“Non mi sento un paracadutato: anzi, appartengo a questa terra, sono un uomo di montagna anch’io; ne conosco problemi e ferite, le stesse del mio territorio”.
Si è presentato così Danilo Leva, capolista di Liberi e Uguali sul collegio proporzionale L’Aquila/Teramo per la Camera dei Deputati; nei giorni scorsi era finito al centro delle polemiche, lui e Celestina Costantino, capolista su Chieti/Pescara, per la decisione della presidenza nazionale di catapultarli in Abruzzo, su seggi considerati contendibili, a scapito dei rappresentanti locali del movimento. In realtà, “sono molisano e non arrivo dalla luna – ha tenuto a ribadire Leva – e la candidatura in questo collegio ha un senso politico: per noi, la questione dell’Appennino deve diventare un tema nazionale, le aree interne debbono tornare al centro dell’agenda politica del paese”.
Dunque, la proposta di un “testo unico per la prevenzione sismica, la ricostruzione e la rigenerazione urbana: serve un quadro normativo certo, all’altezza delle sfide che la natura ci pone dinanzi, e vanno destinate risorse certe, anno dopo anno, alla prevenzione dai rischi sismici e idrogeologici. Ecco il motivo della mia candidatura qui, per ribadire la priorità di questi temi nel programma politico di LeU”.
Danilo Leva, avvocato penalista, è stato consigliere regionale del Molise: deputato uscente, è il tesoriere del gruppo di Mdp alla Camera dei Deputati. “Abbiamo avuto dei problemi che, tuttavia, abbiamo affrontato e risolto”, ha riconosciuto Fabio Ranieri, coordinatore regionale del movimento, capolista sul collegio unico proporzionale per il Senato. “Noi presentiamo l’unico progetto davvero alternativo a livello nazionale, un progetto che viene prima di tutto. Ho visto le liste della destra in Abruzzo, e qui a L’Aquila in particolare: sono mesi che ci bombardano con lo slogan ‘prima gli aquilani’, dal punto di vista delle candidature, però, il principio non è stato ritenuto valido. Dovrebbero occuparsi un poco di più della credibilità che hanno a livello nazionale. E anche il Pd, pare un autobus su cui salire per abbandonare l’Abruzzo: oramai, il partito è a immagine e somiglianza di Renzi, con qualche foglia di fico; mi spiace dirlo, tra di loro c’è l’ex sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. Il Pd aquilano ha riproposto una sterile discussione tra giovani e vecchi, tra rinnovamento e non: dopo tanti anni, però, l’unica novità è che Cialente e Pezzopane si sono invertiti su Camera e Senato”.
Ranieri ha voluto mettere da parte le polemiche, comunque, ribadendo che LeU non farà una campagna elettorale contro, ma per mostrare il proprio programma di Governo. “Una campagna elettorale sui temi – ha promesso – che sono i nostri: rispetto agli sblocca Italia, proponiamo investimenti per la messa in sicurezza del territorio, delle scuole in particolare; proponiamo interventi pubblici per rilanciare il lavoro, altro che bonus; più diritti, più Stato, una sanità pubblica capace di dare risposta i territori, un sistema di trasporti adeguato per le aree interne del paese. Come ha sottolineato Danilo Leva, vogliamo lavorare affinché l’Appennino diventi un punto centrale della campagna elettorale di LeU”.
A L’Aquila, sono stati presentati i candidati che correranno nei collegi del territorio: attorno al tavolo, introdotti dal consigliere comunale Giustino Masciocco, erano seduti Stefano Alessiani, candidato sul collegio uninominale della provincia di Teramo per la Camera, Luigi Fabiani, sull’uninominale L’Aquila/Marsica/Alto Sangro, Rosaria Ciancaione, seconda nel listini proporzionale per la Camera L’Aquila/Teramo, Gamal Bouchaib e Sabrina Marchetti che la seguono, oltre a Guido Iapadre, candidato nel collegio maggioritario L’Aquila/Teramo per il Senato.
Annunciando che arriveranno in Abruzzo il leader Pietro Grasso e Pier Luigi Bersani, nei giorni della campagna elettorale, gli esponenti di Liberi e Uguali hanno spiegato i motivi del loro impegno e della loro candidatura. “Tengo a cuore due argomenti, in particolare”, ha tenuto a spiegare Luigi Fabiani; “il primo, il disagio che vivono le aree interne del paese, più soggette di altre alle calamità naturali; permettetemi di ricordare che calammo nella legge d’iniziativa popolare depositata alla Camera, a seguito del terremoto dell’Aquila, i comportamenti univoci che lo Stato avrebbe dovuto garantire in caso di calamità. Seconda considerazione, il problema del lavoro – il più grande che abbiamo – è strettamente collegato all’aspetto fiscale: la leva fiscale è l’unica che può garantire una reale redistribuzione del reddito; chi più ha, più deve contribuire”.
Di investimenti pubblici, e in particolare nelle aree interne, diritti universali della persona – formazione e sanità – e del ruolo, importante, della cultura e dell’ambiente per lo sviluppo del territorio ha parlato, invece, Guido Iapadre. “Parlando di sanità, è necessario lavorare ad un hub di secondo livello L’Aquila/Teramo – le parole di Iapadre – iniziando da una maggiore integrazione dei due ospedali che dovrà passare anche per il ruolo svolto dalle Università. Va migliorato, però, anche il sistema di sanità territoriale: nell’aquilano, siamo davvero alla preistoria; al di fuori degli ospedali, i servizi sanitari sono inesistenti. Particolare attenzione, inoltre, andrà riservata ai parchi naturali che insistono nel territorio e che possono rappresentare davvero un volano per lo sviluppo, anche economico, delle aree interne: anche su questo – ha assicurato Iapadre – abbiamo le idee chiare”.
L’obiettivo di Liberi e Uguali è un “risultato a due cifre, in Italia e in Abruzzo – ha concluso Leva – così da rafforzare la voce della sinistra in Parlamento. L’unico vero voto utile è questo”.