Martedì, 27 Marzo 2018 11:53

Anatra zoppa, al centrosinistra mancano 4 voti. D'Eramo: "Un golpe"

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‘Anatra zoppa’, qualche giorno fa scrivevamo che tutto sarebbe ruotato intorno al seggio 50, la scuola elementare di viale Alcide de Gasperi: ed infatti, è lì che il centrosinistra ha recuperato 24 voti; considerato che a valle dei 9 seggi già riconteggiati la coalizione era 'lontana' 28 preferenze dal 50% + 1 dei voti validi, la soglia fatidica è a soli 4 passi, e manca ancora il seggio di Arischia da riconteggiare, con appuntamento fissato per venerdì mattina, come da richiesta dei consiglieri di centrodestra, per evitare la sovrapposizione col Consiglio comunale.

Dunque, il sindaco Pierluigi Biondi potrebbe ritrovarsi con un Consiglio comunale a maggioranza di consiglieri eletti nel centrosinistra.

Tra l'altro, innanzi al Tar sono in contestazione un centinaio di voti annullati che i ricorrenti di centrosinistra, però, si dicono convinti siano espressione chiara di una volontà dell'elettore di votare la coalizione a sostegno del candidato sindaco Americo Di Benedetto: tuttavia, è difficile a credersi che i giudici possano sostituirsi al parere dei presidenti di seggio e pure della Prefettura, incaricata di riaprire le urne indicate.

Questo il quadro.

Ma cosa accadrebbe se il centrosinistra, in effetti, dovesse superare la soglia del 50% + 1 a seguito del riconteggio del seggio di Arischia? Il 4 aprile è prevista la relazione al Tar della Prefettura, con l'udienza di merito fissata per il 9 maggio: a quel punto, il Tribunale amministrativo non potrebbe che esprimersi per l''anatra zoppa' e procederebbe, dunque, con la proclamazione dei nuovi eletti, ribaltando i rapporti di forza in seno al Consiglio; il centrodestra potrebbe chiedere una sospensiva, come accaduto ad Avezzano, istruendo il ricorso in Consiglio di Stato che, tuttavia, verrebbe rigettato, considerato il pronunciamento sulla vicenda marsicana. Almeno, guadagnerebbe tre mesi per perseguire fino in fondo l'unica strada che pare rimasta per evitare il ribaltone.

L’avvocato e consigliere comunale di maggioranza Raffaele Daniele, legale dei consiglieri eletti di centrodestra, ha depositato al Tribunale amministrativo gli atti che dimostrebbero l'errore materiale di trascrizione dei voti al seggio 41, la scuola materna di San Sisto. Come anticipato da newstown, nei risultati definitivi pubblicati sul sito del Comune dell'Aquila sono stati conteggiati 10 voti validi ai candidati a sindaco ma ben 386 alle diverse liste. Impossibile: stante la legge elettorale in vigore, infatti, ogni voto dato ad una lista, laddove non sia indicata anche la preferenza ad uno dei candidati a sindaco, va conteggiato come preferenza al candidato collegato alla lista stessa. D'altra parte, i dati provvisori della sezione - e così i risultati pubblicati sul sito del Ministero dell'Interno - sono molto diversi, e riportano 411 voti ai candidati a sindaco e 386 alle liste.

Stante la decisione della Commissione elettorale che ha respinto l'istanza di correzione d'errore materiale istruita dal Comune dell'Aquila, se il Tar non dovesse tenere conto degli atti prodotti dai consiglieri di centrodestra, l'Ente procederà con l'impugnazione tramite querela di falso con l'incarico già affidato al legale Roberto Colagrande. Decisione che non è piaciuta affatto al dirigente dell'avvocatura, Domenico de Nardis: ma questa è un'altra storia.

Pierluigi Biondi: "La via giudiziaria al potere"

"La cosiddetta 'anatra zoppa' in salsa centrosinistra aquilano funziona così. Sei convinto di vincere, tanto che sei sopra di 19 punti al primo turno, dopo che te ne sei mangiati 15 rispetto a un sondaggio di un mese prima. Al secondo turno prendi sette punti di distacco, segno di una chiara volontà popolare. A quel punto fai ricorso ai giudici amministrativi, nonostante l’errore palese di un presidente di seggio che non viene tenuto in considerazione, perché non ti arrendi a dover mollare la mangiatoia".

E' durissimo il commento del sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi. "In pratica la via giudiziaria al potere - l'affondo del primo cittadino - e chi se ne frega del voto dei cittadini. Di fatto vuoi l’inciucio o il condizionamento dell’attività amministrativa. Non avrai nessuno dei due: ci vediamo nella mischia, comunque vada".

Luigi D'Eramo: "E' in corso un golpe giudiziario"

"È in corso un golpe giudiziario che rischia di ribaltare la volontà degli elettori aquilani che, il 25 giugno scorso, in maniera netta e inequivocabile, hanno affidato il governo della città alla coalizione di centrodestra. Un atto che non può passare sotto silenzio e del quale informerò il futuro Ministro per l'Interno non appena verrà formato il nuovo Esecutivo nazionale".

Lo annuncia l'onorevole Luigi D'Eramo della Lega, in riferimento alle operazioni di riconteggio delle schede elettorali delle passate elezioni amministrative. "Il ricorso presentato dagli esponenti del centrosinistra si basa su una falsata somma totale dei voti, legata alla trascrizione dei numeri di un seggio, il 41, viziata da un palese errore materiale - dichiara ancora D'Eramo - Non si tratta di dar conto di un'interpretazione normativa del risultato elettorale rispetto all'assegnazione dei seggi, quanto di un manifesto stravolgimento della volontà popolare. Il centrosinistra che si riempie spesso la bocca, a sproposito, di tutela del popolo, dica se questa non é altro che un'operazione di palazzo che mette in discussione il voto nitido del giugno scorso degli aquilani. Tutto ciò non è più tollerabile, soprattutto se si tenta di ribaltare per via giudiziaria un processo democratico come quello delle elezioni. Il primo atto da parlamentare sarà quello di investirne il Governo, affinché, assuma le decisioni conseguenti".

Stefano Palumbo: "Fuori dai social network c'è una città da governare, con maggiore riguardo dei ruoli che la democrazia assegna"

In merito alle esternazioni del sindaco sul riconteggio dei voti delle elezioni comunali, "l’inopportuno riferimento alla 'mangiatoia' richiama alla mente il romanzo di Orwell, La fattoria degli animali', ambientato in una fattoria dove gli animali, stanchi dello sfruttamento dell'uomo, decidono di ribellarsi, di 'rompere il meccanismo' insomma".

A scriverlo in una nota è il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Stefano Palumbo. "Dopo aver cacciato il padrone, decidono di dividere il risultato del loro lavoro seguendo il principio 'Tutti gli animali sono eguali'. Il loro sogno però fallisce perché i maiali, gli ideatori della 'rivoluzione', prendono il controllo della fattoria, diventando sempre più simili all'uomo, fino a diventare peggio dell'uomo stesso. Gli ideali della rivoluzione, nell’ingenuità degli altri animali, vengono via via sconfessati, tanto che l’ultimo comandamento, che finisce per sostituire tutti gli altri, viene modificato nella forma seguente: 'Tutti gli animali sono eguali, ma alcuni animali sono più eguali degli altri'".

Caro Napoleon (in Russia) - l'affondo di Palumbo - "l’unica cosa di cui puoi stare certo è che non c’è alcun interesse da parte nostra nel finire, come nel romanzo, ad ubriacarci insieme a voi, giocando a carte e litigando per i punti. Se quello che vi sta a cuore è la mangiatoia, quella che è solo nella vostra testa e nelle vostra cultura, e che vi state contendendo (tra rimpasti di giunta e assegnazione delle società partecipate) indecorosamente e senza esclusione di colpi, sappiate che non è oggetto della nostra attenzione, è tutta per voi. Ti faccio solo presente che fuori dai social network, che utilizzi per trasformare un sereno confronto democratico in una 'mischia' al grido 'Tutto ciò che va su due gambe è nemico' (leggasi: "tutti quelli di centro-sinistra sono nostri nemici"), c’è una città da governare, possibilmente con maggiore riguardo dei ruoli che la democrazia assegna ad ognuno di noi, nel rispetto delle leggi e nella possibilità, garantita per tutti, di potervi ricorrere".

Il Passo Possibile: "Livore del sindaco non può diventare metodologia con cui educare i cittadini"

"Il sistema elettorale corrente prevede sì un sistema proporzionale con un correttivo maggioritario, ma anche un proporzionale puro nel caso in cui ci si dovesse trovare dinanzi ad una coalizione, perdente al secondo turno, che superi il 50% più uno al primo e che veda il secondo arrivato non superare il 40%. Pare essere questo il caso dell’Aquila, come di Avezzano, Lecce, Maddaloni, per citarne alcuni. Il livore dei toni del Sindaco sull’argomento che trapela soprattutto dall’uso di termini forti come 'mollare la mangiatoia' non può diventare la metodologia con la quale si educano i cittadini alla Giustizia, figuriamoci se può allontanare lo spettro del populismo dilagante. Soprattutto se la 'mangiatoia' viene citata da un amministratore di lungo corso come lui nei confronti anche di consiglieri comunali alla prima esperienza politico amministrativa come noi".

A dirlo, i consiglieri comunali de 'Il Passo Possibile', Paolo Romano e Elia Serpetti. "Qualora l’anatra zoppa dovesse verificarsi anche a L’Aquila sarebbe solo la restituzione del vero risultato elettorale delle passate elezioni amministrative con il riconoscimento, alla coalizione che risulti aver preso più voti, di un maggior numero di consiglieri comunali. Gli scenari dell’inciucio o del condizionamento dell’attività amministrativa, qualora per condizionamento si intenda una pratica che non vada solo a sorreggere e/o correggere dove e qualora ce ne fosse bisogno, ma a malnutrire un processo consolidato e funzionante, palesati dal Sindaco quali possibili, mal si attagliano a chi ha rinunciato amministrativamente ad un contro ricorso che tutelasse a monte, e non a valle con le ingiurie e le minacce muscolari, la propria comunità e il proprio risultato politico".

Neanche le modalità di governo presenti in buona parte d’Europa danno chiarezza di coalizioni, "ma è sulla caratura politica delle personalità con responsabilità di ruolo e guida del Paese che si fonda la differenza. La mischia nella quale il sindaco invita i suoi avversari attesta dimestichezza di un linguaggio sportivo nobile come quello del rugby dove però non trovano spazio le minacce, ma il rispetto delle regole, qualunque esse siano. A rendere tutto ancora più grottesco è il luogo dal quale ci giungono le invettive del primo cittadino, in viaggio istituzionale in Russia, e la pressoché totale mancanza di trasparenza sulle motivazioni che lo vogliono in uno Stato estero a spese dei contribuenti in un momento così delicato dal punto di vista delle relazioni internazionali".

Ultima modifica il Mercoledì, 28 Marzo 2018 15:17

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