E dunque, se il Tar dovesse accogliere così come formulate le valutazioni del vice prefetto, a valle del riconteggio degli 11 seggi oggetto di ricorso di alcuni esponenti del centrosinistra cittadino, l’anatra zoppa scatterebbe per un solo voto, anche se potrebbero essere due stando ad alcune indiscrezioni.
A conclusione dello scrutinio del seggio di Arischia, l’ultimo, il centrosinistra avrebbe recuperato 42 voti, uno in più dei 41 necessari per superare la soglia del 50% + 1 dei voti validi che, appunto, ribalterebbe gli equilibri in seno al Consiglio comunale, col sindaco Pierluigi Biondi che si ritroverebbe, di fatto, senza maggioranza.
Usiamo il condizionale, ed è d’obbligo. Infatti, la Prefettura dovrà produrre una relazione innanzi al Tar entro il 4 aprile; poi, i giudici del Tribunale amministrativo avranno un mese di tempo – l’udienza è fissata al 9 di maggio - per accogliere, o meno, gli scrutinii così come definiti, ma ci sono diverse contestazioni, di metodo e di merito, in particolare sul presupposto seguito, e cioè il riconteggio complessivo degli 11 seggi, seguendo il principio della verità oggettiva e andando oltre, dunque, le richieste puntuali dei ricorrenti.
Tra l'altro, innanzi al Tar sono in contestazione un centinaio di voti annullati che i ricorrenti di centrosinistra, però, si dicono convinti siano espressione chiara di una volontà dell'elettore di votare la coalizione a sostegno del candidato sindaco Americo Di Benedetto: tuttavia, è difficile a credersi che i giudici possano sostituirsi al parere dei presidenti di seggio e pure della Prefettura, incaricata di riaprire le urne indicate.
Questo il quadro.
Non resta che attendere il 9 maggio, insomma. Soltanto allora sapremo se sarà davvero ‘anatra zoppa’; così dovesse andare, il Tar procederebbe con la proclamazione dei nuovi eletti. A quel punto, i consiglieri di maggioranza avrebbero facoltà d’istruire ricorso in Consiglio di Stato, chiedendo una sospensiva e guadagnando, così, 90 giorni. Tuttavia, l’esito sarebbe scontato: il recente pronunciamento sulla vicenda di Avezzano non lascia spiragli al centrodestra cittadino. Che tuttavia ha ancora una carta in mano da giocare: infatti, sarebbe pronta la querela di falso in merito all’errore materiale di trascrizione riscontrato al seggio 41, con incarico già affidato all’avvocato Roberto Colagrande.
Cosa è accaduto, ve l’abbiamo spiegato diffusamente: in sostanza, nei risultati definitivi del seggio 41 – la scuola elementare di San Sisto – pubblicati sul sito del Comune dell’Aquila sono stati conteggiati 10 voti validi ai candidati a sindaco ma ben 386 alle diverse liste. Impossibile: stante la legge elettorale in vigore, infatti, ogni voto dato ad una lista, laddove non sia indicata anche la preferenza ad uno dei candidati a sindaco, va conteggiato come preferenza al candidato collegato alla lista stessa. D'altra parte, i dati provvisori della sezione - e così i risultati pubblicati sul sito del Ministero dell'Interno - sono molto diversi, e riportano, appunto, 411 voti ai candidati a sindaco e 386 alle liste.
Ebbene, il Comune dell’Aquila ha presentato in gennaio una istanza al Tribunale civile dell’Aquila, commissione centrale elettorale, chiedendo la correzione dell’errore materiale; la richiesta è stata respinta però, essendo stata presentata oltre i termini stabiliti per legge.
Una svista clamorosa, forse il segno di una sottovalutazione della vicenda che, a questo punto, potrebbe costare carissimo al sindaco eletto Pierluigi Biondi.
Ecco il motivo per cui si procederà con l’impugnazione dell’eventuale provvedimento del Tar con una querela di falso: tuttavia, c’è chi ha fatto notare che procedendo in questo modo, imputando cioè il dolo, e dunque la colpa dell’errore, pure si decisse di procedere potrebbero essere invalidate comunque le elezioni, essendo stato compiuto un illecito tanto grave, con dolo, per modificare il corso delle consultazioni.
Insomma, la questione è intricata e non è affatto il momento di scrivere la parola fine; certo è che la maggioranza di centrodestra non vivrà una Pasqua serena.