano. I due segni devono essere fatti nella stessa area: non è possibile scegliere un candidato all’uninominale e un partito di una coalizione diversa da quella di quel candidato.

Una volta scelto un candidato uninominale, è possibile scegliere solo e soltanto una delle liste che lo appoggiano. Se si sceglie una lista in un’altra coalizione, la scheda viene invalidata. Non c’è voto disgiunto, non si può votare un candidato di centrodestra e una lista di centrosinistra.

Non sono previste nemmeno le preferenze. Si può votare una lista, ma non si può scegliere a quale candidato di quella lista far arrivare il vostro voto.

Se si traccia solo un segno su uno dei partiti – votando quindi per la parte proporzionale – il voto sarà esteso anche al candidato sostenuto da quel partito al collegio uninominale. Se invece si barra soltanto la casella del candidato uninominale, la procedura sarà un po’ più complessa.

Il voto sarà distribuito tra le liste che appoggiano il candidato uninominale in proporzione alle preferenze ricevute dalle liste stesse. Quindi se una delle liste che formano la coalizione ha ricevuto il 30 per cento dei voti, riceverà anche il 30 per cento dei voti di chi non ha votato esplicitamente per nessuna lista di quella coalizione.

Riassumendo:

- il voto espresso tracciando un segno sul contrassegno della lista vale anche per il candidato uninominale collegato, e viceversa;
- il voto espresso tracciando un segno sul nome del candidato uninominale collegato a più liste in coalizione, viene ripartito tra le liste in proporzione ai loro voti ottenuti nel collegio;
- se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato del collegio uninominale e un segno sul sottostante rettangolo contenente il contrassegno della lista, il voto si considera comunque valido a favore sia del candidato uninominale sia della lista;
- se l’elettore invece traccia un segno sul contrassegno e un segno sulla lista di candidati nel collegio plurinominale della lista medesima, il voto si considera valido a favore sia della lista sia del candidato uninominale
- se l’elettore traccia un segno sul rettangolo contenente il nominativo del candidato uninominale e un segno su un rettangolo contenente il contrassegno di una lista cui il candidato non sia collegato, il voto si considera nullo.

Per la scheda elettorale è previsto un tagliando antifrode per le schede elettorali, ossia un tagliando rimovibile con un numero progressivo, che sarà annotato prima che l’elettore entrerà nella cabina per votare.

Soglie di sbarramento

Per eleggere candidati nel proporzionale, una lista deve raccogliere almeno il 3 per cento dei voti su base nazionale per la Camera, mentre al Senato riceve seggi anche se – fallendo l’obiettivo del 3 per cento a livello nazionale – ha ottenuto in una sola regione almeno il 20 per cento dei voti.

La soglia per le coalizione invece è del 10 per cento dei voti, a patto che una delle liste che la compongono raggiunga il 3 per cento a livello nazionale.

Se una lista che fa parte di una coalizione non riceve il 3 per cento a livello nazionale, non elegge nessun parlamentare: se ottiene però più dell’1 per cento, i voti che ha raccolto vengono distribuiti tra i suoi alleati.

Come vengono assegnati i seggi

Scegliendo un candidato all’uninominale, quel candidato riceverà un voto all’interno di quel collegio. Al termine dello scrutinio, il candidato che ha ricevuto anche solo un voto più dei suoi avversari sarà eletto.

Se insieme al candidato viene barrata anche la casella di una delle liste proporzionali che lo appoggiano, quella lista in questione riceverà un voto.

Su base nazionale, grossomodo ogni lista eleggerà un numero di parlamentari proporzionale ai voti che ha ottenuto, ma la divisone nei collegi è abbastanza complessa. I candidati della lista proporzionale saranno eletti nell’ordine in cui compaiono sulla scheda.

La legge permette le candidature multiple: si potrà essere candidati in un seggio uninominale e in fino a cinque collegi proporzionali. In caso di elezione in più collegi si viene eletti prima nel collegio uninominale, in second’ordine nel collegio proporzionale dove la lista ha ottenuto la percentuale minore di voti.

Ultima modifica il Sabato, 03 Marzo 2018 23:03

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