Venerdì, 13 Luglio 2018 02:35

Crisi Pd, Lolli: "Rioccupare i nostri spazi, centrodestra accumula problemi"

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Il Pd aquilano deve ancora assorbire bene la botta della mini-scissione che ha portato tre pezzi grossi del partito – soprattutto in termini di voti e preferenze ottenute lo scorso anno – ovvero Americo Di Benedetto, Antonio Nardantonio e Emanuela Iorio ad aderire al Passo possibile.
 
I tre hanno spedito ai tre segretari locali – comunale, provinciale e regionale – una lettera congiunta in cui comunicano di andar via non solo dal gruppo ma anche dal partito. Scelta ovvia eppure per nulla scontata, visto che la scorsa settimana, nella conferenza stampa nella quale avevano annunciato il passaggio al Passo possibile, Nardantonio e Iorio avevano detto che, almeno nell’immediato, non avrebbero lasciato il partito ma solo il gruppo.

Ieri l’addio dei tre consiglieri è stato l’ordine del giorno principale dell’assemblea degli iscritti svoltasi nella sala convegni del Csv, a Campo di Pile, visto che il partito, in questo momento, è anche senza sede: quella di viale della Croce Rossa è stata abbandonata da un po’ e quella storica di via Paganica è ancora inutilizzabile, malgrado i lavori siano finiti da tempo. perché priva delle utenze.

Tra i presenti, quasi tutti i big, da Cialente a Giovanni Lolli a Pietro Di Stefano, tranne Stefania Pezzopane, impegnata in parlamento.

Abbiamo chiesto a Lolli una sua analisi di quello che sta accadendo all’interno del partito.

Vice presidente Lolli, cosa pensa di questa mini scissione?

Anzitutto voglio dire che sono molto dispiaciuto, considero Americo, Antonio e Emanuela, oltre che tre validissime persone, miei amici personali. Ho il massimo rispetto per la loro scelta, so che sono decisioni che non si prendono a cuor leggero.

Iorio, Di Benedetto e Nardantonio hanno detto che dentro il Pd c’è sia un problema interno di condivisione delle scelte e della linea politica sia una mancanza di confronto e ascolto tra il gruppo dirigente, gli iscritti e la base.  

Io penso che i problemi siano due, uno di carattere generale e l’altro di tipo locale. Parto dal primo. Io penso che obiettivamente il Pd, così come lo abbiamo conosciuto, concepito e sognato, vada totalmente ripensato. L’idea he ci sia un solo soggetto che possa aggregare tutti non funziona. Bisogna riorganizzare. A livello locale, invece, credo che dopo l’assurda sconfitta elettorale di un anno fa, si siano accumulate così tante tossine che non siamo riuscite ancora a smaltirle.

E’ mancata, secondo lei, una vera e approfondita analisi della sconfitta di un anno fa?

La mia idea è che quando ci sono problemi politici bisogna certo parlarne, non si possono mettere sotto al tappeto senza, però, che si sconfini nell’autocoscienza.

Da dove possono ripartire il Pd e il centrosinistra aquilani?

Riprendendo a fare iniziative nella società. Sono convinto che ci sia uno spazio enorme. In questa città il centrodestra, e lo dico con il massimo rispetto per le persone che ne fanno parte, sta accumulando lacune e problemi. E’ qui che dovremmo inserirci, non per fare un’opposizione puntiforme ma per elaborare una proposta alternativa. Credo che su questo potremo incontrarci di nuovo con chi è andato via. Americo, Antonio e Emanuela continuano a essere una componente essenziale per la costruzione di un’alternativa. Io lavorerò per l’unità.

Qualche settimana fa il gruppo dirigente del Pd ha lanciato “Agenda città”, una sorta di tour di ascolto con il territorio, specie con le periferie. Non ritiene sia un’iniziativa tardiva?

Il problema di un rapporto da rivedere con le periferie c’era anche nell’ultima fase della giunta Cialente. Io, molto umilmente, cercai anche di segnalarlo. Le periferie sono uno di quegli spazi che dovremmo occupare, anche perché non mi pare che le cose, da un anno in qua, vadano meglio. La lamentazione delle frazioni nei confronti della giunta Cialente sulla ricostruzione che andava a rilento era sacrosanta ma da allora non c'è stata una grande accelerazione, anzu. E’ chiaro che così come tutte le colpe non potevano essere di Cialente oggi non possono essere nemmeno tutte di Biondi. Il problema, però, sta ancora là. Quindi rispetto all’iniziativa del Pd dico: meglio tardi che mai. Si poteva fare prima? Sicuramente, ma siccome il problema c’è ancora e nessun altro se ne sta occupando, ben venga. Ma ricordiamoci che non ci sono solo le frazioni all’Aquila, ci sono problemi forse ancor più importanti.

Quali?

Penso soprattutto al lavoro, tema con cui ho una certa frequentazione. Ritengo il lavoro un luogo del pensiero che dovrebbe essere frequentato di più dalla sinistra, anche perché gli altri non lo frequentano nemmeno da lontano. Io, anche per il ruolo che svolgo in Regione, sono quotidianamente a contatto con i lavoratori che perdono il posto e anche con gli imprenditori che investono. È un altro di quegli spazi vuoti di cui parlavo, è verso questi spazi che il Pd deve andare, non continuare con le agitazioni, le rivendicazioni e le lamentazioni campanilistiche. I politici aquilani parlano solo di quello invece bisogna parlare dei veri problemi delle persone.

I tre “scissionisti” del Pd hanno detto che una delle gocce che hanno fatto traboccare il vaso è stato il consiglio comunale straordinario sugli uffici regionali dove né lei né il consigliere regionale Pietrucci andaste, così com’erano assenti anche il capogruppo Palumbo e il segretario Albano.

Nel momento in cui qualcuno verrà e mi farà vedere un documento che dice che una persona, un ufficio, una funzione sono state trasferite dall’Aquila a Pescara io mi metterò in prima linea. Ma fino ad allora, non posso agire sulla base di sensazioni. Che quel consiglio si sarebbe potuto gestire diversamente forse è vero. D’altra parte si poteva anche non fare. Ma non si può pensare che con tutti i problemi che abbiamo in questa città, dal lavoro alla ricostruzione che è ferma, quello più importante sia la riorganizzazione regionale. Nessuno di coloro che affermano una cosa del genere si è mai fatto una camminata per andare a vedere come stanno le persone che da tre mesi stanno dentro un camper parcheggiato fuori la Regione. E questo non lo posso accettare.

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