Lunedì, 26 Febbraio 2018 22:46

Comune dell'Aquila, un mese dopo: i problemi della macchina amministrativa

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Giusto un mese fa, il 1° febbraio, è entrata in vigore la nuova macrostruttura del Comune dell’Aquila. Con delibera 589 del 28 dicembre scorso, la Giunta ha inteso così riorganizzare, razionalizzare e semplificare la macchina amministrativa; oltre alla riduzione dei Dipartimenti, si è proceduto - per la prima volta - alla rotazione integrale del personale dirigente, eccezion fatta per Vittorio Fabrizi che continuerà ad occuparsi di ricostruzione. Non solo. Salvo alcune categorie che non potevano essere coinvolte - operai, agenti di Polizia municipale, insegnanti, assistenti sociali, istruttori socio educativi e personale ausiliario delle scuole - anche i dipendenti dell’Ente sono stati interessati dalla rotazione, nella misura del 15%.

In questo modo – ha spiegato il sindaco Pierluigi Biondi, che detiene, tra le altre, la delega al personale – “oltre ad aver dato realmente un segnale di discontinuità con il passato, si è data piena attuazione alle norme dell’anticorruzione”.

Sostituito il segretario generale dimissionario Giulio Nardi con Alessandra Macrì, proveniente dalla Provincia di Latina, Biondi ha definito il nuovo assetto dirigenziale: Tiziano Amorosi ha avuto ‘Bilancio e razionalizzazione’ e l’interim alla Polizia Municipale; Ilda Coluzzi l’Avvocatura (sezione specializzata) e Valorizzazione e controllo società partecipate; Domenico de Nardis l’Avvocatura (sezione generale) e Rigenerazione urbana, mobilità e sviluppo; Vittorio Fabrizi la Ricostruzione privata centro e frazioni e l’interim alla Ricostruzione dei Beni pubblici; Fabrizio Giannangeli le Politiche per il benessere della persona oltre all’interim per il Csa - ex Onpi; Paola Giuliani l’Avvocatura (sezione specializzata) e le Politiche del cittadino e personale; Lucio Nardis la Centrale unica di committenza e l’interim a Opere pubbliche, ambiente e sport; Angela Spera l’Equità tributaria.

Un mese dopo, tuttavia, la riorganizzazione non è entrata ancora pienamente in funzione; anzi, negli uffici comunali regna l’incertezza.

Iniziamo proprio dalla dirigenza: rispetto al 31 dicembre 2017, data di scadenza dei contratti degli ‘esterni’ Chiara Santoro, Dania Aniceti e Enrica De Paulis, non è stato pubblicato ancora alcun bando per sostituirli col risultato che alcuni dei dirigenti in organico detengono più di una delega e, dunque, hanno le scrivanie cariche di faldoni. Si pensi a Vittorio Fabrizi che ha mantenuto la ricostruzione privata e ha assunto pure l’interim ai beni pubblici; tra l’altro, Fabrizi sta per andare in pensione e lascerà un vuoto difficile da colmare. Altro caso emblematico è quello di Domenico de Nardis, messo un poco da parte dalla precedente amministrazione di centrosinistra, e tornato invece centrale nella macrostruttura voluta da Pierluigi Biondi: oltre all’avvocatura (sezione generale), de Nardis detiene la rigenerazione urbana, mobilità e sviluppo oltre a ricoprire l’incarico di amministratore a tempo del Centro turistico del Gran Sasso (fino a qualche settimana fa aveva persino l’interim alla Polizia Municipale, assunto ora da Tiziano Amorosi, un fedelissimo del sindaco).

Una parentesi, doverosa: giusto ieri mattina – lunedì 26 febbraio – doveva riunirsi la Commissione Garanzia presieduta da Americo Di Benedetto per aggiornamenti in relazione al quesito posto all’Autorità nazionale anticorruzione sulla nomina dell’avvocato al Ctgs: l’assise è stata rinviata a data da destinarsi, presumiamo per il maltempo che ha paralizzato la vita istituzionale della città.

Tornando alla rotazione, e alla mancata sostituzione dei dirigenti esterni arrivati a scadenza di contratto, è evidente come alcuni settori di straordinaria importanza – l’urbanistica appunto, con il nuovo Piano regolatore da portare avanti, e le opere pubbliche – siano rimasti con dirigenti a mezzo servizio, per usare un eufemismo. A volerla leggere politicamente, hanno le briglie legate Luigi D’Eramo e Guido Quintino Liris, esponenti di peso della Giunta, figure di spicco di Lega e Forza Italia: guarda caso, si tratta degli assessori che, più di altri, stanno cercando 'nuove' vie, D’Eramo candidato alle politiche – e convinto delle possibilità d’elezione – e Liris, pure lui in corsa il 4 marzo ma in posizione non eleggibile, che potrebbe aver accettato di portare acqua al mulino dei forzisti in cambio di un posto al sole alle prossime regionali.

Non solo. Ci sono dirigenti che hanno mal digerito la rotazione, e che non stanno mancando di rendere manifesti i loro mal di pancia: è il caso di Giannangeli, fino al 31 dicembre al bilancio, che ha lasciato il settore ad Amorosi, come detto, assumendo le politiche per il benessere della persona, con l’interim all’ex Onpi. Ebbene, non è un mistero che nelle settimane passate Giannangeli abbia paralizzato il settore, allungando i tempi delle firme con ripercussioni, in particolare, sugli enti culturali che attendevano il riconoscimento dei contributi stanziati dall’Ente per attività già svolte.

Come non bastasse, non sono stati compiutamente definiti gli aspetti organizzativi relativi alle sedi di lavoro dei dipendenti oggetto del provvedimento di rotazione, col conseguente ritardo nel passaggio di consegne tra dirigenti e personale; tra traslochi d’uffici e presa in carico delle nuove funzioni, è lecito attendersi che i tempi saranno abbastanza lunghi per avere una riorganizzazione compiuta, senza considerare, di nuovo, i mugugni di funzionari che, magari, speravano in una promozione e non l’hanno ottenuta oppure hanno preso male il cambio di ruolo.

Biondi ha gestito la ‘partita’ con la dirigente Ilda Coluzzi, 'vicina' a Cialente e che è entrata presto nelle ‘grazie’ del successore.

Intanto, gli incarichi di posizione organizzativa sono scaduti al 31 gennaio e, di nuovo, ancora non è stato pubblicato un bando. Per non dire del personale Ripam: i lavoratori, pur avendo vinto un regolare concorso a tempo indeterminato, vivono ancora una situazione di sostanziale instabilità lavorativa, col 2021 come spada di Damocle per l’eventuale inserimento in pianta organica. Ciò comporta una elevata mobilità, e sono già 48 su 120 le unità lavorative che hanno lasciato il Comune. Un altro ostacolo, sulla via della piena funzionalità.

Ultima modifica il Martedì, 27 Febbraio 2018 18:19

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