Giovedì, 24 Maggio 2018 13:10

Anatra Zoppa, giudizio rinviato: acquisito verbale del seggio 41

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I giudici del Tar dell'Aquila hanno rinviato la decisione in merito al ricorso istruito da Americo Di Benedetto, Maurizio Capri, Emanuela Di Giovambattista, Fabrizio D’Alessandro, Stefano Albano, Stefano Palumbo, Antonio Nardantonio (Pd), Sergio Ianni (Abruzzo civico), Gianni Padovani (Socialisti e popolari), Fabrizio Ciccarelli, Paolo Romano (Il Passo Possibile) e Massimo Scimia (Idv).

Il ricorso chiedeva il riconteggio delle schede in 11 seggi elettorali per valutare eventuali “incongruenze e imprecisioni” che sarebbero potute emergere dai verbali elettorali; ebbene, l'udienza di merito è stata rifissata per il 25 luglio prossimo in attesa che la Prefettura, incaricata dai giudici, accerti se al seggio 41 ci sia stato un falso che imporrebbe, dunque, la sospensione del giudizio in attesa del parallelo procedimento civile o, piuttosto, un mero errore di trascrizione materiale. 

Per farlo, il Tar ha disposto l'acquisizione delle tabelle di scrutinio e del verbale della sezione 41; "la trascrizione nel verbale dell'Ufficio centrale elettorale di 10 voti ai candidati a sindaco - leggiamo dal dispositivo - sembrerebbe frutto di un mero errore materiale e ciò alla luce di quanto attestato a pagina 95 del verbale della sezione 41 ove l'ufficiale verbalizzante, nel riepilogo, attesta a 411 i voti validi per i candidati a sindaco". Tuttavia, il verbale è stato depositato in giudizio solo per estratto e, per questo, i giudici hanno chiesto copia conforme all'originale. 

Insomma, il destino della maggioranza di centrodestra in Consiglio comunale è appeso, come avevamo ampiamente anticipato, al contestato seggio 41. 

Come svelato da NewsTown, nel verbale di quella sezione sono stati trascritti 10 voti ai candidati a sindaco ma ben 386 alle diverse liste, e così nel prospetto riassuntivo allegato al verbale dell’Ufficio centrale elettorale. Impossibile: stante la legge elettorale in vigore, infatti, ogni voto dato ad una lista, laddove non sia indicata anche la preferenza ad uno dei candidati a sindaco, va conteggiato come preferenza al candidato collegato alla lista stessa. D'altra parte, i dati provvisori della sezione - e così i risultati pubblicati sul sito del Ministero dell'Interno - sono molto diversi, e riportano 411 voti ai candidati a sindaco e 386 alle liste. Nel passaggio dai dati provvisori a quelli definitivi della sezione 41 sono sparite insomma 401 preferenze ai candidati stante, invece, i voti alle liste.

Dunque, risulterebbe falsato il dato relativo ai voti dei singoli candidati a sindaco e, di conseguenza, il dato globale dei voti validi che non sarebbero 39.039, come riportato, bensì 39.457; questione nient’affatto irrilevante, considerato che la soglia del 50% + 1 dei voti si calcola proprio sul dato globale delle preferenze riportate dai candidati. Ad essere chiari: i dati pubblicati sul sito del Comune dell’Aquila riportano 19.479 voti alle liste di centrosinistra sui 39.039 riportati nei verbali: così fosse, la coalizione civico progressista sarebbe al 49.9% e i voti mancanti al quorum 41. Tuttavia, i risultati pubblicati sul sito del Ministero riportano 39.457 voti validi per i sindaci e 19.498 per le liste di centrosinistra (418 voti in meno ai candidati, e 401 mancanti alla sezione 41, solo 19 alle liste a sostegno di Americo Di Benedetto): così fosse, le liste della coalizione civico progressista sarebbero al 49.41%, 231 voti sotto il quorum.

Il Comune dell'Aquila ha fatto istanza di correzione dell’errore materiale, presentandola, però, al Tribunale dell'Aquila che non aveva, tuttavia, giurisdizione considerato che l'ufficio centrale elettorale fa riferimento al Ministero dell'Interno, e comunque oltre i termini stabili: per questo, non è stata accolta. Ecco spiegato il motivo dell’atto di citazione per falso, depositato dagli avvocati Roberto Colagrande e Livio Proietti su incarico degli assessori Carla Mannetti e Luigi D’Eramo.

Se si dovesse riscontrare che, in effetti, c'è stato un falso, allora - stando alla lettura del dispositivo - bisognerebbe sospendere il procedimento innanzi al Tar dell'Aquila per attendere la conclusione del parallelo processo civile, coi tempi che finirebbero per dilatarsi; al contrario, se dovesse trattarsi di un mero errore di trascrizione materiale - come si evince piuttosto facilmente, a dire il vero - allora i giudici del collegio giudicante del tribunale amministrativo pronucerebbero l'attesa sentenza il 25 luglio.

L'avvocato del centrosinistra: "Dalle tabelle verrà fuori che si è trattato di un errore e non di un falso"

"Bisognerà vedere le tabelle di scrutinio: se, come crediamo, nelle tabelle sono riportati i voti ai sindaci, allora sarà evidente che si è trattato di un mero errore materiale, come sembra suggerire anche l'ordinanza del Tar. A quel punto il ricorso per falso non sarà ammissibile".

E' il commento a caldo rilasciato da Claudio Verini, l'avvocato che ha curato il ricorso elettorale per conto dei candidati consiglieri di centrosinistra.

Contattato da NewsTown, Verini, pur non sbilanciandosi, manifesta un cauto ottimismo: "Riteniamo che nelle tabelle di scrutinio risulteranno indicati i voti ottenuti dai candidati sindaco. Questo vuol dire che c'è stato un errore nella trascrizione dalle tabelle al verbale. Se così fosse, saremmo di fronte a un mero errore materiale e non a un falso. Quindi a quel punto la querela per falso sarebbe inammissibile e il Tar potrà esprimersi nel merito".

Il legale del centrodestra: "Tar vuole accertare ammissimibilità dell'azione"

La pensa diversamente l'avvocato del centrodestra, Raffele Daniele, che a NewsTown afferma: "Da un'attenta lettura dell'ordinanza, sembra emergere che il tribunale abbia deciso di acquisire le tabelle di scrutinio del seggio 41 per valutare se le risultanze, e quindi l'errore o il falso, siano pregiudiziali per l'accoglimento del ricorso. Un passaggio dell'ordinanza infatti dice: La questione relativa all'accertamento del numero totale dei voti validi è pregiudiziale e rilevante ai fini della verifica dell'interesse ad agire e quindi dell'ammissibilità dell'azione".

In altri termini, dice Daniele, l'ordinanza di oggi sembra segnare un punto a favore del centrodestra perché se dal riesame delle tabelle di scrutinio dovesse venire fuori che c'è stato un errore di trascrizione, comunque ci sarebbero 411 voti validi in più che farebbero alzare il quorum, vanificando il riconteggio effettuato sempre su disposizione del Tar, visto che a quel punto al centrosinistra non basterebbero più 41 voti per far scattare l'anatra zoppa. Se invece dovesse essere acclarato è stato commesso un falso, a quel punto il processo si sposterebbe dal Tar al Tribunale ordinario e inizierebbe tutta un'altra storia, che comunque metterebbe fine al procedimento in corso.

Ultima modifica il Venerdì, 25 Maggio 2018 15:28

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