Ore di tensione in seno alla maggioranza in Consiglio comunale.
Come non bastasse la doccia gelata giunta dal seggio 50 che, nell’ambito del riconteggio imposto dal Tar in 11 sezioni elettorali a valle del ricorso del centrosinistra, ha portato di fatto la coalizione civico-progressista ad un passo dal 50%+1 dei voti validi che significherebbe ‘anatra zoppa’, e cioè la fine della maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale [qui], la nomina dei vertici delle società partecipate, con l’onda lunga delle elezioni politiche e le regionali dietro l’angolo, stanno creando severe spaccature nel centrodestra.
Poco fa, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha diffuso un comunicato stampa piuttosto duro, e chiarissimo, a leggere tra le righe. "La giunta comunale è organismo fiduciario del sindaco, quindi la permanenza o meno degli assessori in carica dipende dal livello di gradimento del lavoro svolto. Nessuno può permettersi, da dentro o da fuori l'amministrazione, di mandare messaggi subliminali per 'guidare' certe scelte che sono nelle prerogative di chi è stato chiamato dagli aquilani a governare la città, pertanto non ho alcuna intenzione di mettere mano a inesistenti rimpasti", l’affondo. "Ricordo a tutti - ha aggiunto Biondi - che solo meno di un anno fa la coalizione di centrodestra aveva 19 punti di svantaggio rispetto a quella del centrosinistra e che al ballottaggio l'offerta di esperienza politica e amministrativa del sottoscritto ha consentito di ribaltare un risultato già chiaro, non altro. Di quella vittoria - ha inteso ribadire il primo cittadino - bisognerebbe far tesoro, con sobrietà e responsabilità, soprattutto da parte di chi ne ha beneficiato, a vario titolo, in questi dieci mesi. Ogni ulteriore invasione di campo, sia essa palese o sotterranea, non sarà tollerata”.
Un vero e proprio avvertimento. Con Biondi che ha lanciato pure un’altra stilettata: “Ho ricevuto un mandato di cambiamento dagli aquilani che, pur tra mille difficoltà e con la resistenza di troppi, sto portando avanti. Tra la poltrona di primo cittadino e la dignità, sceglierò sempre la seconda. Lo tengano a mente consiglieri comunali, partiti e parlamentari”.
Come a dire, adesso basta. Biondi ha sbattuto i pugni sul tavolo e, c’à da starne certi, alle forze politiche di centrodestra il messaggio è arrivato, chiaro e pungente.
Un passo indietro.
A margine della prima seduta della Camera dei Deputati, Antonio Martino – eletto nel collegio uninominale dell’Aquila – ha lanciato un messaggio piuttosto esplicito: “Sarebbe importante fare un rimpasto di Giunta e dare la possibilità all’onorevole Luigi D’Eramo di fare il deputato – le sue parole ai microfoni di abruzzoweb - trovando la migliore soluzione possibile per la delega all’urbanistica, una delega importante che non può essere gestita part-time”. E’ stato soltanto l’ultimo degli screzi tra Forza Italia e Lega, screzi che stanno minando la tenuta della coalizione.
Scade domani l’avviso per la costituzione degli Albi comunali per amministratore unico o membro del Consiglio di amministrazione delle società partecipate; dalle proposte di candidatura, il sindaco dovrà pescare i vertici delle aziende. E’ chiaro che il bando è momento puramente formale: le scelte verranno assunte con le segreterie dei partiti. Ed ecco il primo nodo. Forte del risultato elettorale delle politiche, la Lega ha preteso – e pare abbia ottenuto – di indicare gli amministratori di Ama ed ex Onpi; a quanto si è appreso, al sindaco Biondi verrà fornita una rosa di nomi, personalità di comprovate competenze e non d’incarico politico. Considerato che una partecipata, l’Afm, andrà al movimento civico L’Aquila futura – in rampa di lancio c’è Salvatore Santangelo – stante l’accordo con l’Udc per il Sed, dovrebbe essere indicato Luciano Bontempo, e la volontà del primo cittadino di tenere per il suo partito, Fratelli d’Italia, il Centro turistico del Gran Sasso, a Forza Italia resterebbe soltanto l’Asm che dovrebbe andare al sindaco di Navelli Paolo Federico. Il condizionale è d’obbligo: a valle di una interpretazione piuttosto rigida delle norme, infatti, per la rappresentanza di genere almeno due società dovrebbero essere amministrate da donne. E’ chiaro, comunque, che resterebbe fuori il coordinatore comunale di Forza Italia, Stefano Morelli.
E così arriviamo al cuore della Giunta. Come anticipato da newstown [qui], c’è una fronda interna agli azzurri per ‘far fuori’ l’assessore alla Cultura, Sabrina Di Cosimo; a muoversi per primo è stato il capogruppo Roberto Jr Silveri che ha trovato terreno fertile; in effetti, si sta lavorando per portare in Giunta proprio Stefano Morelli: così, il gruppo consiliare otterrebbe il risultato di rimuovere l’assessora invisa, e Guido Quintino Liris, da parte sua, avallando l’operazione terrebbe buona l’anima del partito che si riconosce in Morelli, i forzisti storici per intenderci, quelli del ’94, che tornerebbero di certo utili per la corsa alle Regionali del vice sindaco. Altrimenti, il rischio è di perdere pezzi per strada: non è un mistero che Vito Domenici, per fare un nome, sia sempre più vicino alla Lega.
Dunque, lo scontro col movimento di Salvini: gli azzurri stanno spingendo, in modi più o meno espliciti, per l’uscita dalla Giunta di Luigi D’Eramo, eletto alla Camera, sperando, così, di ottenere che il movimento scelga una donna, e non è un caso ci siano state alcune fughe di notizia sulla possibile nomina di Tiziana Del Beato, coordinatrice comunale dei salviniani e prima dei non eletti. Così si riequilibrerebbe la presenza di genere nell’esecutivo, anche nell’ottica di un’altra operazione che, si sussurra almeno, starebbe conducendo lo stesso Liris, e cioè l’ingresso nell’esecutivo del giovane Leonardo Scimia, in orbita forzista, al posto di Monica Petrella.
L’obiettivo è chiaro: serrare le fila.
E’ per questo che la Lega, al momento, non intende muoversi d’un passo e continua a ribadire che non è all’ordine del giorno la sostituzione di D’Eramo in Giunta. Il movimento sta lavorando in modo compatto – così come accaduto per le politiche - per ottenere l’elezione all’Emiciclo dell’assessore e coordinatore provinciale Emanuele Imprudente, ecco la contrapposizione con Guido Quintino Liris, e fino alle elezioni regionali, dunque, non intende dare il via ad un rimpasto di Giunta che, come è stato chiarito nella nota del pomeriggio, non vuole neppure il sindaco eletto. Dopo le regionali si penserà all'eventuale rimpasto, col capogruppo Daniele Ferella che, ovviamente, ambisce ad un posto nell’esecutivo. Se il movimento riuscisse a far eleggere Imprudente in Regione, poi, verrebbe proposto al sindaco il nome di uno dei giovani consiglieri eletti, Fabrizio Taranta o Francesco De Santis che, nel frattempo, stanno maturando esperienza amministrativa.
La Lega vuole evitare, insomma, di essere tirata per la ‘giacchetta’, consapevole, tra l’altro, che Del Beato non ha ancora maturato esperienza di governo e, dunque, il salto in Giunta sarebbe piuttosto avventato; d’altra parte, la sensazione è che Forza Italia stia spingendo per un rimpasto generale di deleghe e le parole di Martino, in questo senso, sono piuttosto esplicite: l’obiettivo è ottenere proprio l’urbanistica, oggi in capo a D’Eramo. E’ chiaro che se dovesse entrare in Giunta una personalità di minor esperienza amministrativa del neoeletto deputato, sarebbe più facile chiedere, e ottenere, il valzer di deleghe.
Fatta la cornice, provate a rileggere le parole di Pierluigi Biondi e potrete comprendere, appieno, il senso della sua presa di posizione.
In seno al centrodestra, la tensione è alle stelle, con la contrapposizione Lega-Forza Italia destinata ad acuirsi con l’avvinarsi alle Regionali e lo spettro dell’anatra zoppa che potrebbe rimescolare, ancora, le carte in tavola, considerato che alcuni consiglieri si ritroverebbero di colpo fuori dall’assise civica e alcuni assessori, che si sono dimessi per entrare in Giunta, rischierebbero di finire alla porta della vita politica cittadina in caso di rimpasto.
Biondi è atteso da una primavera caldissima.