E’ la spinta che viene dal basso il valore aggiunto del percorso che a L’Aquila, come nel resto d’Italia, sta portando avanti Potere al Popolo.
Oltrepassata oramai la fase fondativa, l’obiettivo diventa il consolidamento e il radicamento sui territori; un passaggio abbastanza accidentato, se vogliamo, data la poca esposizione mediatica concessa dai media nazionali alle donne e agli uomini che hanno scelto di abbracciare le istanze di sinistra radicale portate avanti dal movimento della ‘stella rossa’.
E allora, pur con la possibilità di contare sull’apporto delle nuove tecnologie, il momento del confronto torna a guardare alle origini: il metodo, quello delle assemblee; persone, idee, dibattiti che, come accaduto a L’Aquila, all’auditorium del Parco, mettono al centro la visione ideale e profondamente concreta che punta dritto all’abbattimento delle diseguaglianze sociali.
Una sperequazione tra le classi che tutti gli esponenti delle forze politiche tradizionali sembrano utilizzare e cavalcare come miccia per arrivare a far deflagrare una devastante guerra tra poveri, utile, in definitiva, soltanto a consolidare posizioni di potere già acquisite. “Sapete che siamo spesso ignorati dai media nazionali; comunque, abbiamo tanta voglia: lo dimostra questa serata, siamo qui all’auditorium per iniziare ufficialmente la campagna elettorale, con i candidati del collegio L’Aquila/Teramo, e con tante persone comuni. E’ un momento per parlare, fare politica insieme, ricostruire quel tessuto sociale di cui abbiamo tutte e tutti bisogno”, ha sottolineato Alessandro Tettamanti, candidato alla Camera sul collegio uninominale L’Aquila/Marsica/Alto Sangro.
“Penso che la nostra spinta dal basso possa aiutare l’Italia a respingere certi rigurgiti razzisti e fascisti di cui purtroppo abbiamo sentore: troppo spesso le forze politiche, e non soltanto quelle dichiaratamente di destra estrema ma anche quelle dell’arco parlamentare, ne approfittano, fanno campagna elettorale soffiando sul fuoco e mettendo i poveri contro i più poveri. Siamo convinti, invece, che ci sia bisogno di alleanze dal basso, per reagire alla lotta di classe che è stata fatta dall’alto verso il basso negli ultimi vent’anni, per riappropriarci dei diritti e delle garanzie che avevamo e che abbiamo perso, di cui abbiamo diritto”.