Tra gli emendamenti al Dup 2018/2020 discussi ieri in Consiglio Comunale era inserita anche la proposta di istituire il garante territoriale dei diritti delle persone sottoposte a restrizioni della libertà personale, a firma della capogruppo dei 'Democratici e socialisti' Elisabetta Vicini.
Il Garante dei detenuti, ha spiegato in aula Vicini, ha il compito di "vigilare affinché al pieno rispetto ed all'efficacia delle misure restrittive, non si aggiungano inutili ulteriori afflizioni e violazioni dei diritti fondamentali dei detenuti. La legge regionale 35/2011 che ha istituito l'Ufficio del Garante di livello regionale è rimasta inapplicata per il mancato raggiungimento del quorum deliberativo sul nome del garante da eleggere", ed è una vergogna, aggiungiamo noi, una macchia sulla legislatura che si avvia a conclusione. "Le criticità del carcere aquilano sono però particolarmente serie e richiedono un impegno diretto ed urgente da parte del Comune".
Ecco il senso dell'emendamento.
In effetti, la popolazione di detenuti in regime di 41 bis a L'Aquila è tra le più consistenti d'Italia. "Sono 147 i detenuti uomini qui ristretti in regime speciale di carcere duro, 7 sono le donne", ha sottolineato la consigliera comunale. "Recentemente è stata trasferita dal carcere di Nuoro anche la sezione femminile di 3 o 4 recluse di 'alta sicurezza' legate al terrorismo islamico che di fatto sono sottoposte al regime di 41 bis. Si tratta quindi di 160 unità su 729 in tutta Italia. Più del 20% del totale. Il regime di massima sicurezza, necessita di un attento e costante monitoraggio. Il confine tra corretta e legittima applicazione delle misure di alta sicurezza e la violazione di diritti fondamentali inviolabili è molto labile e facilmente soverchiabile. Le criticità sono innumerevoli: difficoltà di accesso alle cure mediche e ai trattamenti sanitari, carenza strutturale di personale, negazione di diritti di base non confortata da una ragionevole necessità di sicurezza. I regolamenti interni che danno attuazione al regime di sicurezza, se arbitrariamente applicati, in assenza di controllo esterno, possono facilmente sfociare nella pratica provocatoria e nella finalità vessatoria incidendo in modo significativo sulla vivibilità quotidiana della prigionia. Le difficoltà non sono peraltro solo quelle dei detenuti ma anche delle loro famiglie e del personale penitenziario".
Soltanto per fare un esempio, a causa della carenza di personale, i familiari, anche bambini, che prenotano il colloquio mensile, aspettano il loro turno ore ed ore in piedi, con qualsiasi condizione atmosferica. "Oggi l'istituto è di fatto privo di una figura di interlocuzione presso la quale familiari, avvocati o gli stessi detenuti possano segnalare le difficoltà fronteggiate. Il Garante ha appunto il compito di vigilare, monitorare, raccogliere segnalazioni, sollecitare interventi, promuovere azioni di sensibilizzazione di formazione e fungere da raccordo tra la popolazione carceraria, il personale penitenziario, la società civile e l'amministrazione".
L'emendamento, che non aveva ottenuto parere di regolarità tecnico e contabile positivo, è stato trasformato, grazie anche all'intervento della Vicepresidente del Consiglio Ersilia Lancia, in una risoluzione urgente a firma congiunta, che impegna l'amministrazione all'istituzione del Garante entro il termine di 6 mesi. La risoluzione è stata poi approvata all'unanimità delle componenti di maggioranza e minoranza Consiglio Comunale. "Ringrazio la collega Lancia e tutti i colleghi del Consiglio per la sensibilità dimostrata sull'argomento. Sarà mia cura monitorare ed eventualmente sollecitare l'amministrazione affinché sia data puntuale attuazione alla determinazione consiliare", ha assicurato Elisabetta Vicini.