Qualche settimana fa, il capigruppo di Articolo 1 in Consiglio comunale, Giustino Masciocco, aveva denunciato come i cittadini che si recavano al Settore Ricostruzione pubblica per segnalare buche, marciapiedi da sistemare, strade da asfaltare, neve da pulire o lampioni da revisionare, fossero accolti da "una persona che non esibisce alcuna targhetta che chiarisca il suo nome, cognome e ruolo. La cosa imbarazzante - aveva aggiunto Masciocco - è che ai cittadini verrebbe richiesto nome, cognome, numero di telefono ed il motivo della visita negli uffici del Comune, prima ancora che possano parlare con un dipendente pubblico, oppure con un responsabile che occupa il ruolo di posizione organizzativa, ovvero con il dirigente del servizio".
L’unico atto esistente che permetterebbe a questa persona, baby pensionato, di frequentare gli uffici comunali, risulta essere un contratto di collaborazione per soggetti in quiescenza, con il Comune dell’Aquila, firmato con ben cinque mesi di ritardo, per supportare la segreteria (inesistente) del vice sindaco Guido Quintino Liris. "Fa venire la pelle d’oca pensare che qualcuno, che non sia un dipendente pubblico, possa entrare in possesso di dati anagrafici dei cittadini (compresi i recapiti telefonici) peraltro sensibili per legge che, per volontà o per esigenza, hanno messo piede al Settore Ricostruzione pubblica segnalando un problema o una legittima richiesta", l'affondo di Masciocco.
Ebbene, il consigliere comunale ha depositato una interpellanza urgente al sindaco Pierluigi Biondi per capire come sia potuto accadere che il collaboratore in quiescenza abbia prestato la sua opera presso il Comune per quasi 5 mesi, senza aver sottoscritto il contratto previsto dalla delibera di Giunta n° 377 del 11 agosto 2017". Masciocco ha chiesto al primo cittadino come pensi di operare "per verificare se, nei mesi privi di contratto, il collaboratore in quiescenza sia venuto in possesso di informazioni riservate, e quali provvedimenti amministrativi intenda adottare per sottoporre i collaboratori in quiescenza alla sorveglianza amministrativa del dirigente del settore o del servizio ove svolgono l’attività contrattualmente prevista".
Il 21 marzo 2018, al primo cittadino è arrivata anche una lettera firmata dal segretario generale Ugl - Fna, Simone Tempesta, e inviata per conoscenza all'assessore alle Opere pubbliche, il vice sindaco Liris, e ai dirigenti alle Opere pubbliche e al Personale, Lucio Nardis e Paola Giuliani. Nella missiva, Tempesta sottolinea come vi siano state "numerose segnalazioni da parte dei dipendenti del settore che ritengono lesa la loro dignità professionale"; in particolare, "viene riferito che un tale, sedicente collaboratore di codesta amministrazione, quotidianamente riceve segnalazioni da parte dei vari utenti che si presentano presso gli uffici e, in conseguenza, dispone interventi vari segnalando urgenze e necessità e impartendo, spesso anche direttamente al personale operaio, compiti e mansioni da svolgere in merito alle espresse doglianze".
Aggiunge il sindacalista: "in questa sua attività, il soggetto asserisce di intervenire per conto del sindaco e dell'assessore, indicando ai dipendenti le priorità nelle mansioni da svolgere, provocando una situazione di disagio tra i lavoratori nel gestire un simile rapporto perdendo quelli che sono i riferimenti gerarchici stabiliti dalle norme".
Dunque, Tempesta - segretario di un sindaco per vocazione di destra, e vicino al sindaco Pierluigi Biondi in campagna elettorale - chiede di "fare chiarezza" e di "voler assicurare il rispetto dei ruoli e delle competenze".
Una settimana dopo, però, il 29 marzo, lo stesso segretario regionale ha inviato un'altra missiva al primo cittadino, sottolineando che la presenza del soggetto in questione era legittimata dalla "normativa del personale in quiescenza utilizzato dalla pubblica amministrazione"; in sostanza, "abbiamo potuto accertare che la presenza di tale personale è legittimo e che le indicazioni impartite rappresentano esclusivamente una sottolineatura delle indicazioni dirigenziali".
Sta di fatto che il personale in quiescenza, in questo caso, ha un rapporto diretto con i cittadini che si rivolgono agli uffici, e ne acquisisce dati sensibili, e come aveva giustamente sottolineato Masciocco nelle pubbliche amministrazioni non possono esistere dei 'plenipotenziari' che "rispondono del loro comportamento direttamente agli assessori, e cioé alla politica, risultando, di fatto, esclusi dalla sorveglianza amministrativa del dirigente del settore ove svolgono l'attività". Le segnalazioni dei cittadini "dovrebbero pervenire attraverso gli uffici amministrativi e non tramite referenti politici", a meno di non dover pensare, e non vogliamo farlo, che i motivi siano elettoralistici. Per non dire dei dipendenti comunali, che "non dovrebbero essere sottoposti a tali imbarazzi o condizionamenti politici".