"La Giunta per le elezioni convocata dal Presidente Giuseppe Di Pangrazio su richiesta del M5S ha, purtroppo, espresso un giudizio politico e non oggettivo contro i dettami costituzionali. Una scelta dettata dall'appartenenza partitica piuttosto che dalla funzione istituzionale a cui erano chiamati i suoi componenti, nello specifico, quelli di maggioranza. Ecco perché, dopo la famigerata decisione della maggioranza di governo di non riconoscere cause di incompatibilità tra la carica di Senatore e quella di Presidente della Regione, siamo costretti a tutelare la nostra Regione rivolgendoci al Tribunale ordinario de L'Aquila, affinché questa pantomima del Presidente Senatore finisca e si permetta agli abruzzesi di tornare al voto per decidere del proprio futuro".
E' così che i consiglieri regionali a 5 Stelle Sara Marcozzi, Riccardo Mercante, Domenico Pettinari, Pietro Smargiassi e Gianluca Ranieri hanno annunciato il ricorso inoltrato presso il Tribunale de L'Aquila.
L'incompatibilità che la Giunta per le elezioni, grazie ai fedelissimi del Presidente-Senatore, non ha riconosciuto, è sancita dall'art. 122 della Costituzione e dal Regolamento del Consiglio Regionale. Sarebbe dovuta essere una mera presa d'atto e invece il centrosinistra ha preferito prendere tempo allontanando il più possibile il confronto elettorale che evidentemente li vedrebbe perdenti. "La legge è chiara, come è chiaro il parere degli uffici legislativi del Consiglio Regionale che, a seguito della nostra richiesta di chiarimenti, hanno ribadito la totale indipendenza del procedimento di decadenza previsto dal Regolamento del Consiglio regionale rispetto a quello sancito nel Regolamento del Senato. Normative e pareri tecnici che contrastano nettamente con l'atteggiamento dell'incompatibile Presidente Senatore che si ostina nella sua posizione, anche a costo di umiliare l'Abruzzo, ormai bersaglio di satira e gossip politico, davanti ad un'intera nazione".
C'è una deliberata volontà di relegare la nostra regione ad una condizione di immobilismo istituzionale - l'affondo dei pentastellati - "come dimostrano i soli due consigli regionali convocati negli ultimi 5 mesi; due consigli di cui uno interrotto a causa degli impegni del Presidente-Senatore a Roma e l'ultimo, inizialmente previsto per il 3 maggio, rinviato per lo stesso motivo a domani 8 maggio". Aggiungono i consiglieri regionali: "Si tratta di uno strano tipo di immobilismo che colpisce il consiglio regionale ma non ferma la corsa alle nomine e alle assunzioni dell'ultima ora, nel tentativo di imporre gli uomini del presidente nelle posizioni strategiche".
La carriera di un singolo individuo non può valere l'immagine pubblica e l'attività istituzionale di un'intera Regione. "Abbiamo utilizzato tutti gli strumenti istituzionali per chiedere la rimozione dell'incompatibilità, non ci resta altro che adire le vie legali". Ora sarà il Tribunale a decidere, peraltro in tempi strettissimi, molto probabilmente meno di sessanta giorni. Ma c'è di più: secondo la Corte Costituzionale, la proposizione del ricorso elettorale impedirà a D'Alfonso l'eventuale scelta di permanere in Consiglio regionale, salvo che non lo faccia "entro un congruo termine" con decorrenza dalla notifica del ricorso e, comunque, prima dell'udienza che sarà fissata dal Tribunale. Alle propagandistiche "raccolte di firme" - la stilettata Cinque Stelle a Fratelli d'Italia che, nel fine settimana, ha raccolto le firme per chiedere a D'Alfonso un passo indietro - "preferiamo i fatti concreti. L'Abruzzo ha bisogno di un governo forte, con pieni poteri e che lavori a tempo pieno per rimediare ai fallimenti della politica degli ultimi dieci anni. Il M5S è pronto a governare la regione".
Insomma, il cerchio intorno a Luciano D'Alfonso si sta stringendo e anche le forze di maggioranza iniziano a manifestare i loro mal di pancia. "Non daremo sponda alle strumentalizzazioni delle opposizioni in consiglio regionale, ma è arrivato il momento di ribadire con la massima chiarezza che, per Art. 1 MDP, occorre immediatamente porre fine alle ambiguità sul governo della Regione, sulla sua maggioranza e su un programma di fine mandato evocato da tutti ma di cui sembra essersi persa traccia negli ultimi giorni", si legge in una nota di Articolo 1 che esprime l'assessora Marinella Sclocco e il sottosegretario Mario Mazzocca. "Il senso di responsabilità che abbiamo sempre ampiamente dimostrato nei confronti della maggioranza non può entrare in contraddizione con il senso di responsabilità che abbiamo nei confronti dei cittadini abruzzesi, dei loro problemi e delle loro attese. Il risultato elettorale del 4 marzo è stato l'ultimo chiarissimo segnale che qualcuno continua ad ignorare, un risultato certo molto negativo per il centrosinistra in tutta Italia ma che in Abruzzo ha assunto i contorni di una disfatta".
Ha pesato infatti, nel giudizio degli elettori abruzzesi, anche una valutazione sullo stato di salute del governo regionale e su una conduzione accentratrice del Presidente della Giunta "che ha causato tante incomprensione e diversi ritardi della macchina amministrativa, oltre a un profondo scollamento della maggioranza che non ci ha finora consentito di raggiungere risultati che pure erano a portata di mano. Per questo avevamo proposto alle forze politiche di centrosinistra di siglare un patto di fine legislatura che prevedesse a un deciso cambio di rotta, nei metodi e nelle priorità, all'insegna di una piena collegialità delle scelte, superando la logica dell'uomo solo al comando. Ciò non è avvenuto ed anzi si continua ad operare in assoluta continuità come se nulla fosse successo, come se nulla ci sia da correggere. Non si tratta di rinnegare tutto ciò che è stato costruito, di cui anzi rivendichiamo alcuni importanti risultati concreti ottenuti, a cominciare da quelli conseguiti grazie al nostro lavoro sul sociale (dall'innovativo Piano Sociale sino ai risultati ottenuti sul diritto allo studio, dalle politiche per l'integrazione e dei servizi alla persona a quelle sulle pari opportunità) e sull'ambiente, colmando lacune che per anni hanno penalizzato l'Abruzzo (dall'adeguamento del Piano rifiuti al nuovo Piano Cave). Ma poiché non siamo tra quelli che pensano che siano gli elettori a non capire o a sbagliare, è evidente che occorre provare a ricostruire una sintonia con i cittadini abruzzesi, con meno chiacchiere e voli pindarici e più attenzione ed azioni concrete soprattutto su lavoro, servizi e sanità".
Articolo 1 ha più volte chiesto maggiore collegialità nelle decisioni da prendere, "ma purtroppo occorre constatare che invece si continua ad agire sempre nello stesso modo. Riteniamo pertanto che la misura sia colma, e che in assenza di chiari segni di cambiamento e discontinuità Art.1-MDP debba ritenere la sua esperienza in maggioranza e nella Giunta regionale conclusa".
Oltre alle questioni di metodo, il movimento dei democratici e progressisti torna a proporre alla maggioranza la seguente piattaforma che contiene, solo per titoli, i temi più rilevanti dell'agenda politica e che sono il frutto anche del lavoro dei tavoli di riprogrammazione organizzati negli ultimi giorni: "maggiore attenzione alle politiche sociali, un cambio di rotta totale nella spesa dei fondi per la formazione e l'occupazione, il rilancio delle politiche attive sul lavoro, l'assunzione di personale medico e paramedico nella sanità pubblica in modo da riempire gli attuali drammatici vuoti in organico, un piano per la riduzione significativa delle liste di attesa, l'immediata abolizione del super-ticket, la revisione di quanto deciso in merito ai servizi minimi per quanto riguarda il trasporto pubblico regionale, l'accelerazione delle attività per la ricostruzione post sisma 2016/2017 completando la struttura tecnica e funzionale con una adeguata dotazione di risorse umane e strumentali, le risorse per far partire il Piano energetico ambientale regionale".
Nel ribadire che queste sono le condizioni minime per la permanenza di Articolo 1 nell'esecutivo, "attendiamo una immediata e chiara presa di posizione da parte del Pd, del suo segretario Marco Rapino e del vicepresidente Giovanni Lolli, che dovrà guidare ed essere garante di questa nuova fase, per sapere se le condizioni politico-amministrative poste, e che negli incontri avuti sembravano da loro condivise, siano oggi ancora percorribili. Il tirare a campare è l'ultima cosa che ci interessa e che soprattutto serve all'Abruzzo e, se così fosse, noi non ne saremo complici".
Intanto, domattina i consiglieri regionali di Forza Italia terranno una conferenza stampa all'Emiciclo: "D'Alfonso con la sua incompatibilità continua a creare confusione e stallo. La Regione Abruzzo torni al più presto ad avere agibilità politica e legittimità amministrativa", si legge nella convocazione.
Rapino ad Articolo 1: "Il centrosinistra resti unito e si lavori insieme per completare il programma di governo"
"Il tirare a campare non è mai stato un modus operandi del Partito Democratico. Riteniamo inoltre che da parte nostra non ci siano ambiguità di sorta. All'indomani del 4 marzo, noi tutti abbiamo chiesto al Presidente D'Alfonso di restare per portare a termine la legislatura e gli impegni presi con gli abruzzesi. Non riteniamo affatto che esista alcun accentramento".
Così il segretario regionale del PD, Marco Rapino, in risposta all'ultimatum lanciato da Articolo 1. "In questo momento delicatissimo, il Pd è impegnato insieme al lavoro 'straordinario' di Giovanni Lolli a costruire il patto di fine mandato su tre questioni principali: Lavoro, Sanità e Sociale. Le proposte politiche di Articolo 1 in tal senso sono da accogliere e ci proponiamo di discuterle e inserirle nel patto che sigleremo, anche perché quegli obiettivi sono affrontabili in ragione del lavoro fatto in questi anni. Il patto di fine mandato è questo: discussione e confronto tra forze politiche e cittadini".
Per tornare a vincere in questa regione - ha aggiunto Rapino - "dobbiamo tenere unito e ricostruire un centrosinistra largo, che sia capace di dare risposte agli abruzzesi. Risposte che non sono mancate in questi anni di governo D'Alfonso e della sua Giunta, di cui Articolo 1 ha sempre fatto parte. In Abruzzo abbiamo vinto battaglie storiche che sono patrimonio collettivo. Viviamo un momento difficile con una crisi nazionale che non ha ancora fornito un quadro lineare per stabilire una maggioranza e un governo al nostro Paese, per via della irresponsabilità della Lega e del Movimento 5 Stelle e credo sia indispensabile mantenere un atteggiamento serio da parte di tutti. Non c'è in gioco il destino dei singoli ma quello di una comunità che abbiamo costruito insieme in tanti anni di esperienza condivisa, oggi più che mai dobbiamo trovare le ragioni per continuare a stare insieme. I nostri elettori non potrebbero mai premiare atteggiamenti e scelte di rottura dopo l'assunzione di responsabilità condivisa di questi anni di governo. Articolo 1 ha sempre dimostrato responsabilità, lo riconosciamo, ci auguriamo che voglia continuare a farlo".