“In questi mesi, abbiamo deciso di mantenere un atteggiamento responsabile, lasciando la possibilità alla maggioranza di centrodestra di mettere in campo un dibattito all’altezza delle sfide che la città ha dinanzi a sé, un’azione amministrativa capace di disegnare il futuro della città. Avevamo intenzione d’esercitare la nostra opposizione, costruttiva, nel merito degli atti che la Giunta avrebbe prodotto. A dieci mesi dall’insediamento, non possiamo che esprimere una profonda preoccupazione per lo stato di impasse che vive la città”.
Così Stefano Albano, segretario cittadino del Pd e consigliere comunale che, stamane, ha tenuto una conferenza stampa a Villa Gioia con il capogruppo dem Stefano Palumbo, Americo Di Benedetto, presidente della V Commissione ‘Garanzia’, Emanuela Iorio e Antonio Nardantonio.
Albano ha inteso condannare con fermezza l’utilizzo di icone fasciste nel gruppo whatsapp di confronto e discussione tra sindaco e consiglieri capigruppo di maggioranza, “non ci saremmo mai aspettati un atteggiamento del genere da chi ha giurato sulla Costituzione repubblicana” l’affondo, sottolineando come la vicenda sia nel solco di quanto accaduto fino ad oggi: “prima le dichiarazioni del consigliere Daniele D’Angelo sul fascismo come stile di vita, poi la mancata partecipazione del primo cittadino alle celebrazioni ufficiali del 25 aprile, e ancora le mozioni, gli atti, gli ordini del giorno portati dal centrodestra in assise e che dimostrano come ci si sia occupati di questioni identitarie piuttosto che concentrarsi sui problemi della città”. In effetti, i temi portati in assise “raramente hanno avuto a che fare con le questioni strategiche: abbiamo discusso di presepi, d’inno nazionale da cantare prima dei Consigli comunali, di accattonaggio fuori dai supermercati; coccarde identitarie che le forze di centrodestra si sono appuntate sul petto, atti che tra l’altro non sono diventati neanche esecutivi: non abbiamo mai cantato l’inno, la mozione sui presepi è arrivata a discussione addirittura il 29 dicembre e, di certo, non c’è un maggiore controllo della polizia municipale innanzi ai supermercati”. D’altra parte, l’affondo di Albano, “la tendenza è non approntare atti amministrativi ma procedere soltanto per annunci: si pensi al bando del progetto Case, congelato con una lettera del sindaco, e non ancora revocato, con 1200 famiglie in attesa di risposte e 600 alloggi liberi; si pensi all’accordo col Ministero sulla Caserma Rossi, annunciato alla stampa sebbene non vi sia ancora una delibera di Giunta. Vale lo stesso per il viaggio in Russia, col sindaco che non ha ancora risposto nel merito delle legittime questioni che abbiamo sollevato, limitandosi a dire che la visita istituzionale non è stata pagata dal Comune dell’Aquila e neanche dal lobbista Gabriele Rossi: e dunque, chi ha coperto le spese? E che cosa sono andati a fare a Mosca? Non è dato saperlo”.
Dunque, il segretario dem non ha mancato di sottolineare come, fino ad ora, il programma elettorale sia stato completamente disatteso: “sulla ricostruzione delle scuole, come centrosinistra avevamo riconosciuto con serietà le nostre mancanze, ma avevamo fatto un discorso di verità in campagna elettorale, spiegando come soluzioni facili non aiutino a risolvere i problemi; il prezzo, l’abbiamo pagato. Al contrario, il sindaco Biondi aveva promesso che, a settembre 2017, studentesse e studenti sarebbero rientrati soltanto in scuole su cui si fossero espletate le verifiche di vulnerabilità sismica. Ebbene, è probabile non accada neanche per a settembre prossimo: Biondi dovrebbe chiedere scusa agli aquilani”. E che dire del progetto Case: “si è congelato un bando giustificando la scelta con l’alto numero di richieste di famiglie straniere: ora, scopriamo che, al contrario, la scelta segue tutt’altra logica, favorire, cioè, i nuclei che hanno redditi più alti”. Ultima stoccata sulla ricostruzione: “era stata promessa un’accelerazione sulle frazioni, non è cambiato nulla, invece; inoltre, non si può che sottolineare come il tiraggio della ricostruzione privata stia scendendo rispetto alla media degli anni passati. L’ha sottolineato finanche l’Ance. E’ evidente la preoccupazione della città: i costruttori lanciano un grido d’allarme sulla ricostruzione, le associazioni sportive sollevano perplessità sul regolamento per gli impianti sportivi, gli operatori del Gran Sasso e le associazioni lamentano il mancato rilancio della montagna, è chiaro come i problemi stiano venendo al pettine”. D’altra parte, “è difficile governare con una Giunta d’assessori che stanno pensando al prossimo scatto di carriere piuttosto che al bene della città”.
Mai “avremmo pensato di ritrovarci a questo punto dopo 10 mesi di legislatura”, ha aggiunto Stefano Palumbo. “L’escalation degli ultimi giorni è l’immagine plastica di un’amministrazione di irresponsabili”, l’affondo. Il capogruppo dem ha ricordato come avesse richiamato il sindaco, al primo Consiglio comunale dopo il giuramento, “ad un rapporto collaborativo basato su presupposti chiari, nient’affatto compatibili con l’uscita pubblica di quei giorni del consigliere D’Angelo sul fascismo come stile di vita: ci venne risposto in modo violento che eravamo dei ‘rosiconi’, una ‘armata brancaleone’. La vicenda della chat con l’effige della Repubblica di Salò, finita sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, è la ciliegina sulla torta. Purtroppo, si è voluto dare un’impostazione soltanto ideologica e identitaria all’azione amministrativa”. Con una aggravante, ha tenuto a chiarire Palumbo: “con una sorta di furia iconoclasta, si è deciso di cancellare ciò che era stato lasciato in eredità dall’amministrazione Cialente e senza che si avesse un progetto alternativo da proporre alla città. Penso al ‘Parco della Luna’ di Collemaggio, per cui erano stati impegnati 10 milioni di euro, alla realizzazione della sede unica comunale all’ex autoparco, al masterplan per l’area del San Salvatore e al recente bando di housing sociale richiamato da Stefano Albano. Provvedimenti congelati, e non c’è traccia di una progettualità altra”. Dunque, Palumbo ha richiamato l’attenzione anche sulle recenti dichiarazioni dell’assessore Luigi D’Eramo che, in merito al voto sull’allargamento del progetto Sprar ai minori non accompagnati, ha spiegato come vi fosse un accordo di maggioranza affinché non venissero votati provvedimenti proposti dalle minoranze senza un accordo collegiale: “il sindaco Biondi, in Consiglio comunale, ha richiamato più volte ad un clima collaborativo: mi domando come possa instaurarsi se c’è una chiusura ideologica e preconcetta alle proposte delle forze d’opposizione”.
“Abbiamo assistito a mesi di non governo, con la città che non è stata amministrata per incapacità, inesperienza, arroganza e per le ambizioni personali di chi esercita il potere nel senso più becero del termine”, le parole durissime di Palumbo.
“La pratica politica di Pierluigi Biondi non è stata in grado di essere elemento di ricucitura dell’azione amministrativa”, ha proseguito Americo Di Benedetto; “il mio atteggiamento in Consiglio comunale è stato di valutazione reale degli impegni assunti in campagna elettorale: ebbene, c’è un dato oggettivo di impasse amministrativa. In questo senso, anche noi dovremmo rivedere la nostra linea di controllo e proposta: ciò che sta accadendo, d’altra parte, ci ha messo un poco ai margini, considerato che il centrodestra fa da maggioranza e opposizione. La città è sofferente: è necessario un rilancio dell’azione amministrativa, altrimenti andremo al tracollo”; Di Benedetto ha citato la ricostruzione pubblica e la riorganizzazione della macchina amministrativa, “con la rotazione di personale in ruolo dove non sanno che cosa fare”, come esempi di un immobilismo dovuto, anche, alla poca fiducia del sindaco nei suoi collaboratori, “considerato che ha tenuto per sé le deleghe più importanti e, per quanto breve, evidentemente non è in grado di reggere il colpo”.