L’aveva promesso in campagna elettorale e ha mantenuto l’impegno: stamane, il senatore Gaetano Quagliariello, eletto sul collegio uninominale L’Aquila-Teramo, ha inaugurato in città – in via Panfilo Tedeschi, 1 - una sede della fondazione Magna Carta, il pensatoio di orientamento liberal-conservatore che presiede dal 2003, dedito alla ricerca scientifica, alla riflessione culturale e alla elaborazione di proposte di riforma sui grandi temi del dibattito politico.
Accanto a Quagliariello, l’ex manager della Asl provinciale Giancarlo Silveri; in platea, tra gli altri, Enzo Lombardi, già sindaco dell’Aquila e senatore, l’assessore comunale al bilancio Anna Lisa Di Stefano (Forza Italia), i consiglieri comunali Raffaele Daniele (Udc), Giancarlo Della Pelle (Forza Italia), Leonardo Scimia (Benvenuto Presente) oltre agli ex presidenti dell’Ance Gianni Frattale ed Ettore Barattelli.
L’attività di Magna Carta Abruzzo si concentrerà, in particolare, sui temi legati alla ricostruzione e ai problemi delle aree interne, “vicende che, evidentemente, sono strettamente connesse”, ha spiegato Quagliariello. Per ciò che attiene alla ricostruzione, “abbiamo un compito storico” ha sottolineato il senatore: “qui, chi vuol far politica deve capire che se darà un contributo affinché i processi possano compiersi compiutamente avrà un posto nella memoria collettiva; in caso contrario, durerà una stagione e poi declinerà”. L’Aquila non è una città normale: “il suo centro, il suo cuore vitale è stato colpito da un evento eccezionale, nell’ultimo secolo non si è verificato in nessun’altra grande città d’Europa”. Strettamente connessi al tema dei terremoti, quello del 2009 e gli eventi che si sono susseguiti nel centro Italia a cavallo tra il 2016 e il 2017, i problemi che vivono le aree interne del paese, in particolare montane: “sono centinaia d’anni che esiste il problema, non lo scopriamo certo oggi” ha chiarito Quagliariello, “tuttavia, declinava in un tempo che potevamo definire ‘normale’: negli ultimi anni, invece, c’è stata una accelerazione incredibile, per cui le aree interne dell’Appennino hanno vissuto un progressivo spopolamento, una crisi demografica pazzesca e una crisi occupazione incredibile, con lo spostamento delle popolazioni verso le aree costiere. Se il fenomeno non si controlla, tra qualche decennio avremo delle zone interne spopolate, che diventeranno un paese per vecchi e, in qualche modo, una specie di museo per cicloamatori, e città costiere che non riusciranno a far fronte ai nuovi arrivi, non avendo strutture adeguate; dunque, accadrà che i problemi sociali nelle città costiere diventeranno ingestibili. Sta già avvenendo e il fenomeno dovrà essere governato, non per invertire il trend, sia chiaro, ma affinché sia ordinato e controllato. Ovviamente, se la ricostruzione dell’Aquila riuscirà pienamente sarà un contributo enorme in questo senso”.
Dunque, questi sono i grandi temi su cui la fondazione intende lavorare. In che modo? “Il confronto avverrà qui, attraverso incontri pubblici, seminari ristretti e così via. I materiali saranno trasmessi all’ufficio studi della fondazione a Roma: a seconda dei casi diventeranno proposte di legge, emendamenti, ordinanze. Ad utilizzare i ‘materiali’ prodotti saranno tutti coloro che vorranno farlo – ha chiarito il senatore di Idea - non è che lo sbocco sia uno sbocco che immaginiamo ordinato. Speriamo, e siamo sicuri, di poter offrire, così, un contributo importante alle amministrazioni locali che si confrontano quotidianamente con questi problemi. Tra l’altro, vorremmo essere coloro i quali potranno offrire una parte dei contenuti della prossima campagna elettorale per le regionali: lo dico con molta chiarezza, il modo in cui ha lavorato l’ultima giunta regionale è stato, a nostro avviso, disastroso, e soprattutto per gli squilibri che alimentato tra le diverse zone dell’Abruzzo”.
Qual è il criterio con il quale si lavorerà? “Se vogliamo provare a dare un contributo bisognerà lavorare con una duplice ottica, dall’alto e dal basso. Dall’alto, serve ad esempio una legge organica sulla ricostruzione: l’Italia è un paese investito dai terremoti, dalla Sicilia al Friuli, e lo è stabilmente, ed è incredibile non esista una legge organica su questi temi. Per mancanza di programmazione, negli ultimi vent’anni abbiamo speso quanto quattro finanziarie: si sarebbero potuti razionalizzare gli interventi, dedicando maggiori attenzioni al bene delle popolazioni colpite”. In questo senso, il primo atto di Quagliariello all’alba della legislatura è stata presentare una legge sulla ricostruzione, “alla quale abbiamo lavorato col Politecnico di Torino e sui cui vogliamo impostare il nostro lavoro. Nella legge, sono disciplinati i temi dell’emergenza e sviluppati i problemi dei centri storici, dell’educazione civica e delle assicurazioni, del possibile coinvolgimento, cioè, di risorse private nei bilanci statati che, oramai, non ce la fanno più ad affrontare tali calamità”. Secondo tema che la fondazione vuole affrontare 'dall’alto' è il problema della montagna, e in particolare dei Parchi: “non è possibile che nella regione d’Europa che ha più parchi questa debba essere considerata non una benedizione ma una maledizione” le parole di Quagliariello; “le rigidità sono tali per cui le zone protette si sviluppano ad un tasso più basso di quello della Regione e del Paese”. Infine, andrà risolto il nodo spinoso del nuovo codice degli appalti, “una sovrastruttura che si è aggiunta alle difficoltà che già c’erano per la ricostruzione”.
Quagliariello ha aggiunto, quindi, che la Fondazione sta già operando su questioni “che possano partire invece dal basso, dal territorio, portando così sviluppo a prescindere dalla politica dei piani alti. Sotto questo aspetto, credo sia importante la collaborazione che abbiamo già intrapreso con altre fondazioni, in particolare con la fondazione Merloni che agisce prevalentemente nelle Marche ma è interessata ai temi dell’Appennino e con la fondazione Ferrero. Con Merloni, stiamo facendo un censimento di tutte le strutture produttive nel campo dell’agroalimentare - olio, salami e formaggi, soprattutto – con l’idea di generare una app, il progetto è in collaborazione con Vodafone, che possa garantire a tutti le indicazioni per potersi fornire di specialità di prima qualità prodotte nelle zone dei due crateri. L’altro progetto, al quale tengo molto, è un censimento di tutti i cammini che possono essere fatti a piedi o in bicicletta e che sono collegati alla spiritualità; da escursionista, debbo dire che la sentieristica in Abruzzo lascia davvero a desiderare: con una app dedicata che indichi i percorsi, le strutture ricettive della zona, i negozi dove acquistare prodotti tipici e così via, i cammini potrebbero davvero diventare uno strumento di sviluppo con una importante ricaduta economica. Entro fine anno speriamo di censire almeno dieci cammini, a partire da quello di Celestino: parliamo di un patrimonio incredibile, un tesoro che non viene nemmeno lontanamente utilizzato”.
Con la fondazione Ferrero, invece, si sta lavorando affinché, “con grandissime facilitazioni”, nelle zone collinari “possano arrivare i noccioleti e le tecniche per poterli coltivare in maniera semplice; se ai nostri coltivatori dai una coltura, una tecnologia, e un acquirente del prodotto – la Ferrero appunto, che ha un bisogno incredibile di nocciole - hai fatto qualcosa di molto positivo”.
Si tratta di progetti embrionali – ha concluso Quagliariello – “che cercheremo di sviluppare per dare un contributo serio al territorio. Spero che il coinvolgimento di oggi possa continuare nel tempo, che ci si ritrovi qui in Fondazione, a seconda dei diversi progetti, e spero che le amministrazioni comunali dei due crateri possano trarre un beneficio dal nostro lavoro”.