Venerdì, 04 Maggio 2018 13:01

Biondi, il 'mistero' sul viaggio in Russia e la presenza del lobbista

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Il 29 marzo scorso, il sindaco Pierluigi Biondi tornava da un viaggio istituzionale in Russia dove, venne spiegato in una nota piuttosto stringata, era stato firmato "un accordo di collaborazione con il Governo di Mosca", base giuridica "dentro la quale calare progetti finalizzati all'attivazione di importanti iniziative per la smart city, la cultura, l'innovazione tecnologica e la crescita economica, ma anche per la promozione del territorio e delle sue tipicità".

"Si è trattato di un viaggio breve ma intenso - sottolineò il primo cittadino - scandito da incontri con rappresentanti delle istituzioni come Sergey Cheremin, ministro del Dipartimento degli affari esteri e relazioni internazionali del Governo di Mosca, con il quale è stata sottoscritta l'intesa, Michele Tommasi, Ministro incaricato d'Affari per l'Ambasciata Italiana nella capitale russa e monsignor Celestino Migliore, Nunzio apostolico. Al contempo ho tenuto convincenti confronti con alti funzionari di aziende di Stato russe".

In base all'accordo sottoscritto col governo moscovita, aggiunse Biondi, "le parti potranno attivare progetti comuni in diversi settori, come trasporti, mobilità e parcheggi, infrastrutture e sanità, condividere esperienze nel campo dell'urbanistica e della pianificazione, facilitare lo sviluppo del commercio tra i due Paesi".

Piuttosto vago, in effetti.

Da allora, del viaggio istituzionale e dell'accordo sottoscritto non si è saputo più nulla. Chi faceva parte della delegazione ufficiale? A che titolo? Chi ha pagato visita istituzionale? Se lo sono chiesti i consiglieri di minoranza dei gruppi consiliari del Pd e del Passo Possibile che, stamane, hanno tenuto una conferenza stampa annunciando una interrogazione puntuale al primo cittadino. "Le uniche notizie sulla visita a Mosca sono rinvenibili su google", l'affondo del capogruppo dem Stefano Palumbo; "non c'è traccia alcuna sull'albo pretorio: c'è soltanto una determina di spesa - ha aggiunto il capogruppo del Passo Possibile Paolo Romano - non abbiamo rinvenuto delibere di Giunta sulla missione istituzionale, tantomeno l'accordo sottoscritto e la delibera che avrebbe dovuto recepirlo".

In effetti, i termini del documento di collaborazione firmato a Mosca non sono stati resi noti: "che risultati sono stati conseguiti?", si è domandato Palumbo; "non ne è a conoscenza la città, non ne è a conoscenza il Consiglio comunale, non ne è a conoscenza neanche la Giunta", l'affondo. "Il sindaco del fare, o del granello, avrebbe dovuto dare il buon esempio di rispetto istituzionale: al contrario, ci sono dubbi e perplessità sul percorso amministrativo e politico che ha portato la delegazione in Russia". 

Tra l'altro, della delegazione faceva parte anche Gabriele Rossi, vecchia conoscenza del centrodestra regionale. Sul sito internet personale, Rossi scrive che "il 12 ottobre dello scorso anno", aveva proposto al sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi "di valutare la fattibilità di un agreement di collaborazione tra il Comune dell’Aquila e la città di Mosca nella persona di Sergey Cheremin, ministro del Dipartimento degli affari esteri e relazioni internazionali del Governo di Mosca. In qualità di componente della Commissione 'Cabina di Regia per L’Aquila Smart City', il 26 marzo scorso ho accompagnato il sindaco Biondi a Mosca dove il 27 marzo ha siglato l’Accordo con il ministro Cheremin"

Dunque, Rossi ha proposto l'accordo di collaborazione a Biondi il 12 ottobre 2017; cinque mesi dopo, il 1 marzo 2018, il sindaco l'ha nominato nella 'Cabina di Regia per L'Aquila Smart City', e con lui Michele Flammini del GSSI, Sante Achille dell'Ordine degli Ingegneri della provincia dell'Aquila, Fabio Graziosi di Univaq, Antonio Mancini come rappresentante di Regione Abruzzo, oltre ad altri due uomini di fiducia del primo cittadino, Raffaele Galdi e Tullio De Rubeis. Detto che la cabina di regia opera in regime di assoluta gratuità, meno di un mese dopo Rossi ha accompagnato personalmente il sindaco a Mosca, come membro della delegazione ufficiale. 

Fatta la premessa, va aggiunto che Gabriele Rossi si definisce un 'lobbista' che, per carità, è un mestiere degnissimo pur avendo assunto, in Italia, connotazioni negative. In sostanza, il lobbista è un tecnico che rappresenta un gruppo di interesse e che ha l’obiettivo di comunicare con chi gestisce il processo decisionale per influenzarlo. Rossi, nativo di Giulianova, giornalista pubblicista e dirigente relazioni istituzionali, è responsabile Area Relazioni & Lobbying della società di consulenza direzionale Global Consulting Teramo. "Viene da chiedersi: come mai un lobbista sia stato nominato in seno ad un organo istituzionale e, ancora, non è singolare che la visita ufficiale sia stata ispirata, se non proprio organizzata, da un rappresentante un gruppo d'interesse? E quali interessi, rappresenta Rossi?", ci si è chiesto stamane.

Come dicevamo, si tratta di una vecchia conoscenza del centrodestra regionale: Rossi, infatti, nel luglio 2013 era stato indicato dall'allora governatore Gianni Chiodi come project manager del progetto 'Sanità sicura': "Mi si rimprovera di aver indicato un amico come manager – precisò Chiodi, investito dalle polemiche per la nomina di Rossi che, in effetti, non sembrava avere un curriculum in campo sanitario tale da giustificare la scelta – ma è proprio questo il senso della decisione. Io ritengo necessario costruire un gruppo di persone politicamente motivate per raggiungere gli obiettivi politici che mi sono prefissato. Non l’ho inventato io questo sistema, anche Tony Blair ha applicato questa tecnica di governo. Diciamo che Rossi è un manager che attua il mio programma, è un facilitatore di alcune attività che non posso certo seguire personalmente".

Qualche anno dopo, il 'facilitatore' dal settore sanitario è passato, evidentemente, ai temi della smart city. E la vicenda andrà spiegata, evidentemente, considerato che "c'è una regia ben precisa - ha aggiunto Palumbo - di un lobbista che, come tale, ha interessi e rapporti privati che vengono, così, istituzionalizzati". 

D'altra parte, della delegazione faceva parte anche "una dipendente distaccata di Abruzzo Engineering" ha aggiunto Paolo Romano: chiaro il riferimento ad Alessia Di Giovacchino, dipendente di AE in convenzione col Comune dell'Aquila, già distaccata al settore Ricostruzione privata ed assegnata allo staff del primo cittadino che, come noto, ha mantenuto la delega alla ricostruzione pubblica e privata, appunto. "A Mosca si è discusso di smart city o di ricostruzione?", si sono chiesti i consiglieri di centrosinistra. "Biondi sta perdendo il polso della città e delle regole della buona amministrazione", l'affondo di Paolo Romano. 

Il consigliere comunale e segretario cittadino del Pd, Stefano Albano, si è augurato che, stavolta, "il primo cittadino non decida di 'strozzare' il dibattito, ma offra, piuttosto, una risposta chiara e nel merito della nostra interrogazione, più che legittima e nell'interesse della città"; l'interrogazione "è più importante per la città che per noi", ha inteso aggiungere il presidente della Commissione Garanzia, Americo Di Benedetto. "Il sindaco si è assentato in un momento importantissimo, l'approvazione del Documento unico di programmazione finanziaria, il provvedimento principe di una amministrazione: è una assenza che deve essere giustificata, e così un viaggio istituzionale che non è stato spiegato ai consiglieri comunali e alla città. Biondi avrebbe dovuto informare il Consiglio, spiegare i motivi della visita a Mosca e gli obiettivi prefissati per poi rendere conto delle risultanze del viaggio". 

In effetti, non è andata così e, dunque, ci aspettiamo che il primo cittadino possa renderne conto del viaggio istituzionale alla città. Al momento, Biondi si è limitato a dire che risponderà "serenamente" all'interrogazione in Consiglio comunale. 

Ultima modifica il Venerdì, 04 Maggio 2018 15:40

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