Venerdì, 16 Febbraio 2018 08:59

L'Aquila, respinta in consiglio la mozione antifascista di Cimoroni

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Con 15 voti contrari e 5 favorevoli il consiglio comunale dell'Aquila, riunito ieri a Villa Gioia, ha respinto la mozione presentata dalla consigliera di Coalizione Sociale Carla Cimoroni che chiedeva di subordinare la concessione di spazi pubblici e contributi alla sottoscrizione, da parte delle organizzazioni richiedenti, di una dichiarazione con cui l'associazione, per mezzo del proprio rappresentante legale, affermasse di non professare né manifestare idee e comportamenti ispirati all'odio razziale, all'omofobia, all'antisemitismo, al fascismo e al nazismo. Una proposta che, sebbene concepita sulla scia di altre mozioni analoghe già approvate da molte amministrazioni locali e annunciata a dicembre nel corso di un'iniziativa all'Aquila organizzata dall'Anpi, ha acquisito, inevitabilmente, notevole valore politico nel clima di recrudescenza fascista venuto a galla in seguito all'attentato di Macerata.

All'appello della consigliera a sostenere una mozione "non di destra né di sinistra, ma di tutti, in quanto fondata sull'antifascismo", l'assise comunale ha risposto con una maggioranza compatta nel respingere la proposta e un'opposizione che, eccezion fatta per gli interventi di Giustino Masciocco e Stefano Albano, si è mostrata assente, non solo sui contenuti del dibattito - a tratti macchiettistico - ma anche dall'aula. Al momento della votazione erano presenti, oltre alla firmataria, solo quatto consiglieri d'opposizione, tutti a favore dell'approvazione: Emanuela Iorio, Stefano Alabano, Giustino Masciocco e Angelo Mancini.

"Considero scontato - ha esordito in aula Cimoroni - che rappresentanti delle istituzioni siano d'accordo nel limitare azioni promosse da associazioni e organizzazioni politiche e sociali che diffondono idee e comportamenti contrari alla Costituzione, che sancisce diritti inviolabili dell'uomo: la pari dignità sociale di tutti i cittadini e l'uguaglianza di tutti davanti alla legge senza distinzione di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche condizioni personali e sociali". Consapevole che l'avanzata di ideologie politiche che si ispirano esplicitamente a teorie fasciste non può essere arginata esclusivamente "a suon di mozioni", la firmataria ha quindi precisato come il provvedimento intendesse semplicemente richiamare l'applicazione di principi costituzionali e leggi nazionali (legge Scelba e legge Mancini) che dettano la disciplina sanzionatoria dei reati di apologia e manifestazioni fasciste.

"Anticipando qualche obiezione, preciso subito che non è una mozione finalizzata a limitare la libertà di pensiero. Il testo chiede di modificare i regolamenti comunali affinché non vengano concessi locali, spazi o suolo pubblico, né contributi o patrocini ad associazioni, gruppi, organizzazioni politiche e sociali che manifestino e professino idee e comportamenti razzisti, xenofobi, antisemiti, omofobi, che si siano espressi con termini o modalità che indichino odio o intolleranza religiosa, o che si ispirino alle ideologie del fascismo o del nazismo e che contrastino pertanto con i principi sanciti dalla Costituzione italiana. Dire che l'antifascismo è intollerante - ha sottolineato Cimoroni - equivale a dire che la nostra Costituzione è intollerante. Scontriamoci sulle politiche economiche o su quelle migratorie, ma non arretriamo sull'antifascismo".

Di altra opinione, il sindaco Pierluigi Biondi che per primo ha motivato il voto contrario affermando come la mozione apparisse, non solo inutile e ridondante, ma addirittura inconciliabile con i valori costituzionali e democratici. "Una pubblica amministrazione non può esercitare funzioni legislative avocando a sè la decisione di concedere o meno agibilità politica ad un gruppo o associazione dal momento che esistono leggi e principi costituzionali, che auspichiamo vengano applicati, a limitare e sanzionare le azioni di gruppi che si definiscono fascisti. Se si attribuisse tale discrezionalità ad una pubblica amministrazione si alimenterebbero politiche di contrasto che rischiano di avere un effetto criminogeno sulle persone. L'amministrazione agisce con indirizzi politici, e talvolta esprime opinioni, ma non si può elevare il suo compito a rango legislativo".

Stante che principi e leggi di questo paese già sanzionano e limitano azioni e pratiche ispirate al fascismo, e stante che un consiglio comunale si esprime attraverso atti di indirizzo di natura generale e normativa, è altrettanto vero che un'amministrazione pubblica ha il compito di riaffermare principi basilari della vita democratica dinanzi alla deriva nazionalista a cui assistiamo, con forze reazionarie che, in seguito al raid di Macerata, raccolgono consensi e lanciano proposte xenofobe e ispirate a teorie esplicitamente fasciste.

"Approvare questa mozione - ha evidenziato Cimoroni - che richiama l'attuazione di norme costituzionali e leggi nazionali, è oggi un importante segnale politico di cui un'amministrazione dovrebbe assumersi la responsabilità. Rappresentanti istituzionali - ha incalzato la consigliera - hanno oggi il dovere di prendere posizione e affermare che su valori quali l'antifascismo non si può arretrare". Un'impostazione, peraltro, la cui legittimità è stata avallata dal Tar di Brescia che ieri l'altro, esprimendosi sul ricorso di Casapound avverso una identica delibera di giunta ritenuta lesiva della "libertà di opinione" e "espressione del pensiero", ha dato ragione al Comune lombardo, valutando la richiesta dell'amministrazione come «legittima» e «in linea con i principi democratici costituzionali».

Evidentemente, o l'antifascismo è un principio che non rientra nel bagaglio valoriale della maggioranza dei consiglieri di centrodestra, come qualche intervento ha lasciato intendere - il consigliere Daniele D'Angelo, eletto con Benvenuto Presente, ha sottolineato l'assurdità di vietare manifestazioni a gruppi come Casapound che a Roma ha sfilato "in modo estremamente educato, con i militanti allineati e coperti che non hanno lasciato a terra nemmeno una carta di caramella" - oppure la maggioranza, considerando ridondante riaffermare a mezzo di una mozione principi costituzionali, ritiene "una perdita di tempo" e "un'offesa all'intelligenza" discutere di un provvedimento che distoglie l'attenzione dai problemi veri della città. Ad affermarlo è stato il capogruppo di Forza Italia, Roberto Junior Silveri, dimenticando, evidentemente, che ieri, nella stessa seduta, è stato presentato, e approvato un ordine del giorno per intitolare una strada alle vittime delle Foibe e che lui stesso, a dicembre, presentò un ordine del giorno per promuovere la realizzazione del presepe in tutte le sedi comunale, istituzionali e delle aziende partecipate dell'ente.

Certo è che oggi, dopo l'attentato di matrice fascista di Macerata e il preoccupante dilagare del nazionalismo, sembra non essere più scontato ribadire principi fondanti della vita democratica del paese.

 

Globuli Rossi: "Biondi straparla di pacificazione, opposizione si è liquefatta"

Sul voto contrario alla mozione presentata da Carla Cimoroni, e sull'approvazione, invece, della proposta di intitolare una rotonda ai martiri delle Foibe, si è espresso in termini durissimi il think tank 'Globuli Rossi'. "Avevamo scritto che l'opposizione in Consiglio Comunale avrebbe dovuto difendere i valori costituzionali dell'antifascismo e respingere l'offensiva revisionista che si serve della tragedia delle Foibe per affermare che non esiste storicamente una parte sbagliata, il fascismo, e una giusta, l'antifascismo. Il Sindaco Biondi ha straparlato di pacificazione dimenticando che può esservi pacificazione solo quando si riconoscerà sinceramente e autenticamente il valore della Costituzione nata dalla Resistenza; fino a quando fascisti vecchi e nuovi, come Biondi e maggioranza al seguito, continueranno a credere nel fascismo buono e a sostenere politiche razziste e discriminatorie non vi potrà essere pacificazione", l'affondo.

'Globuli Rossi' non ha risparmiato la minoranza di centrosinistra. "Sarebbe bastato dire questo e invece l'opposizione sulla mozione che chiedeva di non concedere spazi pubblici alle organizzazioni neofasciste si è liquefatta: 5 voti favorevoli Cimoroni, Albano, Iorio, Masciocco, Mancini. E gli altri? Il capogruppo PD che ci aveva definito vigliacchi (dimenticando il significato di Collettivo, cose che si imparano nelle giovanili dei Partiti di Sinistra, non certo ad Azioni Giovani!)? E Il candidato Sindaco PD (amante delle buone maniere dovrebbe avere in odio il fascismo!)? Sulle foibe è andata un poco meglio, tutti fuori dall'aula tranne l'ardito Serpetti del Fascio Possibile che ha votato a favore! Nessuno ha votato contro! E revisionismo sia".

Dunque, "una veloce considerazione sul gruppo del Passo/Fascio Possibile: i due esponenti Romano e Serpetti nel 2012 furono candidati con lo schieramento di Destra, nel 2017 a sostegno di Di Benedetto; l'Ardito Serpetti, iscritto UGL (noto sindacato progressista!) oltre che sostenere tutti gli odg fasciotoidi della squadraccia di Biondi si sta distinguendo per un attacco sistematico ai Parchi ambientali (altra politica chiaramente di sinistra). Il più mite Romano, preso da Pietrucci sotto la sua affollata Cappella da qualche anno, ieri è riuscito a firmare un emendamento del salviniano Ferella che di fatto smonta la delibera per la ricostruzione dei centri storici delle frazioni approvata dall'amministrazione Cialente, di centrosinistra, e che sostanzialmente autorizza lo snaturamento edilizio delle nostre frazioni; poi dopo aver votato con la Destra è andato a casa dimenticando di votare a favore della mozione antifascista. Quale travaglio ideale, valoriale, culturale ha portato i due del Fascio Possibile (e anche altri) a lasciare la Destra per approdare nel centrosinistra? La verità cruda e orribile è che ci si candida per convenienza, dove si ritiene che ci sia posto e potere! Con buona pace dell'antifascismo".

Ultima modifica il Venerdì, 16 Febbraio 2018 13:32

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