I fatti di Como, i discorsi sulla razza del candidato del centrodestra alla Regione Lombardia, le vicende di Ostia, la sindaca leghista di Gazzada Schianno che insulta il Giorno della Memoria e minaccia il giornalista che racconta la sua brillante uscita, fino alla follia omicida di Luca Traini che a Macerata, avvolto nella bandiera tricolore, spara a sei inermi cittadini di origine straniera che stavano camminando per strada, e poi fa il saluto romano prima di essere arrestato.
Tanti episodi del fascismo che torna, che, forse, non se n'è mai andato dalle nostre coscienze, dalla nostra cultura. E tante altre storie politiche e di cronaca in giro per l'Europa che dal nazifascismo pensava di essersi liberata ormai settant’anni fa e che, invece, se lo ritrova in casa, sempre più diffuso in strati della popolazione che sembrano non avere più nulla in cui credere e sperare e che, nella paura dell’altro, cercano una ragione di vita.
E' arrivata l'ora di dire "basta", si sono detti all'Anpi, dove si è da poco insediata la nuova presidente Carla Nespolo. E dall'Anpi è partito l’appello "Mai più fascismi", rivolto alle istituzioni democratiche e che si propone di raccogliere le firme dei cittadini.
Vi hanno aderito 23 associazioni: i tre sindacati, i partiti del centrosinistra, le organizzazioni culturali cattoliche e laiche, "Libera" di don Ciotti e diverse altre. L'obiettivo? Dare la scossa a un ambiente sociale e culturale in cui certe manifestazioni e comportamenti fascisti, col tempo, sono diventati tollerati e sopportati, costringere le istituzioni (politiche, amministrative, scolastiche, sociali, sportive, culturali) a intervenire, vietare e anche, se necessario, agire in giudizio facendo valere la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione che vieta espressamente la 'ricostruzione del disciolto Partito Fascista'.
"Siamo stati distratti. Dobbiamo tornare ad alzare la voce quando gli altri tacciono", le parole di Don Ciotti.
La raccolta di firme andrà avanti per mesi, proprio perché vuole essere occasione di discussione, iniziativa e confronto per trovare, come dice l'appello a "dare risposte umane a idee disumane".
In Abruzzo, ‘Liberi e Uguali’ ha deciso di aderire e, dunque, gli amministratori del movimento di sinistra presenteranno mozioni "per non dare più luoghi pubblici" ad organizzazioni neofasciste. "Siamo sgomenti dalle notizie delle ultime ore che provengono da Macerata e siamo vicini alle persone colpite da tale ferocia e barbaria”, hanno sottolineato Fabio Ranieri e Tommaso Di Febo, segretari regionali di Articolo 1 - Mdp Abruzzo, e Daniele Licheri, segretario regionale Sinistra Italiana Abruzzo. “Siamo preoccupati – hanno aggiunto – poiché negli ultimi anni, anche in Abruzzo, sono aumentati episodi di matrice neofascista, di discriminazione, di odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. E per questo che abbiamo deciso di aderire convintamente all'appello dell'ANPI e, tramite i nostri amministratori locali, nei prossimi giorni presenteremo una mozione che impegni il Sindaco a rispettare una serie di requisiti che non diano più nessuno spazio a chi continua a seminare odio in tutte le sue forme".
Le prime città dove verrà presentata la mozione saranno Pescara e L'Aquila e poi, a seguire, arriveranno le altre "dove siamo presenti", hanno chiarito i segretari di Mdp e Sinistra Italiana. In sostanza, le mozioni impegneranno i sindaci "a non concedere patrocinio, spazi o suolo pubblico a coloro i quali non garantiscano di rispettare i valori sanciti dalla Costituzione, professando o praticando comportamenti fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti; a imporre come requisito necessario per l’assegnazione di spazi e contributi pubblici il non aver subito condanne, anche con sentenza non definitiva, per reati di cui alle leggi elencate in premessa; a richiedere maggiore vigilanza al corpo di Polizia Municipale nel contrasto alle alla diffusione di volantini e di scritte sui muri e edifici cittadini, soprattutto nei pressi degli istituti scolastici inneggianti alla discriminazione, all’odio e alla violenza per motivi fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti; a cancellare o coprire le scritte sui muri e edifici cittadini inneggianti alla discriminazione, all’odio e alla violenza per motivi fascisti, razzisti, omofobi, transfobici e sessisti entro e non oltre 24h dalla loro segnalazione agli uffici competenti; a promuovere iniziative culturali affinché sia mantenuta la memoria storica e sia posto all’attenzione, soprattutto delle giovani generazioni, l’affacciarsi di nuovi fascismi che mettono in discussione i principi democratici e di pacifica convivenza".